ITINERARI EXTRAURBANI

La necropoli di Pian dei Lupi
e le cinte murarie di monte Carvoli



 

 Una escursione non impegnativa lungo la via del Vaiolo (Castelnuovo-Nibbiaia), fra una necropoli tutta da scavare ed i misteri di opere murarie di origine ignota. Il percorso a piedi (in rosso) è inferiore a 2 km

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Dall'alto della collina di Pian dei Lupi bella vista verso il mare con a destra il castel Sonnino ed il Romito. Ampia veduta sul sistema collinare verso Nibbiaia. Ampia veduta sul sistema collinare verso Gabbro. La vallata a est con il lago di S.Luce. Pian dei Lupi: la guida spiega le caratteristiche della necropoli Quello che resta degli scavi del 2001-3. Quello che resta degli scavi del 2001-3 Quello che resta degli scavi del 2001-3. Sullo sfondo monte Carvoli. Spiegazione prima di salire su monte Carvoli. Monte Carvoli: una cartellonistica adeguata accompagna la visita. Il testo è riportato qui sotto. Monte Carvoli: i resti della prima cinta muraria a mezza costa della collina. Monte Carvoli: la prima cinta muraria continua intorno alla collina.
Monte Carvoli: prima cinta muraria. Monte Carvoli: spiegazioni nel punto dove la prima cinta muraria si interrompe creando l'unica porta, lato ovest. Monte Carvoli: seconda cinta muraria. Monte Carvoli: la seconda cinta muraria assai meglio conservata, intorno alla sommità della collina Monte Carvoli: primo piano della seconda cinta muraria, intorno alla sommità della collina. Si nota una sorta di muratura presente solo fra i blocchi in basso, i restanti sono posizionati a secco.
 

Gli scavi - Durante due campagne di scavo condotte nel 2001 e nel 2003 in località Pian dei Lupi sono state portate alla luce oltre 70 tombe, databili tra gli inizi del III sec. a.C. e la fine del II sec. a.C. La ricostruzione di una tomba con la ricollocazione dei reperti con esposti alcuni tra gli splendidi oggetti finora scoperti nella necropoli è stata realizzata all'interno del Museo Archeologico di Rosignano Marittimo.
La necropoli di Pian dei Lupi - La necropoli risale all'epoca tardo-etrusca (III - inizi I sec. a.C.) ed era già nota archeologicamente per il rinvenimento fortuito di una tomba maschile, il cui corredo, databile alla prima metà del III sec a.C., è conservato nel Museo di Rosignano Marittimo. Il rito funerario dominante era quello dell'incinerazione affiancato dalla pratica dell'inumazione, riservata, però, soltanto ai bambini. Le tombe sono a forma di "pozzetto", ricavate scavando una fossa circolare nel terreno oppure sfruttando gli affioramenti rocciosi naturali e sono talvolta coperte con una lastra di pietra locale appena sbozzata o da una o più tegole. All'interno di alcuni pozzetti sono state rinvenute due deposizioni a sottolineare la stretta parentela dei defunti. Le ceneri del defunto erano deposte all'interno della tomba, in una grande olla d'impasto, assieme agli oggetti preziosi e personali. Attorno al cinerario veniva deposto il resto del corredo funebre, costituito da vasellame da mensa, in prevalenza ceramica a vernice nera, e da oggetti in metallo: monili in oro e argento (orecchini, fermatrecce, anelli, fibule), oggetti in bronzo, oggetti da toilette (specchi e unguentari), monete. Frequente è il rinvenimento di armi in ferro (spade, punte di lancia e giavellotto) che attestano, come nella vicina Castiglioncello, la presenza di guerrieri. La composizione dei corredi e la ricchezza delle tombe, soprattutto di quelle risalenti al III sec. a.C., indica l'appartenenza dei defunti ad un ceto aristocratico legato a Volterra e agli approdi costieri, che doveva la sua ricchezza all'agricoltura e al commercio di derrate pregiate.  
Monte Carvoli - Monte Carvoli (352 m.s.l.m) sorge ad est dell'asse stradale che collega Castelnuovo della Misericordia a Nibbiaia, nell'ampia zona collinare che domina ad ovest il mare e ad est le colline di Castellina Marittima. La formazione rocciosa del monte è costituita da serpentini, rocce magmatiche e olocristalline. Nel III secolo a.C. Monte Carvoli, Poggio alle Fate ed altri siti d'altura presenti sul territorio, erano caratterizzati dalla presenza di grandi cinte murarie, che fa presupporre che la nascita di questi insediamenti vada messa in relazione con un'esigenza difensiva legata all'espansione romana in Etruria. Questi insediamenti dovevano difendere sia le coste che le vie di collegamento tra il mare e l'entroterra e servivano come luoghi di avvistamento e ricovero per la popolazione in caso di pericolo. Il popolamento del territorio doveva invece essere costituito in prevalenza da villaggi, dove probabilmente risiedeva anche l'aristocrazia rurale, e da unità abitative di piccole dimensioni. La prima cinta muraria circonda il monte a mezza costa ed ha un andamento più o meno regolare, che segue le asperità del terreno, senza però sostanziali variazioni di quota. E' costruita a secco, cioè senza l'ausilio di malta, con blocchi irregolari di serpentino, di medie (cm. 40/60 x 30/40) e grandi (cm. 100 x 80) dimensioni. Ad ovest, sul lato che guarda il mare, la cinta è provvista di un'ampia porta d'accesso, l'unica finora individuata. La seconda cinta muraria circonda la sommità del monte ed ha una forma pressoché rettangolare, anche se la presenza di una fitta vegetazione impedisce un'attenta valutazione del suo perimetro, che in alcuni tratti sembra addirittura interrotto. E' formata da blocchi squadrati di serpentino, di piccole e medie dimensioni, tenute insieme da un legante solo nella parte inferiore, mentre i blocchi superiori sono uniti a secco. Ad ovest un tratto delle mura di cinta è conservato per circa m. 1,70 di altezza e qui si appoggiano ad angolo retto due strutture di forma rettangolare, dello spessore di m. 1,60 ciascuna.  Delle due strutture, costruite con la stessa tecnica delle mura  principali, solo una è interamente conservata per una lunghezza di m. 3,40. La loro funzione è ancora sconosciuta, ma potrebbero far pensare a dei contrafforti costruiti nella parte della cinta meno difendibile naturalmente. La porta d'accesso di questa cinta muraria è posta, come nel caso della cinta sottostante, sul lato ovest verso il mare, anche se è di dimensioni notevolmente inferiori all'altra. La datazione di questa cinta muraria è presumibilmente medievale, ma solo con future campagne di scavo sarà possibile confermare o meno questa ipotesi.

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