Rosignano Solvay ieri

      La vera storia del paese inizia nel 1913...
 
Il territorio dell'attuale Rosignano Solvay fu interessato, almeno in età romana, da fenomeni di antropizzazione, con alcuni insediamenti rurali e ville, tra le quali sono da ricordare i resti delle ville della Villana e del Lillatro. La presenza costante di abitanti nel territorio viene confermata con la scoperta negli anni '60 di una necropoli tardo antica risalente al IV-V secolo d.C. in corrispondenza della parte est di via Dante ed oggi ricostruita parzialmente al Museo Archeologico Civico di Rosignano Marittimo. Con la rovina dell'Impero Romano la popolazione abbandonò la pianura per rifugiarsi sulle alture circostanti, che offrivano migliori possibilità di difesa dalle successive invasioni provenienti sia da terra che dal mare. L'assenza di una continua attività agricola nelle pianure per molti secoli, favorì la formazione di vaste aree paludose ed insalubri, che impoverirono l'economia di tutto il territorio con frequenti carestie, malaria ed episodi di brigantaggio, fino agli inizi del secolo XIX. Le carte del Catasto Leopoldino del 1823 mostrano ancora il territorio di Rosignano Solvay ancora completamente inedificato ad esclusione del piccolo insediamento agricolo in località La Crocetta, a sud del Botro di Crepatura (Botro Grande). Scarse erano anche le vie di comunicazione che lo attraversavano: la via del Littorale, proveniente da Vada e diretta a Livorno semi-impraticabile che rivestiva solo importanza militare per il controllo della fascia costiera, come pure la strada della Cava (di tufo), che collegava Rosignano Marittimo alla torre di Castiglioncello e la strada che portava al porto di Vada attraverando il Fine, con deviazione verso i boschi del Mondiglio raggiungendo il mare alla punta del Lillatro. Verso la metà del secolo XIX il governo granducale decise di bonificare la pianura di Vada, intervento questo che contribuì a dare maggior impulso alle attività agricole anche nelle aree a nord del fiume Fine. Importante per lo sviluppo economico ed urbanistico del territorio fu certamente la creazione della linea ferroviaria che collegò Vada con Pisa a partire dal 1860 e la tratta costiera Vada-Livorno nel 1910. Ma, in massima parte, l'abitato in termini moderni deve le sue origini agli investimenti della società belga Solvay. Nel 1912 infatti, cade la candidatura di Cecina come sede dello stabilimento e Bruxelles punta le sue carte sull'area vergine compresa nel comune di Rosignano Marittimo (Vedi anche Rosignano la fabbrica). Nel 1913 parallelamente o quasi all'inizio dei lavori di costruzione dello stabilimento comincia a crearsi un primo nucleo urbano lungo la via del Littorale allo scopo primario di fornire servizi essenziali al personale eterogeneo, spesso proveniente da fuori per la presenza delle prime ditte. Già a maggio Colombo Conforti nella sua osteria "Paese Nuovo" è in grado di fornire pasti a personale delle ferrovie ormai in funzione dal 1910 (Vedi anche Rosignano la ferrovia). Sarà il costante aumento della forza lavoro legata alla fabbrica a richiamare personale dai paesi limitrofi e sarà questo personale che darà luogo al sorgere delle abitazioni necessarie al soggiorno in zona che caratterizzeranno negli anni successivi tutta l'area a ovest della ferrovia e successivamente anche a est. Nel 1914 anche la Solvay inizia la costruzione secondo un modello urbano razionale, gerarchico e architettonicamente di importazione, del proprio villaggio per i dipendenti partendo dalle case impiegati di via Dante e via Forlì per proseguire poi secondo un programma veramente vasto e completo di ogni genere di servizi. Ad ogni categoria di lavoratori erano assegnate le proprie tipologie di abitazione, distinguibili da un numero, in rapporto al compito svolto all'interno dello stabilimento (operai "tipo 9", impiegati "tipo dal 4 all' 8", tecnici "tipo 3" e direttore "tipo 1"). G
razie anche a queste strutture che non hanno uguali almeno nella regione, sarà più facile reperire la quantità di mano d'opera necessaria, vincendo la comprensibile diffidenza verso un'attività industriale sconosciuta, dopo secoli di sopravvivenza legata in massima parte al lavoro dei campi. Purtroppo il paese nato dietro esigenze industriali, per quanto disegnato al tavolino è rimasto privo di un vero centro riconosciuto e sentito, di quella tradizionale agorà che rappresenta da sempre il fulcro della vita comunitaria. Successivi tentativi di creare qualcosa di simile non hanno avuto il risultato sperato. La stessa chiesa solitamente nella piazza principale è invece decentrata e la presenza del doppio asse Aurelia+ferrovia ha finito per impedire il raggiungimento dello scopo, con risultati negativi sul piano commerciale, sociale e culturale...

..la storia continua nelle didascalie delle foto con ...

Rosignano Solvay ieri