Gli ospiti di Castiglioncello  Cronache


Da "Il Corriere della Sera" del 26-06-1991

Castiglioncello, fine del mito
 Attori e registi snobbano quella che fu una capitale del riposo
Antiche stagioni e nuovi riti hanno cambiato il volto di un consolidato approdo dell'estate

E' dal tempi del film «Il sorpasso», girato qui da Vittorio Gassman giovane, che il cinema abita sempre meno d'estate in queste ville sulla scogliera; ma le ombre dei grandi attori e registi aleggiano tra i tavolini del caffè Ginori.
Basta vedere una volta l'anno Marcello Mastroianni passeggiare in paese, a braccetto con la prima moglie. per illudersi che siano passati giorni da quando Cinecittà ha scelto altre spiagge.
Ora arrivano tedeschi con le guide che riportano anche le ubicazioni delle industrie chimiche e relativi scarichi.
Non basta che la macchia nera non sia arrivata; bisogna convincerli e rincuorarli che la macchia bianca davanti alla Solvay è calcare in polvere e niente più. Il bagno si può fare.
Ma la vera differenza rispetto al «ruggenti» anni Sessanta e Settanta è che i turisti col marco forte o col centone facile sono fin troppo normali, senza un tocco di follia o di magia. e non fanno più sognare nessuno. Forse perché i cacciatori d'autografi devono accontentarsi dei Jerry Galà e Renato Zero, s'ingigantisce il mito del passato, del lino bianco di Luchino Visconti, del tennis club in pineta dove si ritrovavano Sordi, Giuff'rè, Panelli, il maestro Trovajoli, De Sica.
E anche se non si vive soltanto di ricordi, la nostalgia delle antiche stagioni non risparmia nessuno.
Non ne è esente nemmeno la maggioranza assoluta Pds insediata in Comune, quando decide i progressivi destini di Castiglioncello con l'occhio rivolto alla sua belle epoque. Tanta che punta sul balletto e sul concorso ippico, sinonimi di un turismo «elitario».
«Siamo in Maremma e l`equitazione è sempre stata popolare», sdrammatizza Giuseppe Danesin, già sindaco di Rosignano (Castiglioncello è una frazione), ora assessore provinciale alla cultura.
La sua è realpolitik: se le esibizioni del Mancinelli e D'Inzeo richiamavano diecimila persone, si augura di poter vedere presto i loro eredi caracollare nella stessa elegante cornice di una volta. La danza poi, la considera un fiore all'occhiello: già va in giro per i teatri
«l'ensemble Castiglioncello», grazie all'idea del Comune di togliere gli occupanti abusivi dalla rocca medievale e ospitarvi tutto l'anno Misha Van Hoecke, coreografo di Muti alla Scala, con la sua compagnia.
Invece di pagare l'affitto, il corpo di ballo presenta le sue prime nel paese di cui porta il nome e dov'è ormai radicato un festival annuale di
danza.
Le cultura è l'unica alternativa al calo dell`industria, spiegano in Comune, citando i quattromila occupati ridotti a meno della metà alla Solvay, fabbrica madre-padrona del paese, un tempo proprietaria perfìno delle strade di Rosignano.
Nessuno però, tra questa gente a forte percentuale comunista, disconosce i meriti almeno passati della multinazionale radlcata col monopolio della soda caustica che
«consentì agli operai di giocare al tennis e andare a vela come facevano i principi.
Il rapporto privilegiato tra Comune e Solvay (
grazie al quale lo stabilimento continua a scaricare in mare duecentomila tonnellate all'anno
di fanghi bianchi, carbonati, un tempo contenenti, ora non più, anche mercurio) ha subito un duro colpo nell'88, quando la richiesta della società di avviare una produzione di materiale plastico, Pvc, fu sottoposta a referendum.
«E i cittadini risposero "no", smentendo i maggiori partiti favorevoli al nuovo impianto. In nome dell'occupazione, avevano prese per buone le garanzie sulla sua compatibilità, mentre il Pvc è un composto tossico cancerogeno, dice Mauro Doveri, medico, che guida attualmente il fronte ambientalista.
Vinta quello battaglia il dottore ne sta aprendo un'altra, contro il porticciolo da cinquecento barche in progetto a Crepatura: «E' la zona dove aveva la villa Gronchi, ed è protetta da tre vincoli. A dispetto dei quali però c'è chi dice sia consentito costruire mezzo chilometro di diga e seppellire sotto una coltre di cemento spessa quattro metri quegli scogli eolitici. Stavolta senza alibi perché il prezzo di tanto
disastro sarebbe una decina di posti di lavoro. Abbiamo già raccolto più di tremila firme per il no», annuncia Doveri facendo balenare la minaccia di un altro referendum.
Tra le cose in positivo rimarca Gianfranco Martino, voce degli Amici di Castiglioncello», c'è che il mare è passato a pieni voti all'esame della «Goletta verde».
Attenzione. dunque, a non giocarsi alla roulette della speculazione una risorsa così intatta; cioè non fare il bis di quanto accaduto sulle colline dipinte dai macchiaioli, Fattori, Lega e oggi ricoperte di miniappartamenti.
I condomini da una parte, i campeggi dall'altra non hanno premiato il turismo di qualità. E siamo noti più impazienti della svolta promessa», confessa Lorenzo Tanganelli. presidente degli albergatori, spiegando che la ricettività si riduce a trenta aziende a carattere
familiare e soltanto un paio dl hotel qualificati.
Poi capita a sera, e non per un test. dl sceglierne uno dei due, quello ricavato dell'ex villa del gioielliere Bulgari a picco sul mare.
La camera c'è, una bistecca no: anche se sono le 20, è già tutto finito.
Da noi il turismo non era apprezzato per la sua disponibilità? Cose di una volta, quando a Castiglioncello c'era Cinecittà.
                                                                                                                                                 Camillo Arcuri

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