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Comune di Rosignano
Marittimo |
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STRADA DALLA TORRE DI VADA A ROSIGNANO Due sono i tratti di strada che vennero annoverati fra quelle Regie al pari della via del Littorale ed ad essa strettamente connessi. Lo stradello dalla Torre di Vada al mare per dare pratica alle barche, di braccia 235 (130 mt.) che terminava alla Buona Posta e che rientrava nel contratto del 1784. Il Tosi cottimante sosteneva di non essere tenuto a risarcirlo. La strada che portava dalla Torre verso Rosignano, inizialmente in accollo alla Mensa Arcivescovile di Pisa, 1792, nel 1816, per la sezione di braccia 890 (498 mt.) partendo dalla torre venne con Rescritto Granducale accollata per il mantenimento alla Comunità di Rosignano. Il primo novembre 1825, con Motu Proprio venne dichiarata Regia e quindi passò sotto l’amministrazione dell’Ufficio de’ Fossi di Pisa per tornare nel 1839 Comunitativa e quindi sub-accollata all’impresario G. Porri di Castelnuovo della Misericordia.
STRADA DEL LITORALE ed il
servizio postale Solo nel 1788 viene introdotto, su un progetto normativo del 1785, il Servizio Postate regolare fra Livorno e Portoferraio utilizzando i cavalleggeri della Guardia Costiera come staffette. Questi percorrevano la via della marina fino a Torre Nuova a sud di S.Vincenzo e da qui la Posta proseguiva a bordo di barchette per l'Elba. Fra il 1808 e l'anno successivo, sotto la dominazione Francese, fu liberalizzato il servizio delle Poste dei cavalli e il tratto di strada S.Vincenzo - Torre Nuova , fu restaurato per l'uso dei corrieri. Con il ritorno dei Lorena, data l’inefficienza del servizio pubblico prestato dai Postieri fu abolito, nel 1827, il monopolio del Cambio dei cavalli e liberalizzato a tutti gli effetti il sistema dei trasporti su strada. Da allora si svilupparono le imprese private di Diligenze con itinerari, costi e orari prefissati. Lo stesso anno venne istituita una corrispondenza bisettimanale fra Pisa e Piombino, per passare a trisettimanale nel 1844 e giornaliera nel 1846. LA STRADA LITORANEA DEI CAVALLEGGERI La Strada che percorre la linea di costa fra Livorno e Torre Nuova, collegando più o meno direttamente tutti i posti militari, le torri ed i forti del litorale toscano, probabilmente affonda le sue origini in tratti preesistenti di viabilità tardo-antica, per le quali non abbiamo testimonianze certe e documentate. Essa acquista sicuramente importanza in relazione al completamento della rete difensiva costiera avvenuto attorno alla seconda metà del XVI sec. La competenza per la manutenzione della strada era delle comunità il cui territorio attraversava. Quella di Livorno per il tratto dal Posto dei Cavalleggeri presso San Jacopo e la Torre dei Mattaccini (Boccale); quelle del Gabbro e Castelnuovo della Misericordia fra detta torre ed il fiume Chioma e Rosignano dal Chioma al Fosso del Tripesce, da cui iniziava il segmento di competenza di Riparbella ed in seguito quelli delle altre comunità. In realtà l’incombenza della restaurazione della strada era compito dell’Ufficio di Fabbrica di Livorno, tanto che nel 1683, dall’ispezione effettuata alla strada, la prima di cui abbiamo notizia in modo completo, scaturisce un quadro sconfortante delle condizioni in cui versa la carreggiata. Numerosi tratti sono impraticabili, molti massi devono essere spianati, fosse di sgrondo ripulite e ponti, passetti, basti rovesci riattati o addirittura costruiti di nuovo, per un totale di 1737 opere (giornate lavorative) preventivate. Sette anni dopo il tratto fra la Torre dei Mattaccini ed i Cavalleggeri doveva essere di nuovo restaurato, con una spesa totale di 73 pezze da otto reali (438 lire di moneta lunga). Nel 1707 nel corso di una nuova verifica effettuata da Carlo Maria Setticelli assistente alle strade, risulta di nuovo in pessimo stato il tratto competente alla comunità di Livorno, percorso ogni notte, dal 1° maggio a tutto ottobre, dalle ronde dei cavalleggeri. I lavori comportarono la spesa di almeno 25 pezze. Tre anni dopo venne restaurato anche il tratto fino alla Torre del Romito, ed essendo questo il più difficoltoso date le caratteristiche geologiche del territorio, con forti dislivelli da superare, la spesa finale ammontò ad oltre 900 lire. Ufficialmente, nel 1715, solo il tratto fino alla Torre dei Mattaccini era riconosciuto come strada maestra e quindi assoggettato al mantenimento pubblico. L’anno dopo, la comunità di Livorno, riconoscendo l’impraticabilità del tratto fra i Mattaccini e Romito, predisponeva con voto unanime nuove opere di restauro per la competenza dei curatori di strade. Di nuovo nel 1720 venivano stanziate 250 pezze (1500 lire) per nuovi acconcimi e muraglie. Anche i ponti a volta in mattoni ed i basti rovesci, sorta di attraversamenti per piccoli corsi d’acqua realizzati in lastroni murati a calcina, erano fra le infrastrutture più facilmente deteriorabili, sotto la continua azione delle acque. Alcune volte, come nel 1726, sorgono addirittura delle controversie con dei privati per l’uso di queste strutture. Il basto rovescio sopra il Rio Felciaio, nei pressi di un mulino, a detta del proprietario cagionava disturbo al normale deflusso delle acque e il Setticelli dovette relazionare in merito. I suoi rapporti e quelli del figlio Giò Pietro, succedutogli nell’incarico, si ripeteranno con scadenza pressochè annuale almeno fino al 1734. Nel 1743 si ripropose la vecchia diatriba che risaliva al 1646, su chi doveva accollarsi le spese di mantenimento della strada. In questa occasione il magistrato chiamato ad esprimere un parere in merito indicò nel vicariato e comunità di Lari, il responsabile delle spese per tutto il tratto dalla torre dei Mattaccini al Romito proprio in funzioni di precedenti come avvenne nel 1652 quando le tre comunità di Rosignano, Castelnuovo e Gabbro furono precettate a inviare 12 uomini abili al lavoro per resarcire la strada detta della Marina battuta dai cavalleggeri. Dello stesso anno è la relazione del Cap. Ing. Giovanni Masini indirizzata al Governatore di Livorno G. Capponi. Egli calcolò, in un mese di lavoro continuo, per 18 uomini e 2 picconieri esperti (per 500 giornate lavorative ca.) e in 120 braccia quadre di muratura a calcina ed altrettanto a secco, l’indispensabile intervento per riattare la strada. Anche se in occasione di eventi eccezionali, come la peste di Marsiglia del 1720 e per nuove emergenze sanitarie nel 1743, la via fu riattata a spese di Livorno fino al Romito ed anche fino a Chioma; nel 1748 la suddivisione fra le varie comunità è ancora quella delineata anni prima, con l’aggravio, come rileva nella sua ennesima relazione l’Ing. G. Michele Piazzini dell’Ufficio de’ Fossi di Pisa, di nuovi interventi da effettuare nel tratto Torre di Calafuria, Torre di Castiglioncello, per una spesa di ben 6507 lire. Finalmente, nel 1776, con Motu Proprio granducale del 4 marzo venne dato in accollo perpetuo alla comunità di Rosignano il tratto di Strada Regia del Littorale che ne attraversava il territorio. L’anno dopo venne concessa la facoltà di dare in cottimo la Strada Regia ossia, sub-accollare il suo mantenimento a privati. Il Comune di Rosignano, con il parere dell’Ing. Bombicci dell’Ufficio de’ Fossi di Pisa, valutò in lire 4400 il costo dei lavori da farsi sulla strada fra il Torrente Chioma ed il Fosso Tripesce, in lire 1500 quello per realizzare un ponte sul Rio Fortulla ed infine, si accordò per lire 540 annue di canone per il mantenimento, che avrebbe erogato l’Ufficio de’ Fossi, previa verifica dei lavori effettuati. Nel 1779 il primo cottimante per il tratto Chioma-Fine risulta Domenico Romeo Tosi, il quale si aggiudica il lavoro per 5 anni, per un complessivo di lire 5300, ed in seguito rimane accollatario a lire 360 annue aumentate in seguito a 400 fino al 1797 quando lo sostituiscono i figli Gaetano e Francesco. La sezione successiva di strada, dal Fine al Tripesce, fu sub-accollata alla Mensa Arcivescovile di Pisa, proprietaria per altro della vasta Tenuta di Vada entro la quale si snodava la via del Littorale. In quegli anni venne eletto come Provveditore di strade della Comunità, Innocenzo Buoncristiani, che rimase in carica per tre anni, fino al 1785. Nel frattempo con le mutate condizioni politiche, diventavano sempre più rare le scorrerie piratesche e la valenza dominante del servizio costiero era diventato il cordone sanitario, nonché la prevenzione degli sbarchi di contrabbando ed il commercio abusivo. In quest’ottica di normalizzazione rientrò la relazione stilata fra il 1783 e l’84 dal Consigliere del Granduca P. Leopoldo, Franco M. Gianni, che inviato in quei luoghi, sintetizzò in tre punti, la possibilità di sviluppo della costa a sud di Livorno. 1) La riduzione della strada del Littorale a carreggiabile per i barrocci da trasporto e le carrozze. 2) La fabbricazione di nuove case. 3) L’apertura di una o più strade traverse che collegassero la costa all’interno. Un’altra relazione del Bombicci nel 1792 pose l’accento su un nodo viario importante, il collegamento tra la Torre dell’Ardenza e quella del Boccale. La controversia sorta tra gli abitanti dell’Antignano ed il Governo di Livorno, in merito al transito sulla vecchia strada del Littorale, scaturiva dalle obbiettive difficoltà di uso di detta strada, spesso impraticabile, vuoi per le pessime condizioni del fondo, vuoi per la sua chiusura al traffico civile in occasione di stracchi di robe e sbarchi in contumacia. Presero così importanza i due tratti interni, uno detto via di Montenero, che all’altezza della Madonnina, si divideva in due strade : la via di Montenero propriamente detta e quella di Maremma che proseguendo verso sud raggiungeva l’Antignano e poi si congiungeva all’altezza del Malpasso con la via del Littorale ; la Traversa che collegava la Torre di Ardenza alla via di Montenero dove attraversava il Rio Maggiore sul ponte preesistente, ppoichéalla foce questo era profondo e non sempre guadabile. Nel 1792 i due tronconi di strada furono messi a carico della comunità di Livorno e dal 1804 riuniti nell’accollo della via del Littorale, sotto l’egida dell’Ufficio de’ Fossi. Sotto la dominazione francese, nel 1809, la situazione era la seguente: il Comune di Livorno aveva in accollo perpetuo la sezione di strada del Littorale dalla Porta dei Cappuccini al Ponte de’ Mulinacci (braccia 934 = 523 mt.) e quella da detto ponte alla metà del ponte sul Torrente Chioma (pertiche 6132,3 = 17171 mt.) con una spesa di mantenimento di lire 1800 annue. Le sezioni dalla metà del ponte del Chiome al Botro della Pietraia (p.2307 = 6459 mt.) e quella da detto botro al ponte del fiume Fine (p.1762 = 4961 mt) erano rilasciate alla comunità di Rosignano per 1440 lire annue. L’altra sezione dal fiume Fine al Fosso Tripesce (p. 2487 = 6963 mt.) alla Mensa Arcivescovile di Pisa. Nel 1787 era stato rilasciato alla comunità di Lari, comunello di Riparbella, la sezione fra il fiume Tripesce ed il fiume Cecina (p.86 =241 mt.). Un progetto mai realizzato della Nouvelle route de Livorne a Piombino fu redatto nel 1810, poiché quattro anni dopo con la Restaurazione tutto tornò come prima. L’accollo delle restaurazioni e mantenimento per le sezioni competenti a Livorno, fu aggiudicato a Simone Bini per la durata di 9 anni a 6420 lire e 12 soldi per i restauri e 1334 lire 18 soldi e 4 denari per il mantenimento annuo. Quello di Rosignano fu aggiudicato al Conte G. Francesco Mastiani, nella persona del suo agente Gio Battista Pierucci per 4784 lire e 5 soldi di lavori e 700 lire annue di accollo ; la sezione in tutto corrispondeva a pertiche 6566,5 per un totale di 18386 mt. Il Conte si aggiudicò anche l’accollo del piccolo tratto in territorio di Riparbella e mantenne le attività almeno fino al 1826. Nonostante le notevoli cifre investite, già nel 1821, il Dipartimento dell’Imperiale e Regio Ufficio di Pisa, soppresso dai francesi nel 1808 e riattivato nel 1815, bandì un concorso per lavori sia al primo che al secondo tratto della strada per resarcire muri, basti rovesci, ponticelli e parapetti stimando in tutto 2418 lire 9 soldi e 2 denari. Anche i privati come il Cav. Michon all’Antignano, iniziarono ad eseguire lavori a propri spese per allargare ed inghiaiare la strada del Littorale nei tratti che attraversavano la loro proprietà, mentre l’Ufficio de’ Fossi progettò di rettificare ed ampliare, nel 1822, la stada lungo i lazzeretti di San Jacopo e San Leopoldo (b. 1630 = 577 mt.). Nel 1829 venne ripreso in considerazione il vecchio progetto Bombicci per il migliortamento anzi la ricostruzione della strada da Livorno a Castiglioncello. Tra il 1834 ed il ’40 l’Ispettorato di Acque e Strade del Compartimento di Pisa iniziò la realizzazione di piccoli tratti della nuova strada del Littorale fino all’Antignano, espropriando le fasce di terreno occorrenti con l’indennizzo di 6 scudi a stioro ( 561 mq.). Dopo i lavori del 1840-’41 definiti di rettifica provvisoria della strada provinciale del Littorale in varie sezioni tra Antignano e Chioma, fra 1842 e ’43 il Dipartimento presentò un progetto definitivo per la Strada provinciale di prima classe detta del Littorale ripartita in quattro cantoni.
L’estensione totale della strada era di braccia 37145 pari a 20,801 Km. Il progetto prevedeva una larghezza media della carreggiata di braccia 12 (6,72 mt.) con minime di braccia 9 (5,04 mt.) e massime di braccia 17 (9,52 mt.) e la costruzione di numerosi ponti in muratura, muraglioni di sostegno, chiaviche e scoli per il deflusso delle acque pluviali. La sola massicciata, colmata al centro, aveva una larghezza di braccia 7 (3,92 mt.). Vennero predisposte le perizie per i lavori di mantenimento da eseguirsi nel novennio 1843 – 1851. Da queste si evince per esempio come sul Cantone III° detto di Castiglioncello, lungo braccia 15685 ( 6605 mt.) per ogni anno, la realizzazione di ben 1751 mucchi di sassi da due braccia cube l’uno ( 0,68 mc. per un totale di 1190,68 mc.) da distribuire per il riassetto lungo la strada. Anche la mota che ogni anno si sarebbe depositata sulla massicciata era valutata di pari volume ai rinforzi di ghiaia e pagata un tanto al mucchio asportato. I cottimanti avrebbero provveduto al lavoro di sterro e di rinforzo per circa la metà dei mucchi, gli altri erano a carico di avventizi. Fra il 1866 ed il ’69 i possidenti F. Bini e G. Michon, rinnovarono la loro proposta al Comune di Livorno, qualora avesse deciso di prolungare finalmente la via del Littorale da Antignano all’Ardenza costruendo un ponte in muratura sul Torrente Ardenza, di cedere 75.000 mq. di terreno gratuitamente alla Comunità perché servissero al prolungamento del pubblico passeggio. L’operazione avrebbe valorizzato notevolmente i terreni di loro proprietà, fino ad allora isolati lungo la costa a sud del rio. Il 18 gennaio 1871 la Giunta Comunale deliberò l’approvazione del progetto, era l’ultimo tassello mancante alla realizzazione del collegamento lungo costa tra la città ed il territorio verso la Maremma. |
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