Rosignano Marittimo castello    

Vecchia vista da levante prima che le pareti del fabbricato fossero intonacate 
Il torrione del carcere mandamentale intorno agli anni '40 con le pareti del castello a pietre. Sullo sfondo la casa colonica del Parco dei Poggetti. (collez. G. Luppichini) Torrione di levante come si presenta oggi Torrione di levante con il cerchio dei mensoloni che reggono le arcate
 L'apertura del carcere alla base del torrione di levante
 L'interno del carcere nel torrione di levante visibile dall'esterno La cappellina del carcere I detenuti assistevano alla messa dentro box in legno dai quali si vedeva solo l'altare.
  Le minuscole porte delle celle più piccole
La cella più grande vicino alla cappella
Le iscrizioni sulle pareti

Una delle celle più piccole

 

Il torrione di levante e le carceri

  Nel sotterraneo del Palazzo Comunale, in corrispondenza del torrione, si parte un passaggio a volta, in gran parte riempito e pertanto inesplorabile. Forse era un passaggio secreto che sboccava in basso fuori del castello. (Monografia storica del comune di Rosignano Marittimo  di P. Nencini 1925 scaricabile dal sito)
L'apertura delle vecchie carceri di Rosignano Marittimo è stata senza dubbio una delle novità più apprezzate del Presepe vivente messo in scena durante le feste di Natale dal '98. Anche a giudizio degli organizzatori, l'enorme massa di visitatori che ha avuto modo di accedere all'interno della struttura sembra aver gradito molto la riscoperta di un luogo rimasto inaccessibile al pubblico per decenni. Un motivo in più per riflettere sull'opportunità di restaurare e riaprire questi locali dal fascino inquietante. La ristrutturazione del palazzo Bombardieri, che ospita la sede del museo, ha contribuito già di per sé a ridare luce alle carceri, che attualmente sono visitabili su richiesta. Una riapertura permanente potrebbe essere interessante, in quanto le carceri potrebbero diventare una sorta di piccolo museo dentro al museo. Nella seconda metà del Settecento all'interno delle stesse carceri viene costruita anche una cappella, sulle cui pareti è ancora possibile vedere una serie di decorazioni pittoriche. L'altare copre un passaggio che portava alle celle di sicurezza, quelle che un tempo venivano chiamate le segrete.
All'interno della cappella sono ben visibili sei piccole celle in legno (ora senza pareti), ma con grate a persiana orientate perfettamente in direzione dell'altare. Queste servivano durante la messa ad ospitare i detenuti che, volenti o nolenti, erano obbligati a vedere soltanto il sacerdote e l'altare. Nel sottosuolo si apriva un cunicolo ormai impraticabile che portava all'esterno. Cinque erano invece le celle vere e proprie: una più grande, a fianco dell'altare e tre più piccole, alle quali si accedeva passando da piccole porte alte circa un metro. Insieme a queste la cosiddetta «cella Paradiso», quella del cancelliere, che adesso è stata inglobata all'interno del museo. Le celle sono abbastanza ampie: ognuna di esse ha uno spazio ben delimitato per il giaciglio ed uno sportellino con la grata di ferro dove poter appoggiare la lanterna. L'aria che si respira all'interno delle celle ha un suo fascino. Le numerose incisioni lasciate sui muri dai detenuti, alcune datate alla metà dell'800, contribuiscono sicuramente a dare un senso concreto di vissuto, anche se l'ampiezza delle celle fa intendere che non si trattasse poi di un luogo di detenzione particolarmente duro. Si trattava infatti di carceri mandamentali usate per ospitare prigionieri che avevano commesso reati minori oppure per persone che vi trascorrevano brevi periodi in attesa di essere destinate altrove. La costruzione della struttura risale agli inizi del 18° secolo, epoca in cui al Pretorio di Rosignano funziona un vero e proprio tribunale. Un eventuale restauro richiederà sicuramente poche opere edilizie, ma un gran numero di piccoli interventi di recupero, soprattutto sulle pareti, dove i numerosi strati di calce hanno coperto le iscrizioni più antiche. Queste carceri ebbero il loro momento di maggiore lavoro, nel corso dell'Ottocento. Lo testimoniano anche i dati raccolti nell'archivio comunale che fanno risalire proprio alla metà del secolo scorso una serie di importanti ristrutturazioni. Nel 1840 vennero risistemate le segrete che si trovano nel torrione, nel 1845 furono portati avanti alcuni lavori nelle celle e ancora nel 1859 ulteriori interventi all'interno della struttura principale. La fase novecentesca, che arriva fino alla fine degli anni '30 è collegata alle realtà locali, ed in particolare agli anarchici. In quell'epoca infatti questa struttura era usata come una sorta di carcere preventivo dove richiudere anarchici e sovversivi, soprattutto in occasione delle celebrazioni del regime. Dagli anni '30 in poi le carceri hanno smesso di funzionare e negli ultimi sessanta anni sono state utilizzate soprattutto come magazzino.
(Federica Vivaldi - Il Tirreno del 25-1-99) 
1891 - Estratto Leggi, Decreti e Regolamenti. Qualità e quantità di cibi delle razioni di vitto per detenuti sani.


1 gennaio 1901 - Relazione semestrale di visita al carcere di Rosignano.

1901 - Movimento dei detenuti dal 1° gennaio al 31 dicembre.

Durante il passaggio del fronte e la liberazione di Rosignano il quartiere Generale partigiano fu installato nelle vecchie prigioni del castello ed il comandante Marengo Gastone con il vice, Tenente Gaiani Renzo, dettero vita al 9° distaccamento "Pietro Gori" della 3° brigata Garibaldi.  Le vecchie prigioni, i cui muri, solidi e spessi davano serio affidamento di resistere anche alle cannonate, consentivano, per la vicinanza, il continuo contatto con il Comando Americano che appunto in Castello, si era attestato. Le cellette delle prigioni, furono occupate  per tutto il tempo in cui la guerra passò sul paese. (Da "Memorie di Libertà/2" Testimonianze e ricordi di una guerra, scaricabile dal sito)

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