Vada S. Gaetano
              Scavi 2005

         TESORI ROMANI SOTTO IL SERBATOIO DELL'ETILENE
           Ma l’area è vietata agli scavi, a meno che il serbatoio non traslochi.


  Sotto il bombolone Solvay, sotto i tubi che dalle navi portano l’etilene al pontile, perfino sotto il parcheggio gestito da Nuovo Futuro ci sono strutture risalenti al I secolo dopo Cristo. Ne è certa la professoressa Marinella Pasquinucci, direttrice degli scavi di San Gaetano, visitati ieri dal sindaco Alessandro Nenci e dall’assessore Alessandro Franchi, accompagnati da dirigenti e responsabili di uffici comunali. Con loro la direttrice del museo archeologico di Rosignano Marittimo Edina Regoli. La certezza della presenza di reperti sotterranei sotto gli insediamenti industriali deriva dai materiali affiorati dal terreno che riportavano a una costruzione sepolta. Vada Volaterrana, infatti, si estendeva originariamente dalla zona del bombolone dell’etilene fino, presumibilmente, all’area dove oggi sorge la chiesa di Vada. Ma in quei siti, fatta eccezione per il parcheggio, al momento non è possibile scavare. A meno che non vada in porto l’attuazione del progetto del terminal del gas che vedrebbe il trasferimento del bombolone nel perimetro Solvay. In quel caso le aree dismesse potrebbero diventare zona di scavo. Pasquinucci tiene a precisare che «se è stato possibile portare avanti questo lavoro dal 1982 è soprattutto grazie all’impegno dell’amministrazione comunale e al contributo della società Solvay che - prosegue - ci viene incontro collaborando attivamente». Durante il sopralluogo ai presenti è stato mostrato il macellum (il mercato), delle dimensioni di quello di Pompei. Di questo rimangono solo le fondamenta, anche se è ben visibile una vasca. Alle spalle del macellum è spuntata una struttura con tre absidi, sulla quale non sono ancora stati fatti accertamenti. Non è chiaro a cosa servisse; si vede che era finemente decorata (sono emersi frammenti di colore e pigmenti, anche di lapislazzuli, molto ben conservati). La risposta si avrà forse il prossimo anno, quando si auspica una nuova campagna di scavo. Si pensa intanto a come valorizzare gli scavi da un punto di vista sia educativo che turistico. «Il nostro sogno - dice ancora Pasquinucci - sarebbe proprio realizzare in questa zona un parco archeologico».
 In contemporanea a San Gaetano si sta scavando a Pian dei Lupi. «Questa - spiega Regoli - è la terza campagna che portiamo avanti. Termineremo anche noi a fine settimana. Siamo sempre più convinti che quanto abbiamo trovato è una necropoli aristocratica, con tombe disposte a circolo (quest’anno ne abbiamo trovate venti). È un insediamento di riferimento e per come sono messe le tombe pare che si volesse ribadire l’appartenenza a quel nucleo familiare probabilmente vissuto tra l’inizio del terzo secolo e la fine del secondo avanti Cristo». In una zona periferica sono disposte invece altre tombe, non facenti parte di questa aristocrazia e forse appartenenti alla servitù. Tra gli oggetti trovati quest’anno spiccano vasellame, oggetti d’oro (soprattutto fermatrecce), armi (punte di lancia e spade) ed uno specchio decorato. I reperti andranno al museo archeologico locale.
(Chiara Giannini da Il Tirreno del 23/9/2005)
                                      SCAVI 2011
Il
quartiere del porto romano i cui i resti sono riemersi dai trentennali scavi di San Gaetano, potrebbe regalare nuove incredibili sorprese. Ecco perché, ormai da anni, l'attenzione di archeologi e ricercatori si concentra su nuove aree da setacciare all'interno ma anche all'esterno dell'attuale sito (240 metri per 120): non solo quella dalle vecchie terme verso il mare, che già ha consegnato utili indicazione all'equipe della professoressa Marinella Pasquinucci. Ma anche quella a sud dell'attuale insediamento, verso il vecchio ponte e l'abitato del Villaggio Fanfani. Solo che, prima di portare ruspe e palette tra i cortili delle case, i ricercatori dell'università di Pisa aspettano gli esiti di ulteriori sondaggi geologici e dei responsi diagnostici. Intanto, però, la campagna di scavi 2010 che si chiude in questi giorni, ci consegna nuove importanti scoperte che si aggiungono a quelle che - negli anni - hanno portato alla luce con i due complessi termali, l'horreum (magazzino), un pozzo del 1 sec. Dc ed il canale di raccolta di acque piovane, anche una serie di reperti. A partire dalle 2150 monete (solo 700 leggibili) dell'età repubblicana fino al tardo impero, fino alla statua marmorea di Attis (antica divinità), per non parlare di vasi, anfore, i resti di uno splendido mosaico ed altri oggetti di alto valore archeologico. Oggi Francesca, giovane ricercatrice impegnata sul campo di S. Gaetano, ci mostra una spatola in bronzo (senza manica d'osso) usata per mescolare le essenze o truccarsi, un vago (pietra) in vetro di collana, diverse tessere di mosaico,il resto di un cucchiaio in vetro, un incensiere del secondo secolo dc ed altri innumerevoli oggetti che, una volta esaminati e catalogati - come ci conferma la prof. Marinella Pasquinucci - verranno conservati nel museo archeologico di Marittimo, diretto dalla dottoressa Edina Regoli. Museo che già custodisce preziose testimonianze del sito di San Gaetano, dell'antico porto etrusco di Volterra, di un insediamento termale e un villaggio cresciuto a margine delle banchine dove si commercializzavano ferro e sale oltre al prezioso vasellame e i prodotti della natura. Sito commerciale di strategica importanza di un territorio, la bassa Val di Cecina che risente dell'influenza di nobili famiglie romane pisane e volterrane (i Rasini, i Caecinae), Vada Volaterrana custodisce ancora - sotto terra - segreti tutti da esplorare che saranno protagonisti delle prossime campagne di scavo. Ne sono sicuri i ricercatori del team della prof. Pasquinucci che in queste due settimane hanno lavorato approfittando dei mezzi messi a disposizione dall'aministrazione comunale, con la collaborazione delle società Solvay ed Ineos proprietarie di alcune aree (a poche decine di metri a nord del sito c'è lo stoccaggio dell'etilene). E il sindaco Alessandro Franchi, presente alla chiusura della campagna 2011, conferma l'impegno di palazzo civico affinché - nonostante le ristrettezze delle risorse a disposizione - si continui a fare ricerca per valorizzare un sito archeologico di indiscusso valore.
(Il Tirreno 18 settembre 2011)

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