La fabbrica/Il difficile dopoguerra   

1918 - Le strutture esterne sono completate 1918 - La prima riserva del carbonato di sodio prodotto in sodiera Lo stabilimento visto dalla stazione. Sullo sfondo l'ospedale, a sinistra il fabbricato della Dispensa 1919 - Porta a Castiglioncello, accesso principale, 
vista da via E.Solvay priva di abitazioni. A dx la direzione. 1921 - Il fabbricato della Direzione, a sinistra le case del Direttore e dirigenti, su via Piave Silos in costruzione Lo stabilimento prende forma Vista dal castello di Sodiera. Il Mondiglio sullo sfondo

1918-1923  Con la guerra la partenza è difficile. Seguono lutti, colera e fame...
(Arch. Solvay, P. Pagnini, A.Pastacaldi, R. Pardini)

1918 - Un inverno durissimo...oltre a guerra, lutti e fame. La Solvay comincia ad acquistare farina e generi alimentari assicurando almeno il pasto di mezzogiorno ai dipendenti. Oltre alla guerra arriva l'epidemia di "spagnola" che miete vittime ovunque. A Rosignano si attiva il lazzaretto, se ne apre un secondo al Gabbro frazione più colpita... Finalmente il 4 novembre arriva l'armistizio, senza feste per l'epidemia inesorabile fino al 16 dicembre quando viene dichiarata esaurita e riaprono le scuole. I soldati tornano, ma 165 no. Altri 19 moriranno dopo per cause belliche...
Appena terminata la prima guerra mondiale, la società Solvay provvede a mettere a regime i propri impianti a partire, nel 1918 dalla sodiera, rifornita di salamoia proveniente dai giacimenti di Querceto (presso Ponteginori) e di calcare estratto dalle cave di Acquabona a Rosignano M.mo. Verso la fine degli anni Venti, per fronteggiare la maggiore domanda di prodotti sodici, la società deve incrementare lo sfruttamento delle materie prime. Alle miniere di salgemma di Querceto si aggiunse, nel 1928, lo sfruttamento dei giacimenti di sale di Buriano, sempre presso Ponteginori. Per le cave di calcare il problema della disponibilità dei materiali appare più grave. La cave dell'Acquabona, hanno capacità limitata rispetto alle previsioni produttive e già nel 1929 sono in via di esaurimento. La soluzione viene trovata nei giacimenti calcarei di San Carlo, nei pressi di San Vincenzo, dove per mezzo di una teleferica i materiali vengono trasportati a valle fino alla stazione ferroviaria di San Vincenzo per essere trasportati a Rosignano per mezzo di "treni merci" speciali.

- 1918 -  Da agosto la fabbrica tenta di iniziare a produrre il carbonato di sodio, con modesti risultati anche per mancanza di personale esperto atteso da Saline de Giraud (calcare dell'Acquabona e salamoia da Querceto)...
L'azienda inizia a costruire il Circolo Aziendale ed i Canottieri al Lillatro.
A fine anno la produzione raggiungerà le 52 ton. di soda...nonostante gli scioperi prolungati.

- 1919 - La Solvay mette in funzione la sirena dello stabilimento. Il primo segnale di entrata, corrispondente all’apertura dei cancelli, viene diffuso 15 minuti prima dell’ora fissata per l’inizio del lavoro. Al secondo segnale (5 minuti prima della stessa ora) ogni operaio deve aver fatto “il movimento della propria medaglia” (il cartellino di allora) e sia i medaglieri che le porte dello Stabilimento vengono chiusi. Al terzo segnale, dato all’ora precisa dell’inizio, il lavoro deve cominciare effettivamente in tutti i reparti e cantieri: ai ritardatari la prima mezz’ora non viene pagata. L’uscita è annunciata da un solo segnale, all’ora precisa della fine del lavoro, e nessun operaio può smettere prima del segnale stesso.

- 1922 - A fine anno la produzione raggiunge i 447.000 q.li di carbonato sodico, con 861 persone.

- 1923 - Inizia il nuovo processo di produzione della soda caustica per caustificazione del carbonato sodico. Aumenta la produzione, ma calano 90 unità lavorative pur raggiungendo i 1169 dipendenti con 75.000 ton. di estrazioni. Lavorano alle cave dell'Acquabona 181 minatori.

Alcune citazioni storiche sono brevi sintesi ricavate da "Sale e pietra" di Celati - Gattini e da altri documenti.

Rosignano Solvay la fabbrica