“I TESORI DI SAN LEOPOLDO”

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Entriamo in chiesa...

Adesso immaginiamo di entrare anche noi nella chiesa: ci stupiremo di come questo edificio che ci sembra di conoscere, riservi invece delle scoperte. Saliamo i bianchi gradini di breccia. Ci accoglie il porticato formato da otto colonne di travertino che sostengono 10 archi. Ecco come Felice Francolini ci spiega perché ha dotato l'edificio del porticato. "Mi parve opportunissimo il portico, dal quale viene offerto un ricovero a quei più lontani che devono attendere alle sacre funzioni o che un gran concorso di folla costringe ad assistevi fuori di chiesa. Inoltre, per il lato del decoro, mi è sembrato che il portico dovesse considerarsi parte essenziale di una chiesa di campagna.“  Ossia portico come spazio per accogliere chi aspetta, chi non trova posto perchè la chiesa è strapiena e come elemento architettonico adatto ad una chiesa di campagna.

Il portico

Nella lunetta sopra il portale di ingresso vi è stato collocato in tempi recenti, precisamente nell'anno l995, un grande bassorilievo in terracotta, opera della scultrice concittadina Franca Frittelli, ispirato a San Leopoldo. L'opera raffigura i vadesi che svolgono le loro attività quotidiane sotto lo sguardo e nell'abbraccio paterno del patrono, ad indicare che i rapporti di convivenza umana, nel paese, dovrebbero essere permeati dallo spirito che ha caratterizzato la vita di questo Santo.

Il bassorilievo sulla porta di ingresso

Il grande portale centrale è affiancato da due porte laterali che danno accesso ad un andito ricavato nello spessore del muro. Da qui due scalette di pietra, con le loro spirali conducono ad un coretto stuoiato che prende luce da 5 finestre circolari che guardano alla cantoria e all'esterno, sulla piazza.

Scala a chiocciola in pietra Il coretto

La cantoria, appoggiata in parte sulla grossezza del muro, sporge verso la chiesa, sostenuta da mensole di travertino. Dalla cantoria si può osservare la struttura di tutto l'interno della chiesa. L'architetto Francolini la descrive così:
 
“La chiesa è in forma di croce latina, terminata di coro semicircolare, coperto a volta. Sono similmente coperte a volta le due cappelle e i piombi delle pilastate del braccio lungo… Prende luce, la chiesa e il coro da sette finestroni, molto grandi e alti da terra e da otto occhi che rispondono alle lunette della cupola..”

La cantoria Vista dell’interno della chiesa

Nella cantoria ha trovato il suo posto naturale l'organo. Apprendiamo la sua storia dal racconto del sacerdote Giuseppe Pannocchia che fu parroco di Vada dal 1869 al 1874. Egli scrive: L’ organo che esiste in questa chiesa è stato fatto dal signor Cesare Tronci di Pistoia. Il detto signor Tronci fece questo organo per il solo scopo di mandarlo all'esposizione di Firenze nell'anno 1859. Dopo tale esposizione riteneva questo organo nella sua fabbrica dandolo a nolo in questa e in quella chiesa. Fu sentito e provato quest'organo da un amico di me sottoscritto e avendomelo grandemente lodato, pensai di farne acquisto. Mi rivolsi al mio ottimo popolo, gliene parlai una sola volta e senza altro andai casa per casa affinchè tutti si sottoscrivessero ad una oblazione. Ma a questa non si iscrissero che pochi possidenti”…

Foto dell’organo e particolare

…“I contadini mi pregarono piuttosto che io in tempo di raccolta mi fossi recato alle covonaie che mi avrebbero dato un poco di grano. Siccome l'organo importa L. 1400 pensai di andare questuando per due anni. Così feci, e in due anni raccolsi la somma di L. 1300 sicché le altre 100 le misi di tasca mia. Prima di fare gli accatti dissi dall'altare al popolo che l'organo di cui io faccio acquisto era di proprietà del popolo stesso essendo che veniva fatto dal popolo mediante le sue oblazioni. Tutti restarono contenti e il 15 di agosto dell'anno 1871 l'organo era al posto e fu consegnato a me sottoscritto e al popolo di Vada dal signor Caputi Giovanni organista, dal signor Pini Serafino maestro e dal signor Ugo Giorgi parimenti maestro".

Preparazione dei covoni durante la raccolta del grano a Vada

L'organo è stato più volte restaurato: nel 1922 ad esempio. Sessanta anni dopo, in una pagina del giornale Regnum Christi dell'anno 1982 leggiamo:
Il giorno di Pasqua, dopo quasi cinquant'anni di silenzio, l'antico organo della nostra chiesa si è risvegliato e il suo suono ha fatto sentire nuovamente le sue melodie. La spesa di circa otto milioni è stata coperta con le generose offerte dei parrocchiani e degli amici di Vada, che hanno così imitato i loro antenati del 1871.
Anche all'ultimo restauro, avvenuto nel 1997, ha provveduto la comunità parrocchiale. Così la sera del 14 novembre 1997, in occasione dei festeggiamenti del santo patrono le note dell'organo riempiono di nuovo le volte della chiesa colma di gente ed accompagnano la corale De' Monte: è il primo concerto che ha luogo in questa chiesa. Avreste mai pensato che questo organo fosse protagonista di una storia così? Ma ogni oggetto qui dentro ha la sua storia. Alcune le abbiamo trovate. Nel conoscerle scopriamo che gli oggetti evocano persone, vicende e relazioni umane che animano le cose e, in tal modo esse ci diventano familiari e significative.

Foto dell'organo restaurato

Questa statuetta, visibile vicino alla porta di ingresso, collocata in alto a sinistra, sopra il fonte battesimale, ha anch'essa la sua piccola storia. E'di fattura molto pregevole, scolpita nel marmo e raffigura Giovanni il Battista. E’ opera dello scultore Luigi Magi ed è stata donata alla nostra chiesa dal Granduca Leopoldo II. Si dice che il viso della statua ritragga le sembianze del suo donatore, il Granduca. La statuetta era posta sopra la base del fonte battesimale originario come intravediamo nella fotografia.
Il primo parroco di Vada, Don Meazzini, ci ha lasciato la memoria del primo battesimo in questa chiesa:

"
II fonte battesimale di questa chiesa, tutto di travertino di Rosignano, con statuetta al di sopra in marmo, del celebre scultore Magi, dono di S.A.I. e R., fu solennemente benedetto da me, parroco novello, il sabato santo di questo anno -19 aprile 1851- e fu portato un infante di sesso femminino, figlio di Nicola Rovini, a cui furono imposti i nomi di Filomena, Annunziata, Caterina.“ Quel fonte battesimale che era collocato nella nicchia formellata, dove attualmente c'è la statua in legno della pietà di Rolando Filidei, nel 1948 fu smantellato e sostituito con quello attuale, di marmo. Il massiccio fonte antico, in travertino di Rosignano si trova ora nel corridoio della sacrestia. La statuetta, invece fu collocata sul muro, sopra una piccola mensola esagonale di marmo.

La statuetta di San Giovanni Battista

 ...continuiamo la nostra visita...

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