I Quaderni Vadesi presentano:
“I TESORI DI SAN LEOPOLDO”
Testo e foto a cura della Parrocchia (per gentile concessione)

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La costruzione...

E' un lunedì il 22 gennaio 1844. In quel di Vada c'è un gran fervore di lavori nel grande spazio che si stende, lato monte, prima dell'edificio della Dogana, dove alloggia una piccola guarnigione di Cavalleggeri in forza alla Torre millenaria . E' una giornata fredda, ma il tempo è bello.
Dal modesto rilievo dove si stanno affaccendando le persone, la vista spazia oltre la Torre, libera, fino al mare. Non ci sono case
, non c'è la piazza: non c'è il paese. Che cosa stanno facendo allora queste persone su questa distesa quasi disabitata e desolata? Sta accadendo un fatto importante e la sua memoria è rimasta impressa nei documenti.

Planimetria ante anno 1850. La zona della torre (senza la piazza)

Questo manoscritto è diretto al Granduca Leopoldo II , sovrano della Toscana. Lo scrivente è il signor Pietro Municchi, Sovrintendente del Demanio statale del Granduca. Il sovrintendente comunica:
“Altezza Imperiale e Reale. Oggi, lunedì 22 gennaio, s'incominciano lo spiano dello spazio e l'escavazione delle fondamenta sopra i quali deve sorgere la nuova chiesa parrocchiale di Vada, la quale Vostra Altezza Imperiale e Reale comandò che fosse costruita per veneratissima Sua Sovrana Risoluzione del dì 7 settembre 1842 e di cui approvò e precisò i modi con l'altra successiva del dì 13 dicembre ultimo passato.”
I lavori che hanno inizio questo soleggiato lunedì sono il punto di arrivo di un periodo non breve di ideazione e di progettazione.

Il Granduca  Leopoldo II La lettera di Pietro Municchi

Viene incaricato della progettazione Felice Francolini, fiorentino, Architetto e Ingegnere capo dell‘Ufficio Tecnico Granducale.

Breve profilo di Felice Francolini: nasce a Firenze nel 1809. Rimasto orfano giovanissimo, ha per tutore Giovan Battista Silvestri, che lo avvia agli studi di architettura presso l’Accademia di Belle Arti. Nel 1838 incide tutte le mappe relative alla bonifica della Maremma e l’anno successivo pubblica un saggio Delle Stime dei Beni Stabili e del modo di renderne conto. Oltre alla  carriera professionale è anche Accademico dei Georgofili e membro del Collegio dei Professori dell’Accademia di Belle Arti di Firenze anche nel periodo posteriore all’unità d’Italia, oltre che socio e presidente del Collegio degli Architetti e Ingegneri di Firenze, perito di parte per la Magistratura e per la Curia, consigliere e deputato della Provincia, Sindaco di Bagno a Ripoli, nonché deputato presso l’Opera di Santa Maria del Fiore. È autore di varie chiese ‘leopoldine’ nell’area maremmana (San Leopoldo a Vada, parrocchiale di Pitigliano ed altre.) Muore nel 1896.
Ritratto di Felice Francolini
Disegno del villaggio di Vada. In basso la piazza e le strade principali

Un anno dopo, il 30 ottobre del 1843, il Francolini sottopone all'approvazione del Granduca i disegni della Chiesa: la pianta, i prospetti, lo spaccato longitudinale. 

Facciata Pianta Vista longitudinale

Nel dicembre arrivano gli stanziamenti per dare inizio all'opera, come leggiamo nel documento che segue:
Sua Altezza Imperiale e Reale
Alla cui suprema considerazione è stata rassegnata la rappresentanza ... relativa all'allivellazione di un perimetro per la costruzione di fabbriche presso il forte di Vada colla veduta di formare ivi un villaggio, e all'edificazione nel luogo istesso di una Chiesa parrocchiale con casa canonicale, con veneratissimo dispaccio di questo stesso giorno...si è degnata autorizzarla erogare in quest'anno:
nelle spese relative al n
uovo villaggio                                        lire seimila cinquanta
nelle spese per il piano stradale del vione                                   lire mille
nelle spese per la coltivazione del Tombolo                                 lire ottocento
nelle spese dei fondamenti della chiesa, secondo il preventivato disegno  lire settemila.

I documenti degli stanziamenti

Per il Granduca è tanto significativa questa realizzazione, che il 23 maggio 1843, un sabato, era venuto nella zona di Vada per stabilire e segnare di persona sul suolo gli spazi dove far nascere la chiesa e il villaggio. Queste opere, infatti, rappresentano per lui il coronamento dell'imponente lavoro di bonifica della costa toscana, da Rosignano a Grosseto, che Leopoldo II aveva intrapreso e portato avanti con tenace determinazione, come fosse una missione personale nei confronti dell'inospitale terra maremmana. Così giungiamo a questo 22 gennaio 1844. Ci sono gli operai, i tecnici e sono arrivati da Firenze il sovrintendente Municchi e, naturalmente, l'architetto Francolini. I lavoro di scavo delle fondazioni perimetrali è rallentato da infiltrazioni di acqua, così la cerimonia per la posa della prima pietra deve essere rimandata fino al 5 febbraio 1844.

Questo era l’aspetto del  padule di Vada

L'iscrizione inserita nella prima pietra, composta in latino dal vicario generale della diocesi di Firenze, monsignor Grazzini, suona così:
“Il 7 settembre 1842, Leopoldo II - con grande lungimiranza - dopo aver suddiviso secondo il diritto di enfiteusi tra più famiglie la campagna di Vada perché fosse coltivata, decretò che doveva essere costituita una parrocchia appartenente agli abitanti, per educare gli animi nella fede e - dopo che era stato tracciato lo spazio del tempio in onore di san Leopoldo, - Sabatino Marcacci, sacerdote di Rosignano, con l'autorità ricevuta da Geronimo Gavi, preposto alla chiesa di Livorno con potere vicariale durante il periodo di carica vacante per l'elezione del nuovo vescovo, alle none, (ossia il giorno 5) di febbraio 1844 pose la sacra pietra inaugurante.”
Il sovrintendente granducale cavalier Municchi scrive al granduca per raccontare che è una giornata freddissima, ma di tempo asciutto e che sono presenti oltre 500 persone, con tutte autorità di Rosignano, a partire dal Gonfaloniere e il presidio militare della Torre. Alla fine tutte le autorità sono invitate ad una colazione campagnola dal livellare Caputi, ai due casoni.

L’iscrizione della prima pietra

La chiesa viene aperta al culto nel 1850 ed eretta a parrocchia prioria il 28 marzo 1851. Il Granduca desidera che sia posta sotto la protezione del santo di cui porta il nome: San Leopoldo, santo molto antico, margravio, marchese diremmo noi, che regnò sull'Austria inferiore dal 1095 al 1136 col nome di Leopoldo III il Pio.

I primi vadesi

Ed ora entriamo in chiesa...

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