Roberto Tancredi    

1969 - Roberto Tancredi 1969 - Roberto Tancredi 1967 - Portiere imbattuto  (leggi sotto) 1969 - Anzolin : 'Ho sbagliato domani gioca Tancredi' (leggi sotto)
Agosto 1969 - Esordio nella Juventus Gennaio 1970 - Tancredi e Albertosi: lo scudetto è nelle loro mani (leggi sotto) Febbraio 1970 Marzo 1970 - Juventus - Cagliari
Settembre 1970 Novembre 1970 - Torino-Juventus, promessa di spettacolo (leggi sotto) Dicembre 1972 - Infortunio e squalifica 2006 - Tancredi osservatore per il settore giovanile (leggi sotto)

Nato a Montecatini Val di Cecina (Pisa) il 30 gennaio 1944. Nella Juventus fa tutta la trafila come portiere, disputando i campionati “Juniores”, “Primavera” e “De Martino”; è stato anche campione d’Italia nella stagione 1962/63, con la formazione “Juniores”. La Juventus ha molta fiducia in lui e lo cede in prestito al Siracusa, in serie C; disputa un campionato eccezionale, contribuendo alla salvezza della squadra. Dalla C alla B il passo è breve, perché Roberto è già un portiere maturo. Passa al Potenza; purtroppo  a causa del servizio militare e le partite saranno solamente quindici. Dal Potenza passa alla Sambenedettese e qui rimane per un biennio; nell’estate del 1968, ritorna a Torino. Il ritorno in bianconero è ancora decisamente in sordina; Roberto è il terzo portiere, alle spalle del veterano Anzolin e del nuovo acquisto, l’anziano, ma sempre valido Giuliano Sarti, e Roberto trova spazio solo in qualche partita amichevole. Nella stagione successiva Sarti ha chiuso l’attività, Anzolin è confermato titolare, ma Tancredi ha ben maggiori speranze di trovare spazio. Come accade alcune volte, dopo avere atteso così a lungo, Tancredi si ritrova addirittura titolare nello spazio di una sera. È l’agosto del 1969 e la squadra, diretta da Carniglia, si presenta al debutto di fronte al proprio pubblico, contro un avversario di gran nome, quell’Ajax di Amsterdam, fresca vice-campione di Europa, nelle cui file gioca un certo, già apprezzatissimo, Johann Cruijff. Alla vigilia della partita, Anzolin si infortuna seriamente ad una mano; tocca a Tancredi. Il battesimo juventino, che per di più coincide con un grosso appuntamento internazionale, potrebbe paralizzare portieri di ben maggiore esperienza, ma Tancredi se la cava egregiamente, conquistando con le sue parate nel finale dell’incontro, con gli olandesi scatenati alla ricerca del pareggio, la simpatia ed il sostegno di tutto il pubblico bianconero. Ma, chiaramente, il più deve ancora venire. Sarà il campionato, con le sue situazioni imprevedibili, a mostrare il valore di questo ragazzo venticinquenne con la Juventus nel cuore. E si capisce subito che, proprio dal campionato, arriveranno difficoltà tutt’altro che trascurabili per la squadra, come per il suo giovane portiere. Debutto apparentemente facile; 4-1 al Palermo, Tancredi in porta con Anzolin ancora convalescente. Ma la squadra segue movenze antiche, porta palla e bada più alla forma che alla sostanza. Anzolin che ritorna tra i pali sette giorni dopo, a Verona, raccoglie in fondo alla rete il pallone della sconfitta. Si va avanti così, un passo avanti e due indietro, fino a novembre. Poi, la svolta, che coincide anche con la definitiva consacrazione di Tancredi a numero uno titolare; la Juventus batte l’Inter, alla settima giornata, riscoprendo tutta la determinazione dei suoi campioni e scoprendo, pure, che il giovanotto chiamato a difendere il ruolo che fu di Combi, Sentimenti IV° e Viola, ci sa fare. Grinta, piazzamento, essenzialità; doti che, unite alla continuità di rendimento, danno un’esatta dimensione di questo portiere, che chiude la sua prima stagione in serie A con 25 presenze, al di là di ogni più rosea aspettativa. Naturalmente, la conferma per l’annata successiva è fuori discussione. E nel 1970/71 Tancredi, che pure è giovanissimo e che l’anno prima figurava tra i ragazzini in una squadra dall’età media piuttosto avanzata, si ritrova addirittura a fare da chioccia, con lo stopper Morini ed il libero Salvadore, ad una squadra di giovanissimi. La stagione del rinnovamento radicale dei ranghi aggiunge altre positive considerazioni sul conto di Tancredi. Matura la sua esperienza internazionale, in una Coppa delle Fiere che la Juventus onora con prestazioni memorabili. Due partite, in special modo, mettono in eccezionale risalto il valore del portiere bianconero; nel ritorno degli ottavi di finale, a Torino, contro il Pecsi Dosza, squadra ungherese già sconfitta in trasferta con un goal di Causio, Tancredi si erge nel primo tempo ad autentico protagonista, mettendo una pezza con i suoi grandi interventi agli improvvisi sbandamenti della retroguardia juventina. Prima del riposo, Tancredi para addirittura un rigore e propizia in tal modo la vittoriosa reazione della squadra nella ripresa. L’altra partita che lo vede nei panni di protagonista è quella di Leeds, finale di ritorno. La Juventus pareggia per 1-1, grazie soprattutto alla sicurezza del suo portiere, grande nelle mischie furibonde che si accendono, specialmente nel primo tempo, nell’area juventina. Con il 1970/71 si chiude il breve, ma intenso momento di Tancredi con i colori bianconeri. Due campionati pieni, a dimostrazione di un valore notevole. Portiere di talento, ragazzo serissimo, Tancredi può avere il solo rammarico di non aver vinto scudetti, avendo lasciato la Juventus proprio alla vigilia del ciclo delle vittorie. Lascia la maglia numero uno bianconera, indossata per 64 volte, a Carmignani e si trasferisce a Mantova; in seguito, giocherà anche nella Ternana e nel Brescia.
(Dal sito: http://ilpalloneracconta.blogspot.com. Si ringrazia Roberto Tancredi per la gentile concessione)

 

La carriera di Roberto Tancredi

Periodo

Squadra

Serie

Presenze

Goal subiti

1972/1973  

Ternana

Serie A

 

 

1971/1972

Mantova

Serie A

 

 

1970/1971   

Juventus

Serie A

23

22

1969/1970 

Juventus

Serie A

25

16

1968/1969

Juventus

Serie A

 

 

1967/1968

Sambenedettese

 

34

25

1966/1967

Sambenedettese

 

29

 22

1965/1966

Potenza

 

 20

24

1964/1965

Siracusa

 

26

25

(Dal sito: www.emozionecalcio.it)

 

                                   Il portiere imbattuto

Foto 3 - Tancredi, ex juventino, adesso a S. Benedetto, non ha subito nemmeno un goal nelle prime 8 partite. I tifosi della Juventus si ricordano forse a malapena di Roberto Tancredi, uno dei tanti giocatori (un portiere, per la precisione) che per un breve periodo godono di un certo seguito nell'ambito del pubblico più attento anche alle squadre « minori ». Prelevato quindicenne dalla squadra di Rosignano Solvay (dove è nato nel 1944), Tancredi è stato per circa cinque anni uno dei portieri delle formazioni giovanili. Poi, sulla soglia dei vent'anni, come tanti suoi coetanei che non erano riusciti a mettersi distintamente in evidenza, Tancredi è stato dirottato in prestito ad una società « minore» (il Siracusa) per dargli la possibilità di dimostrare quanto valesse veramente. E' un po' l'ultima prova che si concede ai giovani calciatori, in «esili» più o meno remoti, prima di lasciare che sogni e speranze svaniscano definitivamente per morte naturale. Da Siracusa a Potenza, di qui a San Benedetto del Tronto: queste le tappe del girovagare non sempre lieto di Tancredi. A San Benedetto, il ragazzo toscano arriva lo scorso anno, e si pone in luce dimostrando di avere parecchie doti. Arriviamo al passato più prossimo. Quest'anno la Juventus rinnova il «prestito» del portiere alla Sambenedettese e Tancredi, in forma strepitosa, non manca di stupire per la sua bravura i tifosi marchigiani. Non subisce goal nella prima partita; altrettanto fa nella seconda, nella terza e cosi via. La squadra è al primo posto del girone B del campionato di serie C e Tancredi comincia a far parlare di sé. I tifosi lo chiamano il portiere record, ed infatti Tancredi sta dando la scalata al primato più prestigioso per un portiere: è imbattuto nelle prime otto giornate di campionato, per 720 minuti, e si avvia, unico portiere senza goal dei campionati di serie A, B e C, ad insidiare quel record d'imbattibilità di oltre mille minuti che un paio d'anni fa conquistò il portiere senese Badiloni. (StampaSera 10.11.1967)

                            Anzolin : "Ho sbagliato domani gioca Tancredi"
Foto 4 - Villar Perosa, 3 ottobre. La Juventus è rientrata da Plovdiv con il morale rinfrancato. Anche il portiere Anzolin ha superato lo sbandamento del gol balordo incassato contro il Bologna. In Bulgaria ha disputato un pezzo di partita, sostituendo l'infortunato Tancredi. Ha compiuto un paio di ottime parate. Tra quarantotto ore, però, ritorna il campionato e il complesso dell'errore banale potrebbe colpire nuovamente l'estremo difensore juventino. Per i bianconeri è giunto il momento di una scelta: chi mettere in porta contro la Samp? Nel ritiro di Villar Perosa improvvisiamo una tavola rotonda. Vi partecipano il presidente Vittore Catella, il vice presidente Remo Giordanetti, l'allenatore Luis Carniglia e i due interessati, Roberto Anzolin e Roberto Tancredi. Sono due amici, neppure la delicata situazione attuale muta i loro rapporti. «Vi spiace se parliamo dell'errore di Anzolin?», domandiamo. ANZOLIN — Affatto. Come ho già detto a suo tempo, sono addolorato per lo sbaglio commesso. Dovevo intervenire di pugno. Soprattutto riconosco che prima della gara avrei fatto meglio ad avvertire l'allenatore di non essere in condizioni psicologiche serene. Mio padre doveva subire una grave operazione allo stomaco. Ora tutto è passato. Mio padre guarirà. Al momento di scendere in campo ero turbato. TANCREDI — Vorrei difendere non solo Roberto, ma l'intera categoria dei portieri. CATELLA — E' proprio quanto è il caso di sottolineare. Se sbaglia un portiere tutti lo notano, per gli altri giocatori vi è più indulgenza. CARNIGLIA — Allo stadio i tifosi non sono stati né indulgenti, né comprensivi verso Anzolin. CATELLA — Il pubblico di Torino è molto competente, pertanto è severo. LA STAMPA — Comunque, domenica chi gioca a Marassi? ANZOLIN — Tancredi. La mia maglia numero uno è sua. L'allenatore è d'accordo. CARNIGLIA — Esporre Anzolin al pericolo della minima disavventura è come spingerlo verso un linciaggio morale. Non me la sento di correre simile rischio. LA STAMPA — Quando deve affrontare decisioni umanamente difficili, stabilisce fin dai primi giorni della settimana il suo programma o rinvia la scelta all'ultimo momento? CARNIGLIA — Mi tormento dall'attimo in cui è finita la partita. LA STAMPA — In ogni caso il « trainer » ha del tempo per meditare. Il giocatore, invece, agisce in una frazione di secondo. Che cosa prova un portiere nell'attimo in cui deve stabilire come intervenire? di pugno? in presa? in uscita alla disperata? TANCREDI — In genere ci muoviamo d'istinto. ANZOLIN — Ci si sente terribilmente soli. Giochiamo magari davanti a cinquanta, centomila spettori, abbiamo dieci compagni davanti a noi, il «trainer» ed i dirigenti in panchina, ma in quell'istante nessuno può aiutarci. TANCREDI — I nervi si logorano. Ricordo quando nella Sambenedettese ho detenuto per 950 minuti il record dell'imbattibilità. Ero così teso che sul momento non me la sono presa con Benvenuto, dell'Arezzo, che con il suo gol ha spezzalo la mia serie positiva. ANZOLIN — In partita, anche se non devo quasi muovermi, io perdo da un chilo a un chilo e mezzo di peso. TANCREDI — Lo stesso su per giù è il mio calo per ogni incontro. Mi hanno detto che Ghezzi, in una gara con il Milan, a Udine, ha effettuato un solo intervento, parando un rigore. Alla fine risultava di circa tre chili meno pesante. CATELLA — E' forse bene ripetere che giocare nelle grandi squadre è molto più difficile per il portiere. In novanta minuti, talvolta, deve muoversi in due o tre occasioni soltanto, ma sono occasioni decisive. CARNIGLIA — Anche per questo motivo occorre che il portiere abbia la massima serenità. LA STAMPA — Lei Tancredi in genere si emoziona molto? TANCREDI — Ho superato quello che gli attori dicono il «track» in occasione dell'incontro con l'Ajax. Quella partita per me poteva significare molto, mi è andata bene. Ora sono più tranquillo. LA STAMPA — E la rivalità con Anzolin? TANCREDI — Non esiste. Roberto mi conosce da quando ero ragazzo nella Juventus. Mi ha dato molti consigli e dovrà darmene ancora. ANZOLIN — Tancredi accettava volentieri le osservazioni. Altri in casi del genere si offendevano. Sono lieto che a Marassi scenda lui tra i pali. Tancredi è un portiere fortunato. Domenica disputerà la sua seconda partita di «A», sapendo che il suo «rivale» seduto in panchina lo seguirà con l'attenzione di un amico e di un tifoso. Nella Juventus, ha concluso Catella, il dualismo tra i portieri non esiste. A cura di Paolo Bertoldi Villar Perosa. 
(La Stampa 4.10.1969)
                       Tancredi e Albertosi: lo scudetto è nelle loro mani
Foto 5 - Il destino dello scudetto sta nelle mani di Enrico Albertosi e Roberto Tancredi. Sono i portieri delle due squadre, Cagliari e Juventus, che hanno ormai ridotto ad un duello la lotta per il titolo e una parte decisiva per l'esito finale di questo duello toccherà proprio a loro, titolari di un ruolo importante e delicato, nel quale gli errori si pagano cari, un'incertezza può costare un gol, una prodezza può salvare il risultato. Albertosi e Tancredi sono i due portieri meno battuti del campionato. Sinora, dunque, sono stati all'altezza del compito. Albertosi ha subito 7 reti in 17 partite, meno di qualsiasi altro «numero 1» del campionato. E non ha mai saltato un incontro, giocando ogni domenica e arricchendo cosi di significato U suo «exploit». Tancredi invece ha disputato 15 partite (su 17) subendo 9 gol: nelle altre due gare di campionato il ruolo di portiere nella Juventus è toccato ad Anzolin che ha incassato due reti (Il totale del gol al passivo per la squadra bianconera è dunque 11). Mentre Albertosi è un campione già affermato da molti anni (ne ha 31), Tancredi (26 anni di età) si è rivelato quest'anno, al suo primo campionato di A. Tanto il «veterano» Albertosi come la «rivelazione» Tancredi mantengono una costanza di rendimento invidiabile e naturalmente contano di proseguire così: il loro obiettivo è duplice, abbinando allo scudetto per la propria squadra una maglia azzurra per i mondiali del Messico. Stile e temperamento dei due rivali sono alquanto diversi, risentendo della differente esperienza (dote fondamentale nel bagaglio tecnico del portieri). Cosi mentre Albertosi ha uno stile essenziale, basato sul colpo d'occhio e sul senso della posizione, Tancredi è specialista dell'acrobazia, del volo plastico, grazie ad una eccezionale prontezza di riflessi e ad un colpo di reni che gli consentono interventi impensati anche su tiri improvvisi, da breve distanza. Negli interventi fra i pali Tancredi (attualmente sorretto da una forma felicissima) può rivaleggiare da pari a pari con il più anziano avversarlo. Un altro portiere, Dino Zolf, vanta una tabella di marcia altrettanto positiva: il «numero 1» del Napoli ha incassato 10 reti (una più di Tancredi e tre più di Albertosi) Anche Zoff, dunque, merita un elogio pur se il suo Napoli non è in corsa per lo scudetto. Quello scudetto che, almeno in parte, sta ormai nelle mani di Albertosi e Tancredi. (a. f. La Stampa 25.1.1970)

                           Tancredi è imbattuto da 486 minuti
Roberto Tancredi, 20 anni, portiere della Juventus è un « habitué » dei record. Quando giocava nella Sambenedettese in Serie C (stagione 1967-'68) la sua rete rimase imbattuta per 958 minuti, oltre dieci partite consecutive. Ora, Tancredi sta tentando l'exploit in Serie A: la rete bianconera, infatti, non subisce gol da 486' di gioco, cioè dalla gara con il Palermo (9' della ripresa, gol di Ferrari). Circa 300' dividono Tancredi dal recordman della Serie A, da Pozzo, il quale difendendo la porta del Genoa nel torneo 1963-'64, infilò una serie di 791'. Il primato, dunque, è lontano ma non impossibile se si considera la solidità attuale della difesa bianconera.
 (Giorgio Gandolin  La Stampa 17.2.1970)

                         Torino-Juventus, promessa di spettacolo
Foto 8 - I
l 152° derby torinese si avvicina, l'ambiente si «scalda »: la grande sfida, come sempre, è molto sentita dai tifosi e dai giocatori...Per Tancredi il confronto con il Torino è un esame importante. Il «numero uno» della Juventus vuole porre fine a discussioni sul suo rendimento. Ha disputato due derby (il primo vinto, il secondo perso). Dice: «Mi concentrerò come sempre. L'emozione c'è alla vigilia, poi in campo passa. Il derby è senza pronostico. Nell'amichevole di agosto il Torino fece un'ottima impressione. La Juventus ha iniziato la riscossa. Speriamo di continuare. Anche un pareggio contro i granata ci farebbe comodo». «I pericoli maggiori, per lei, da chi arriveranno?». «Dai colpi di testa di Bui in modo particolare. Morini però è molto forte, anche sui palloni alti: una vera sicurezza, per la nostra difesa. Contro il centravanti del Torino avrà vita dura, ma penso che riuscirà a spuntarla. Un altro attaccante granata molto temibile è Paolino Pulici: ha un gioco imprevedibile, è potente e sempre in agguato nelle aree avversarie. Penso che il lavoro non mi mancherà».
(Bruno Bernardi La Stampa 19.11.1970)

    Tancredi, ritorno in bianconero - L’ex portiere della Juve e ds del Livorno farà l’osservatore

Foto 12 - Roberto Tancredi torna alla Juventus. La società bianconera ha infatti reso noto lo staff dei propri osservatori e in esso figura appunto l’ex direttore sportivo del Livorno, già calciatore juventino. Negli anni Sessanta Tancredi approdò a Torino da Rosignano, come portiere della allora squadra De Martino. Con la Juventus Tancredi è diventato un giocatore di successo e ha militato due stagioni da titolare in serie A (sfiorò il successo europeo nella Coppa delle Fiere) prima di passare ad altri club di A, B e C e poi intraprendere la carriera di dirigente sportivo.
Tancredi è dunque a caccia di giovani talenti da portare alla corte bianconera, dove più che mai col nuovo corso voluto dal presidente Cobolli Gigli e dal diesse Alessio Secco si punta sui giovani. Il nuovo responsabile del settore giovanile è l’indimenticabile Ciro Ferrara, mentre quello degli osservatori è Pasquale Sensibile, figlio di Aldo, giocatore degli anni Sessanta-Settanta amico di lunga data di Roberto Tancredi.
La squadra di talent scout juventini è stata presentata ufficialmente nel nuovo centro sportivo bianconero di Vinovo; comprende assieme a Tancredi altri ex giocatori di valore quali Domenico Arnuzzo arrivato alla Juve con Marcello Lippi di cui è grande amico dopo essere stato suo compagno di squadra nella Sampdoria, Massimo Filardi campione d’Italia col Napoli di Maradona, l’ex allenatore del Padova in serie A e commentatore Tv alla Rai Mauro Sandreani, Diego Giannattasio ex giocatore di A e B, Luciano Miani compagno di squadra alla Juventus e al Vicenza di Paolo Rossi, l’ex vice di Tardelli alla nazionale Under 21, all’Inter e al Bari Luca Giannini. Un team composto complessivamente da oltre trenta osservatori che setaccerà il territorio nazionale e si spingerà anche all’estero alla ricerca di talenti. Tancredi, che nell’ultima stagione ha svolto analogo ruolo per il Genoa, dovrà occuparsi proprio del settore internazionale e viaggerà in Europa e nel mondo seguendo giovani, come pure giocatori più esperti, nel mirino della prima squadra. Dovrà stilare relazioni sui giocatori visionati e fornire pareri.
I rapporti fra Tancredi e la Juventus sono sempre stati eccellenti. E’ stato lui a portare un anno fa a Torino il promettente portiere del Rosignano Timothy Nocchi, classe ’90, che quest’anno dovrebbe difendere la porta della Berretti bianconera dopo la positiva stagione con Giovanissimi e Allievi.
Tancredi è legato da amicizia di vecchia data con Luciano Cerruti, dirigente accompagnatore della Primavera della Juventus che in questi anni ha vinto tutto (Coppa Carnevale, scudetto di categoria e Supercoppa) e per tre volte consecutive è stata ospite per una settimana a Rosignano nel quadro del torneo mondiale di Viareggio. Da lì sono usciti giocatori come Paro, Palladino e De Ceglie ora in prima squadra e che si sono fatti conoscere al grande pubblico proprio a Rosignano e nel torneo di Viareggio.
(Fabrizio Cavallini per Il Tirreno 9 ottobre 2006)

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