La ferrovia (Castiglioncello - Vada)

La costruzione della ferrovia, l'importanza, i problemi...
Nel 1910 fu terminato il tratto di ferrovia diretta Livorno—Vada (attraverso Castiglioncello). Questo avvenimento fu immediatamente seguito da un grande sviluppo dei centri rivieraschi di Quercianella, Castiglioncello (che ebbero la loro stazione volute da Sidney Sonnino e dal barone Patrone) e di Caletta e, più tardi, del “Paese Nuovo”, sorto immediatamente a valle della ferrovia e della statale Aurelia nella Piana di Rosignano Solvay (nella quale fu costruita dall'azienda belga la Stazione di Rosignano). La presenza di questa ferrovia favorì anche l’impianto degli Stabilimenti Solvay (1912), con la iniziale coltivazione delle cave di calcare dell’Acquabona (assai presto abbandonate), favorì inoltre l’inizio della escavazione e parziale lavorazione della magnesite a Castiglioncello (iniziata nel 1916 e cessata del tutto, anche come esplorazione, nel 1939): da questi anni quella che era stata una pianura spopolata fin da epoca immemorabile e solo da un sessantennio redenta all’agricoltura veniva velocemente attrezzata per la grande industria e con tutte le infrastrutture della vita moderna. La costruzione della ferrovia diretta Livorno-Vada con un tracciato semiparallelo al litorale comportò l’attraversamento, più o meno a 90° e in prossimità delle foci, di tutti i numerosi corsi d’acqua della zona occidentale del Comune di Rosignano Mo. Di questi, alcuni potettero essere traversati completamente su ponti per la ristrettezza delle incisioni vallive (Fortulla, Arancio, Santa Lucia, Massaccio, Forbici, Quercetano); gli altri (Chioma, Grande, Jurco-Crocetta, Fine), per la presenza di tratti alluvionali più o meno estesi, furono superati con modesti ponti solo in corrispondenza degli alvei di magra, mentre nelle rimanenti parti alluvionali furono costruite massicciate alte fino a 5 o 6 m, a seconda dell’occorrenza, per mantenere a livello il tracciato ferroviario (sui 10 m di quota presso Castiglioncello e leggermente degradante fino a 9 m presso Vada). Questo tipo di costruzione della sede ferroviaria corrispose in pratica all’elevazione di tante dighe su alvei che, se pure in prevalenza poveri di acque, sono tuttavia soggetti, specialmente per l’impermeabilità di gran parte delle rocce dei bacini imbriferi, a improvvise e pericolose piene in conseguenza di forti piogge locali. In una simile situazione le troppo ristrette luci dei ponti vengono facilmente semiostruite dai materiali che le piene stesse trasportano (fino ad alcuni anni fa specialmente alberi ai quali adesso si sommano tutti gli infiniti rifiuti della società consumistica). Le già infide piene dei corsi d’acqua suddetti sono diventate così molto pericolose perché provocano l’allagamento, fin quando le luci dei ponti sono più o meno intasate, della campagna a monte della ferrovia fino a livello della massicciata; quando la pressione dell’acqua riesce a sbloccare le luci dei ponti aumenta il pericolo nelle zone a valle, investite da un’esondazione senza dubbio molto maggiore di quella possibile col solo fenomeno naturale. Si sono formate così le innumerevoli esondazioni del Chioma, che sono arrivate a sommergere e a interrompere il traffico sulla ferrovia e sulla Via Aurelia a questa parallela; le esondazioni del Grande e dello Jurco-Crocetta, che hanno minacciato ripetutamente le parti più basse della frazione di Caletta (2 ottobre 1935, 1 febbraio 1948, 1 e 27ottobre 1949, 21 gennaio 1951, 5 dicembre 1963, per non parlare che delle maggiori) e, in modo particolare, il quartiere Serredi, costruito (molto sprovvedutamente) sulle stesse alluvioni dello Jurco-Crocetta fra la ferrovia e il mare; le esondazioni del Fine, che nel febbraio 1948 e novembre 1993, portarono via un notevole tratto della massicciata ferroviaria dimostrando, coi fatti, quale era un ostacolo notevole allo scorrimento delle acque.

(Da: "La scienza della terra nuovo strumento per lettura e pianificazione del territorio di Rosignano Marittimo" di Renzo Mazzanti 1986)

Rosignano Solvay la ferrovia da Castiglioncello a Vada