VINCENZO CATARSI: un ricordo
E così anche Vincenzo è arrivato al giro di boa. Una traversata nel lungo mare della vita durata 86 anni. Lui, che aveva fatto del...mare una ragione di vita, non potendo essere altrimenti appartenendo ad una famiglia dove tutto sapeva di mare. Pescatore suo padre Romolo, pescatori gli zii Autilio e Bruno. La sua vivacità e dinamicità intellettiva, la voglia di inventare, di essere soggetto attivo, lo avevano distratto anche dagli studi universitari da una ipotizzata laurea in ingegneria. Prima inventò con il fratello Bruno il dancing La Barcaccina che all’epoca, anni 50, raggiunse livelli di notorietà pari a quelli della Bussola di Viareggio con frequentazioni di artisti famosissimi, Mina, Arigliano, Chat Baker e via via cantando e suonando. Ma era il mare lo stimolo più forte, la progettazione, lo studio, la costruzione di scafi di diversa utilizzabilità nautica, dalla vela al motore, sempre sperimentando le diverse soluzioni per migliorarne i risultati. Ci ricordiamo il piccolo, ma velocissimo catamarano Gemini con cui da ragazzi ci divertivamo a planare sulle onde, sperimentandone le caratteristiche che, essendo privo di fiocco non riusciva a “virare” di prua, ma solo a “strambare”. Ed allora Lui per rimediare ci aggiunse un fiocchettino. E poi un altro catamarano più grande e più veloce, i patini, il palinuro, il portofino, ed imbarcazioni a motore sempre più importanti fino ad arrivare nel 1973 al geniale varo delle pilotina Calafuria. Costruita in più dimensioni, da 7 a 12 mt, per il diporto e per la pesca che, come amava dire lui: "non c’è mare nel mondo dove non navighi una sua pilotina” e lo testimoniano le migliaia di esemplari prodotti. Ma alla sua effervescenza e genialità progettuale ed al successo delle sue creazioni non corrispondeva un adeguato riscontro economico, ma ripetute traversie ed intoppi commerciali. Anche dopo l’abbandono dell'attività commerciale non smise di progettare mettendo a disposizione le sue idee ed immense competenze al mondo della costruzione nautica. Il suo amore per il mare, la sua voglia di diffonderne la passione, lo portò nel 1968, un cinquantennio fa, insieme ad altri ad essere uno dei fondatori del Circolo Nautico Vadese. Di sicuro il mondo e quello della nautica in particolare, si sarà impoverito, mancherà un po’ di quella genialità che è patrimonio di pochi, di quei pochi che hanno incommensurabilmente qualcosa in più e che fa di loro personaggi unici. Siamo certi che con il suo modo di essere, affabile, simpaticamente ironico, alla mano, troverà un suo ruolo attivo anche nell’immenso mare dell’aldilà. Riposa in pace. Mario Baldeschi Presidente Circolo Nautico Vadese.     
Il Tirreno 18.06.2018