La ferrovia (Castiglioncello - Vada)


Quando chiuse il passaggio a livello per fare la passerella

Dagli archivi di Leo Gattini spunta una delibera del ’33 e una strada scomparsa

  «Visto che le FF.SS hanno chiuso il passaggio a livello esistente alla stazione di Rosignano Solvay, che metteva in comunicazione buona parte delle case attigue allo stabilimento Solvay con gli esercizi pubblici e la chiesa esistenti dalla parte a mare...» recita l’inizio di una delibera podestarile. E il rosignanese può alzare un sopracciglio leggendo. «Chissà quanto ci vorrà ancora, prima che chiudano davvero il passaggio a livello!» potrebbe dire scettico. «I lavori per il sottopasso in via Forlì voluti dal Comune e dalle F.S. sono appena iniziati». Ma non c’è nessun errore. Se non che la delibera non è di questi giorni, ma risale al 13 agosto del 1933. Le Ferrovie dello Stato avevano chiuso il passaggio a livello e la comunità borbottava, pretendendo in cambio la costruzione di una passerella per poter oltrepassare senza ostacoli i binari della stazione. La Solvay e il Fascio propongono di addossarsi parte dei costi dell’opera, il Comune accetta. Dagli atti, raccolti con passione dallo storico locale Leo Gattini, è possibile seguire fino al 1935 l’andamento dei lavori che porteranno alla costruzione della passerella che oggi collega via Aldo Moro con la stazione. E viene precisamente riportato anche il costo del progetto: 90.884,73 lire. Una cifra apparentemente insignificante se confrontata con i 6,5 milioni di oggi.
 La strada scomparsa. Alla zona di via Forlì, interessata oggi dai lavori, è intrecciata una storia curiosa, di una strada cancellata dalle cartine. Siamo nel 1913; via della Quercioletta si snoda tranquilla dall’omonima casa colonica fino al Lillatro, in un paesaggio ancora privo di treni. Poi arriva il progetto della stazione, con i suoi binari, fortemente voluto da Comune e Società Solvay in nome del progresso. Via della Quercioletta si trova nel mezzo, diventa un ostacolo da sopprimere, in cambio del quale viene offerta dalla Solvay una nuova via comunale, ampia e comoda... Il Comune non ha dubbi. La delibera del 25 settembre 1913 sancisce la fine della povera Quercioletta: “considerato che la via vicinale della Quercioletta è di scarsa, anzi di nessuna utilità pubblica... si delibera di cancellare dall’elenco delle vie vicinali il tratto della via della Quercioletta...”. E’ l’atto di morte di una strada. Dalle cartine custodite da Gattini è possibile seguire il suo progressivo annullamento. Alcune case le vengono costruite sopra, poi altre, fino a farla totalmente scomparire. Un suo tratto, quello che da Via del Littorale arrivava fino al Lillatro, riesce a resistere fino al 45, prima di essere rinominato “Via Chiesa”. Poi la scomparsa.
 Attenti al treno. Proprio in corrispondenza della vecchia via della Quercioletta, esisteva un cancellino che permetteva a uomini e biciclette di oltrepassare i binari. Camminandoci sopra, di corsa. «Ogni volta, quando passavano i treni, il capostazione doveva affacciarsi velocemente per controllare che non ci fosse nessuno sui binari» ricorda Leo Gattini. «Treno» urlava. E i passanti si fermavano al di là del cancelletto. Non era un sistema molto sicuro. Quando, negli anni 30, si verificò l’ennesimo incidente, il cancelletto venne chiuso. Era meglio rinunciare alla scorciatoia...
(Di Roberta Giaconi da "Il Tirreno" del 26/4/2006)
        1931 - Stazione di Rosignano, chiusura del passaggio a livello pedonale.

...la storia continua nelle didascalie delle foto con ...

Rosignano Solvay la ferrovia da Livorno a Vada