Vada ieri/1°Maggio   
1914 - Il secondo da sx è Dardo Dardini (sindaco nel'44), il terzo Menotti Saggini, in bici Leone Bernini. 1916 - Alla Pietrabianca 1919 - Alla Pietrabianca 1948 1953 - A destra Dardo Dardini, il terzo da dx Domenico Favati
1° Maggio in pineta di Vada con la zuppa e fiaschi di vino, una tradizione fin da inizio '900
(Foto arch. Pardini e per gentile concessione del C. di Frazione di Vada)

                                   Il 1° Maggio dal 1891
La Festa del Lavoro è una festività celebrata il 1º maggio di ogni anno che intende ricordare l'impegno del movimento sindacale ed i traguardi raggiunti in campo economico e sociale dai lavoratori. Molte nazioni al mondo la riconoscono, ma non in tutte. E' una commemorazione nata alla fine dell'ottocento in ricordo del «massacro dell'Haymarket di Chicago», avvenuto in seguito alla prima manifestazione nazionale per la giornata delle 8 ore anzichè 12 o più, fissata il primo maggio 1886 dai sindacati americani. In tutti gli Stati Uniti ci fu una grande mobilitazione che durò anche nei giorni successivi. Il 3 di maggio i lavoratori in sciopero di Chicago si ritrovarono all'ingresso della fabbrica di macchine agricole McCormick. La polizia, chiamata a reprimere l'assembramento sparò sui manifestanti uccidendone due e ferendone diversi altri. Per protestare contro la brutalità delle forze dell'ordine gli anarchici locali organizzarono una manifestazione da tenersi nell'Haymarket square, la piazza che normalmente ospitava il mercato delle macchine agricole. Circa 2000 persone si radunarono per manifestare pacificamente. Ad un certo punto un ufficiale ordinò di disperdere la folla. In risposta uno sconosciuto manifestante gettò una bomba che uccise il poliziotto Mathias J. Degan. A quel punto le forze dell'ordine iniziarono a sparare sulla folla. Sette poliziotti rimasero uccisi da fuoco amico, insieme a 4 manifestanti mentre decine di loro rimasero feriti. Sette persone, direttamente o indirettamente legate agli anarchici che avevano organizzato la manifestazione, vennero giudicate responsabili degli scontri. Sette furono condannati a morte, uno scontò 15 anni di carcere. Il presidente Grover Cleveland allora decise che la festa del primo maggio avrebbe potuto essere indicata per ricordare il grave episodio. La data fu adottata anche in Canada nel 1894, sebbene il concetto di festa del lavoro si riferisca a manifestazioni di lavoratori tenute a Toronto e Ottawa nel 1872. Tre anni più tardi, a Parigi, nel corso del congresso fondativo della Seconda Internazionale Socialista, organizzazione che riuniva i partiti socialisti e i movimenti a tutela dei lavoratori di venti paesi nel mondo, si decise di proclamare, in ricordo del massacro dell'Haymarket square, il primo maggio festa internazionale dei lavoratori. Sindacati e partiti aderenti avrebbero dovuto proporre alle singole autorità nazionali una petizione che istituisse per legge la festività. In Italia la prima celebrazione della festa dei lavoratori si tenne a Roma nel 1891. In quell'occasione la città venne occupata da poliziotti, carabinieri, corpi dell'esercito e squadroni di cavalleria. Circa 200 operai si riunirono a Testaccio, ma vennero dispersi dalle forze dell'ordine. Lo stesso accadde ad altri assembramenti in Piazza Vittorio Emanuele e in Porta Trionfale. Fino al maggio 1898, anno in cui il generale Bava Beccaris represse nel sangue i «moti del pane» a Milano, la festa dei lavoratori fu vietata e repressa dalle autorità. La situazione iniziò a migliorare progressivamente gli anni successivi e soprattutto con i governi di Giovanni Giolitti. Il primo presidente del Consiglio a riconoscere i sindacati come interlocutori ebbe tuttavia un atteggiamento ambivalente nelle indicazioni fornite ai prefetti locali. Tollerante con gli operai del Nord, duro con i braccianti del centro sud, a cui fu permesso manifestare, ma sempre sotto lo stretto controllo dei gendarmi.

Durante il ventennio fascista tuttavia la festa dei lavoratori venne abolita. Mussolini la sostituì con la celebrazione dei natali di Roma (21 aprile). Il primo maggio continuò, anche se in clandestinità. Si sarebbe tornati a festeggiare la festa dei lavoratori solo dopo la guerra, a Roma il primo maggio 1945. Non cessarono tuttavia le violenze. Nel 1947 la festa dei lavoratori a Portella della Ginestra (in provincia di Palermo) venne funestata dalle raffiche di mitra della banda del bandito Giuliano, che fecero 11 morti e 27 feriti. Su chi fosse il reale mandante della strage ci si interrogò per anni e ancora oggi c'è chi la definisce il primo capitolo della strategia della tensione.
Nel corso degli anni '50 e '60 le celebrazioni del primo maggio (diventata ormai festa nazionale) furono un momento di divisione tra le forze sindacali. Solo Cgil e Uil lo festeggiavano, mentre la cattolica Cisl preferiva commemorare la festa di San Giuseppe lavoratore il 19 marzo. L'autunno caldo e le lotte per i diritti dei lavoratori ricompattarono le organizzazioni sindacali che tornarono a festeggiare la ricorrenza insieme dal 1970.
Dal 1985 i segretari di Cgil Cisl e Uil scelgono una località simbolo per festeggiare. Nel 2009 è stata L'Aquila per via del terremoto. Nel 2010 Rosarno, per via delle rivolte dei braccianti immigrati. Il concertone del primo maggio è stato organizzato per la prima volta nel 1988.

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