Castiglioncello ieri  

1911 - Il Miramare con i lavori in corso, castello e stazione sono pronti. Il Miramare negli anni '20 1912 - Cartolina pubblicitaria del nuovo Hotel 1913 - Il Miramare domina il Porticciolo Il Miramare nel 1918 Il Miramare nel 1922 Il Miramare nel 1932 Miramare anni '30. In alto villa Servadio-Giurati a un passo dal 'Museo' sul poggetto del promontorio. Miramare anni '30. Il Miramare nel 1934 Miramare nel 1940 Miramare anni '70
 

 L'Hotel Miramare aperto nel 1912

Nell'Agosto 1911 un giovane intraprendente imprenditore di Carpi, Romolo Monti, ottiene un terreno dal barone Patrone per costruire un grande albergo. I lavori, intrapresi dall'impresa Serredi, sono ultimati con grande celerità in meno di un anno e il 14 Luglio 1912 l'albergo Miramare viene inaugurato. Monti, diciottenne si era recato in Argentina, costituendovi una cospicua fortuna commerciando attivamente. Nel 1910, a Montecatini Terme, conobbe il Barone Lazzaro Patrone, dal quale acquistò alcuni terreni in prossimità del Porticciolo di Castiglioncello, terreni già appartenuti a Diego Martelli. Qui si stabilì nel giugno del 1912, intraprendendo rapporti di amicizia con artisti e personalità notevoli della cultura dell'epoca. Vi trascorrono le loro vacanze personaggi illustri. Dopo Oscar Chiglia, capitato nell'anteguerra e innamoratosi della località e dopo il ministro Ettore Sacchi, vi alloggia per un anno intero con la famiglia, il principe Bariantinsky, fuggito dalla Russia nei giorni della Rivoluzione. Ma con la rinnovata e travolgente ripresa turistica si danno convegno al «Miramare» esponenti della politica, dell'aristocrazia, della cultura e dell'arte tra i quali Medardo Rosso, Arturo Toscanini, Ettore Petrolini, Giovanni Papini, Ardengo Soffici. Di rilievo anche la permanenza estiva di Madame Solvay Semet con il figlio.
Anche Romolo Monti, come parecchi altri è ammaliato a prima vista da Castiglioncello. È uomo dalle decisioni rapide, temprato da avventure e da imprese risolte con alterna fortuna, in Argentina, anche in minuscole località delle “Pampas”, fuori del mondo. Scrive in un suo libro di memorie che si intitola “Il mio solco”, dedicato ai familiari
(scaricabile dal sito): “... venivo dal paese degli alberghi, Montecatini, e qui non ce n'era nessuno. Pensai se fosse stato possibile colmare la lacuna; era probabile collaborare al bene del paese e nel contempo ritrarre, con la mia collaborazione, un vantaggio personale. Laboriose trattative, durate parecchi mesi, coronarono la mia idea ed acquistai un grande terreno fra il mare e la pineta, nella miglior posizione per lo scopo prefissomi, che il castellano barone Patrone mi cedette con l'impegno di costruire un Hotel; diffidente com'era e non conoscendomi accese un'ipoteca legale sulla proprietà vendutami, a sua piena ed assoluta garanzia. Ciò si concluse a fine agosto 1911. Subito dopo la febbre del fare mi colse...”. La data di inaugurazione del vasto ed elegante complesso sul golfo è infatti fissata per il 1° luglio del 1912, quasi da non credere. “Il terreno mio aveva ed ha una superficie di oltre settemila metri quadrati... Le piogge avevano scavato dalle due parti laterali due botri o fossi profondi che affluivano al mare. C'erano solo due gruppi di lecci ed un piccolo pino, al confine... e pensai subito che ci sarebbe voluto un giardino, per rendere il posto attraente...”. Poi lascia una striscia di terreno per il fronte principale su Via del Porto, inizia le fondazioni, fa provvedere allo scasso della parte che guarda il porticciolo e realizza il terrapieno, riceve dal prof. Giusti di Pescia le piante del fabbricato e nel mese di novembre affida ad un'impresa castiglioncellese la costruzione delle mura, delle pareti e del tetto. “Ero giovanissimo e solo mezza-mestola” ricorda in proposito il gagliardo nonuagenario Giorgerini “ma si lavorava a cottimo, sotto i Serredi, senza perdere un minuto. Bisognava rispettare i tempi dell'appalto ed il proprietario era sempre lì, a vigilare”. La testimonianza è in linea con l'incessante e quotidiano impegno di Romolo Monti. Il 14 luglio 1912, a Castiglioncello, si inaugura l'Hotel Miramare, arredato con cura e buon gusto in ognuno dei suoi locali, completato dal ristorante panoramico e perfino da una pista di pattinaggio, semicoperta, realizzata vicino alla spiaggia, nell'ampio giardino che sta nascendo. Pare un miracolo. Il “Miramare” diventerà, poi, il fulcro della vita balneare e mondana, culturale e sportiva, economica ed artistica dell'ambitissimo approdo.
Alcune  citazioni storiche sono brevi sintesi ricavate dai volumi "Quaderni di storia" di Celati - Gattini.

                         Biografia completa di Romolo Monti nella sezione PERSONE
Foto 8
- Villa Giurati, nasce con la famiglia Servadio e assume in un secondo tempo anche il nome di Giuriati in quanto l'ammiraglio Giuriati sposò una Servadio. L'ammiraglio, diventato Capo di Stato Maggiore della Marina, visse con la famiglia le estati di Castiglioncello per molti anni, godendo la bellezza del mare prospiciente. La villa è stata poi acquistata da signori olandesi.
                                                     Nasce la passione per la vela  
Verso la fine degli anni venti si cominciano a vedere nel golfo dell'Ausonia le prime barche a vela  di proprietà dei facoltosi residenti nelle ville del promontorio e sulle quali i giovani locali, si fanno le ossa come estemporanei equipaggi. Tanto basta perchè la incontenibile passione velica cominciasse a germogliare dando i suoi frutti. Castiglioncello poteva contare su poche e pesanti lance armate a vela latina. Si faceva notare solo lo “Sputafuoco” dei Martinetti con motore diesel a testa calda (quello del trattore Landini) che non era certo il massimo dalla silenziosità e del confort. Altri nomi sono passati alla storia: “l’Alba II” dei Samuelli, la “Zaratina” e la “Gifula” dei Diaz. Intorno a queste barche si aggregano gli appassionati che vi stazionano tutto il giorno in estatica ammirazione, in primis gli squattrinati giovani locali sempre pronti a vere "navigazioni di fortuna" con un patino o peggio, un cassone di legno a vela (un pezzo di lenzuolo armato su due legni a croce) e via con il maestrale di poppa, lungo costa...Negli anni '30 l'affluenza si fa più qualificata e cominciano a farsi vedere barche importanti dalle grandi vele come quelle dei Caracciolo e degli Ercolani, ma anche i ragazzi cominciano a sfrecciare per il golfo con i primi "sandolini" monoremo come i Milani. Ormai il pionierismo è alle spalle e le esigenze delle ricche famiglie condizionano tutta l'attività balneare, anche quella che si dedicherà alla cura delle ricche imbarcazioni, finchè a guerra conclusa si comincerà a pensare di organizzarsi con un'attività nautica specializzata con tanto di circolo e ormeggi.

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