La fabbrica

2007 - Progetto Leonardo, ovvero la nuova Elettrolisi a Membrana in marcia da maggio. In basso la nuova sala al centro con gli impianti connessi e a sinistra con il tetto a V la vecchia Sala 3 ormai fermata. Nella foto piccola il taglio del nastro inaugurale da parte di Christian Jourquin, presidente del gruppo Solvay fra l'ex sindaco Simoncini ed il direttore sig.ra Huart.  (Foto da informativa Solvay)

                                          Progetto Leonardo
Il 15 ottobre 2007 è stato inaugurato il nuovo impianto di Elettrolisi a Membrana, dopo alcuni mesi di messa a regime e arresto della sala precedente, con recupero totale del mercurio fino ad ora in uso
. Un impianto da 60 mln di euro. Sotto il profilo ambientale, oltre alla definitiva scomparsa del mercurio dopo quasi 70 anni, il nuovo impianto tecnicamente all'avanguardia consente un risparmio di circa 400.000 mc di acqua all'anno ed un risparmio di energia del 18% rispetto al precedente. Inoltre l'impianto affiancato per la produzione di acido cloridrico, destinato a contribuire alla riduzione dei residui solidi della Sodiera fino al 70% permette di far fronte all'Accordo di Programma del 2003.
                             Breve descrizione del processo

Abbiamo già visto che la salamoia estratta a Ponteginori arriva
tramite una tubatura di quasi 40 km, all'interno della Sodiera. Qui, viene depurata e utilizzata in parte per la Sodiera stessa ed in parte inviata alla fabbricazione Elettrolisi.
La salamoia in arrivo contiene delle impurità, presenti sotto forma di elementi solidi disciolti quali solfati, carbonati, iodio, calcio e magnesio che rendono necessaria la sua purificazione. Un primo trattamento in Sodiera, prevede la filtrazione per rimuovere solidi sospesi e insolubili. Poi la salamoia è sottoposta a decarbonatazione, quindi nelle colonne per la rimozione di Iodio, Calcio e Magnesio al fine di poter rispettare le specifiche previste per l’alimentazione delle celle a membrana ed evitare danni irreversibili per le membrane stesse. La deiodazione è un trattamento che è stato sperimentato e messo a punto dal Laboratorio Ricerca di Rosignano, e per la prima volta al mondo su scala industriale, è stato applicato nel nuovo impianto di Elettrolisi. Si passa poi alla deammoniazione e debromazione, per poter garantire le specifiche necessarie per il cloro e i suoi successivi impieghi. La salamoia così trattata arriva nella sala celle a membrana che rappresenta il cuore dell’impianto. Qui, sfruttando l’energia elettrica, si converte in cloro, soda caustica e idrogeno. Questo processo avviene all’interno di quattro celle elementari composte ciascuna di 3 parti: un anodo, un catodo ed una membrana.
Anodo e catodo sono gli elettrodi che permettono il passaggio della corrente; la membrana, in quanto elemento selettivo, consente la produzione di cloro in forma di gas all’anodo, soda caustica (liquida) e idrogeno (gas) al catodo. La salamoia cosiddetta “esausta”, in uscita dalle celle, non può essere recuperata come tale, ma deve essere riconcentrata e riportata alla saturazione. Per permettere questa operazione è necessario preventivamente eliminare le tracce di cloro attivo e clorati per evitare di avere dei fenomeni di corrosione negli utilizzi successivi. Tale depurazione è realizzata in due nuovi settori distinti: la declorazione e la decloratazione. La riconcentrazione della salamoia avviene in un impianto che sfrutta la ricompressione meccanica del vapore per riportarne la concentrazione da 18% a 25%, permettendone il reinserimento nel ciclo produttivo della Sodiera. Le acque di condensa prodotte da questo impianto vengono totalmente recuperate nel processo contribuendo al risparmio scritto all'inizio. Da segnalare che la riconcentrazione della salamoia è la prima esperienza per il gruppo Solvay a livello mondiale, mentre la decloratazione rappresenta anch’essa una novità per i quantitativi di salamoia trattata.
La soda caustica prodotta dalla sala celle ad una concentrazione del 32% viene in  parte inviata in un riserva di stoccaggio per i consumi interni e le vendite al 30%, mentre la restante, passa alla concentrazione fino al 50% richiesto dal mercato, finendo in altra riserva. Usi: detergenza, tessile, alimentare, ambiente, cartiere, sintesi chimiche.
Il cloro in uscita dalla sala celle, viene inviato in parte (fino ad un max di 120.000 t/anno), verso la liquefazione e in parte al nuovo impianto di produzione di acido cloridrico per sintesi diretta di cloro e idrogeno. Il settore cloro liquido gestisce il carico dei carri ferroviari cisterna destinati ai clienti finali esterni allo stabilimento e la fornitura di cloro rievaporato al vicino impianto dei Clorometani.
L ‘acido cloridrico prodotto con la nuova sintesi (57.000 t/anno) è destinato all’utilizzo
interno in Sodiera per la riduzione dei residui solidi, fino alla misura del 70% come
prescritto dall ‘Accordo di Programma del 2003.
La maggior parte dell‘idrogeno prodotto nella sala celle è compresso, per essere inviato agli utilizzatori interni di stabilimento, come l’ Unità Perossidati che lo utilizza per la fabbricazione dell'Acqua Ossigenata. Il restante idrogeno è utilizzato direttamente all’uscita della sala celle per la produzione dell’acido cloridrico della nuova sintesi.
(Sintesi da informativa Solvay 2007)

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