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	Relazione delle Torri e Posti 
	lungo la Costa del Mare dalla parte di Levante alla Piazza di Livorno 
	Livorno, 15 
    dicembre 1748 
                
                
                 
     
                Le Torri e Posti lungo la Costa del Mare sono state 
    fabbricate ad oggetto di impedire li discarichi delle Mercanzie e Genti in 
    Contumacia, li Contrabbandi, li sbarchi dei Turchi, la fuga dei malfattori e 
    disertori, e per riguardare dai ladri di mare quelle campagne, ed infine 
    perché venga rispettata quella Costa da tutti li bastimenti che in detta 
    parte compariscono laddove medesimamente vengono accolti ed assistiti in 
    tutte le loro urgenze. 
    Tutte le suddette Torri e Posti hanno una strada lungo la 
    Marina che le comunica, la quale si parte dalla Piazza di Livorno. Questa 
    di continuo viene scorsa dalla Cavalleria per fare la loro scoperta passando 
    Posto per Posto, con dare il loro rapporto alli Castellani delle Torri di 
    ciò che sia passato in ogni giorno. (...) 
    Di poi il Posto dei Cavalleggeri fino alla Torre del Romito 
    fu resa tale strada praticabile tre anni sono dalla Comunità di Livorno; ma 
    da detta Torre fino al Posto di Capo Cavallo si trova in stato perfidissimo 
    a segno tale che in molti luoghi non vi si può passare che con grandissima 
    difficoltà, ed in alcuni passi con rischio di perdervi la vita, talché la 
    Cavalleria di quei posti si rende quasi inutile, mentre le conviene di 
    restare di quartiere alle Torri di Castiglioncello e di Vada, senza potere 
    esercitare la loro obbligazione, dal che ne nascono infiniti pregiudizi, per 
    il buon servizio di Sua Maestà Imperiale e del pubblico bene.  
    La più cattiva di questa è la porzione che resta fra la Torre 
    del Romito e quella di Castiglioncello, riguardo ad alcuni passi scoscesi 
    sopra delli dirupi prossimi al mare, angustissimi e rovinati dalle acque, 
    avendo dall'altra parte il Poggio dove malamente vi passa un uomo a piede 
    col risico di precipitare da quell'altezza negli scogli e massi del mare.
                 
    L'altra porzione di strada che dalla Torre di Castiglioncello 
    giunge fino al fiume La Fine ha ancor essa un bisogno di qualche 
    risarcimento. (...) 
    La rimanente strada che dal detto fiume passa alla Torre di 
    Vada ancor questa necessita di riparazione,e come che viene molto praticata 
    dalla Comunità di Rosignano, e serve ai trasporti del negozio delle legna e 
    carbone che colà si fanno negli effetti dell'Arcivescovado di Pisa, così 
    parrebbe giusto che questi due dovessero concorrere alla spesa quando però 
    i medesimi non avessero da addurre delle ragioni in contrario. 
    La strada che dalla Torre di Vada passa al Fosso Tripesce ed 
    al Posto di Capo Cavallo, questa ancora è ridotta impraticabile di maniera 
    tale che la Cavalleria ha abbandonato tal posto e gli è convenuto tenersi di 
    quartiere alla suddetta Torre di Vada. Questa attraversa quattro ponti di 
    legno, le Paludi ed alcuni fossi che servono di scoli alle medesime, ed in 
    più il detto Ponte che fu fatto di muro nell'anno 1746 e che attraversa il 
    detto fosso del Tripesce.  
    I suddetti Ponti di legno non lasciano di apportare della 
    spesa per il loro continuo mantenimento, come siamo presentemente nel caso, 
    e se venissero fatti di muro come quello del Tripesce pare che sarebbe di 
    maggior risparmio e di miglior uso per il buon servizio come altra volta 
    dallo scrivente è stato proposto, che trattandosi di piccoli ponti la spesa 
    non sarebbe eccedente. 
    Il pregiudizio che riceve il Piano di Vada dal Fosso Tripesce 
    è assai notabile mentre questo per essere molto tempo che non è stato 
    scavato ha il suo letto assai alto,e di più li suoi argini la maggior parte 
    disfatti, ed in qualunque minima piena unita a quella del Fiume Cecina 
    inonda tutta quella pianura come seguì nell'anno 1746, che oltre il danno 
    causato dall' inondazione ruppe il ponte di legno e lo portò nel mare. 
    Secondo le notizie che sono state date, questo Fosso una 
    volta con maggior diligenza veniva scavato, allora quando gli effetti della 
    Cecina che vi confinano erano di proprietà di Sua Maestà Imperiale, ma di 
    poi il tempo che passarono in altre mani è stato trascurato.                                                             
                Tenente Masini 
                
                     
                 
                
                (Da:
    "Le bonifiche del 
    Granduca e le proteste del Papa - Vada e il suo territorio in età lorenese" di 
    Gabriele Paolini,  scaricabile dalla sezione Scaricolibri del sito). 
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