“I TESORI DI SAN LEOPOLDO”

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Sul lato destro c’è l’altare dedicato all'Immacolata Concezione. La dolcissima immagine dell'Immacolata è una scultura in legno dipinto, risalente alla prima metà dell'ottocento proveniente dalla Baviera. E'dono del Granduca. Giunge alla nostra chiesa nell'anno 1856 e viene collocata nella nicchia, appositamente fatta scavare nel muro. L'architetto Francolini si oppose fermamente alla proposta del parroco di adornare la nicchia con una decorazione dorata barocca, perchè poco rispettosa della semplice armonia della chiesa. L'architetto inviò invece il disegno per un decoro appropriato, a formelle con motivi geometrici, da realizzare in gesso. Così fu fatto Anche per questa statua era urgente il restauro: non solo per la polvere accumulata sulla superficie, ma per rotture in più punti, conseguenze di una caduta. Il restauro del 1998 l'ha restituita alla sua bellezza originaria.

L’altare dell'Immacolata Concezione, a destra un particolare prima del restauro

Nel 1997 la scultrice concittadina Franca Frittelli restaura questa coppia di angeli, ai quali è legata una bella vicenda. La sera dell'11 settembre 1938, Ilio, baldo giovanotto vadese, figlio di Emilio Valentino Barbini che ha un negozio di generi alimentari sul viale, mentre andava a far visita alla bella fidanzata Silvana, figlia del casellante sul passaggio a livello della linea Vada - Collesalvetti, veniva investito dal treno proprio presso la casa cantoniera, grazie al cielo senza gravi conseguenze. Emilio Barbini, in memoria della grazia ricevuta, donò alla chiesa queste due statue che, a quel tempo, furono collocate ai lati dell'altar maggiore.

Le statue dei due angeli

Adesso rivolgiamo lo sguardo verso l'alto: dal centro della cupola ottagonale aperta da 8 luci circolari, pende la bella lumiera, visibile nella vecchia foto a destra nella versione originale a candele di cera.

La cupola e la lumiera originale

La lumiera fa acquistata nel 1913, a Milano, dalla ditta Fratelli Bertarelli e costò 660 lire , 200 delle quali offerte dagli eredi della principessa Ginori Conti. Il resto fu offerto dagli appartenenti alla Venerabile Compagnia del SS. Sacramento. Venne inaugurata il 30 marzo di quell'anno, la domenica in Albis. Originariamente non aveva le lampadine, ma portava 60 candele di cera. Pensate quale emozione devono avere provato i parrocchiani vadesi, fino allora abituati alla chiarore della fiammelle dei candelieri degli altari, la prima volta che furono accese tutte insieme le 60 candele: un'esplosione di luce che illuminava dall'alto! Vien fatto di ricordare le parole di Isaia che si leggono la notte di Natale, poiché la luce, nella liturgia Cristiana è il simbolo di Cristo: "E il popolo che camminava nelle tenebre vide una grande luce!"
La lumiera viene elettrificata nel 1922 con 60 lampadine e una lampada centrale più grossa. Naturalmente è dotata di un arganello per abbassarla e sollevarla. Nel  mese di giugno 2006 la lumiera è stata, come si dice rimessa a nuovo. Non solo è stato rifatta la parte elettrica, ormai usurata, ma con un'operazione incredibile ogni parte del lampadario, i 60 bracci in metallo dorato, i 60 porta lampadine, ogni cristallo, pezzo per pezzo, è stato smontato, restaurato, pulito, lustrato...Gli innumerevoli cristalli, ad uno ad uno, sono stati sgranati,
liberati dalle legature metalliche arrugginite, lavati, asciugati e infine rilegati con filo metallico nuovo per formare nuovamente le decorazioni pendenti. Il risultato è splendido. Grazie a don Giovanni e a don Mario, al loro amico elettricista, e ad alcune signore della parrocchia che hanno lavorato senza tregua per alcuni giorni per il restauro dei cristalli.

La lumiera restaurata

Vediamo ora di conoscere la storia dell'elemento che caratterizza maggiormente l'interno della chiesa: le sue sette vetrate. In origine, " i vetratoni", - così li chiama l'architetto Francolini - erano più semplicemente decorati da losanghe di vetro colorato e gli infissi erano in legno verniciato. Nel corso degli anni quelle vetrate, oltre che dall'usura del tempo e dal salmastro, vengono danneggiate più volte dalle intemperie e dalla forza delle libecciate, alle quali espongono la loro slanciata e fragile superficie. Finalmente nel 1940 viene messa in programma la loro sostituzione. Infatti, il parroco del tempo, don Angelo Vincenti, ha voluto consacrare con grande solennità la nostra chiesa al suo Santo protettore e per l'evento, fece opere di abbellimento e di restauro. In occasione di questo importante avvenimento furono istallate le vetrate attuali. Correva l'anno 1942.

L’insieme delle 7 vetrate

Le vetrate, sono vere e proprie opere d'arte del maestro vetraio prof. Bruno Masini che le eseguì nella sua bottega in via dell'Arcolaio a Firenze. Furono offerte dalla generosità dei parrocchiani, come annota Don Vincenti: "...alcune eminenti famiglie del paese, dopo aver loro dimostrato la necessità e la convenienza, mi elargivano i finestroni istoriati...
Osserviamole partendo dalla vetrata centrale del coro, dietro all'altare. È un'immagine del Sacro Cuore che ricorda la solenne consacrazione al S. Cuore di tutto il popolo e dei soldati avvenuta il 21 febbraio 1941. Sono anni di guerra...Venne offerta dalla famiglia del Cav. Vincenzo Barabino.

Vetrata del Sacro Cuore (particolare)

Alla sinistra del Sacro Cuore è raffigurato S. Leopoldo, giovane con le insegne regali. L'opera fu elargita dalla direzione della Cassa di Risparmi di Livorno, quale omaggio al patrono di Vada.
La vetrata di destra è dedicata a S.Francesco, patrono d'Italia e fu offerta dal Gr.Uff. Giuseppe Piaggio, in memoria della sorella Maria Carlevaro.

Vetrata di San Leopoldo (particolare) Vetrata di San Francesco (particolare)

Lasciamo alle nostre spalle il coro e avviamoci verso l'uscita. Alla destra, sopra l'altare del Cristo morto, la vetrata raffigura S. Francesco di Paola, donata da Giuseppe Carlevaro in memoria di Silvia Carlevaro Parodi. Procedendo verso l'uscita, a destra vediamo il finestrone con S. Giorgio che uccide il drago, dono di Francesco Serra - Agostino Bevilacqua - Ranuccio Silva.

Vetrata di S. Francesco di Paola (particolare) Vetrata di San. Giorgio (particolare)

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