Fotolibro a cura di Claudio Castaldi (1980)
 

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PRESENTAZIONE - Volendo collocare storicamente e cronologicamente il materiale fotografico di questa raccolta, si dovrebbe fare riferimento al periodo che va dai primi anni del 1900 al 1930 circa. Ma la giusta chiave di lettura di questa pur rapida e forzatamente superficiale carrellata su un mondo per alcuni aspetti scomparso, non deve essere quella della celebrazione manieristica di una Castiglioncello borghese, artista, spensierata e gaudente, ma piuttosto quella sociale che spinge, attraverso l’immagine immediata, ad una riflessione più attenta sugli aspetti più profondi di una società controversa e contrastante, povera e ricca, profonda e superficiale. La contraddizione presente negli abitanti, il loro mutare costante, derivano probabilmente da un confluire e stemprarsi di due culture profonde e vere; quella contadina forte di tradizioni popolari, di verità antiche, della sagacia istintiva dei contadini toscani, e quella marinara, più scontrosa e piratesca, più immediata e mediterranea. Elemento catalizzante di queste simbiosi è stata la presenza di una borghesia sufficiente di ricchi, di nobili che avevano scelto Castiglioncello a sede dei loro riposi e svaghi. Ed ecco che tale elemento, estraneo alla cultura del luogo, costituisce il modello, il punto di riferimento, nascono così i nuovi abitanti, le nuove generazioni di albergatori, di ristoratori, sagaci e bucanieri, svelti e romantici, un popolo che si distingue dai cugini vicini per uno sguardo sperduto negli occhi, per la fantasticheria con cui condiscono la loro vita, spersa di ricordi lontani, in aloni di aneddoti leggendari.
Ecco allora che i Fattori, i Marradi, i Conte Patrone non sono più i «ricchi» ed i «signori» che nobilitano Castiglioncello, ma sono gli abitanti di Castiglioncello. E gli abitanti di oggi danno l’impressione di vivere in un mondo divenuto troppo stretto, rumoroso, affollato, loro che hanno vissuto i silenzi di punta Righini, della pineta Marradi. Ed ecco che parlando con noi, raccontando, la loro voce si attenua e si perde, nella convinzione che chi ascolta non potrà mai capire. Forse, scorrendo queste note fotografiche, anche noi che non abbiamo conosciuto Castiglioncello in quegli anni, che non viviamo a Castiglioncello, riusciremo a comprendere meglio quei racconti, ad assaporare di più quelle sensazioni perdute.
      Alessandro Nenci


 L’itinerario di immagini che compone questa raccolta, tracciato più sul calco delle abitudini che secondo la logica dell’indagine, segue il nascere del paese nei ricordi di chi ci è vissuto da paesano o da villeggiante. Come l’impulso per la raccolta, anche il tratteggio dei riferimenti aderisce alla suggestione dei panorami o dei personaggi cui è andato facilmente il pensiero o la curiosità, magari a scapito della cronologia, per guardare nel particolare alla ricerca dell’innesco di un ricordo o l’innesto per una storiella. La combinazione di queste occasioni ha suscitato la struttura dell’album diviso in undici sezioni, ognuna riguardante una fascia di territorio. Interrompe la sequenza uno spazio a parte, dedicato alle immagini di persone o scene di vita non inseribili nei panorami parziali perchè rare e discontinue e tuttavia aderenti al tessuto sociale del paese.
Si ringraziano della collaborazione il Sig. Vinicio Cantini, i paesani ed i villeggainti che hanno procurato il materiale di questo album, fornito indicazioni, riferimenti e consigli.  Claudio Castaldi
 

 

LA CHIESINA E LA TORRE
La torre medicea nella piazza di fronte alla chiesina granducale è il simbolo di Castiglioncello. Molto più vistosa nelle cartoline di fine secolo che non oggi, semisommersa dalla pineta, spiccò sui nuclei abitativi circostanti. La spazialità del paesaggio di allora ne favorì la comparsa anche in molte riprese di panorama. Più rare a trovarsi sono invece le immagini della vicina chiesa di Santo Andrea che in questa serie appare in una cartolina e in una foto scattata in occasione della visita del Vescovo di Livorno (1922).

 

 

 


 

 

 

 
 

I BAGNI
La casa dei pescatori di muggini e l’adiacente fornace di calce, in alto a destra nella prima e seconda foto di questa serie, precedono la nascita degli stabilimenti balneari nella cala davanti l’albergo Miramare. Quest’ultimi e la costruzione della stazione ferroviaria sono gli argomenti seguiti con maggiore continuità dagli editori di cartoline del tempo. Nelle vedute entrano gradatamente in campo, dalla zona delle secche, le cabine su palafitte e da ponente le prime ville mentre la scarpata si ricopre di vegetazione. Le ultime immagini sono databili intorno al 1930, periodo in cui furono ultimati i lavori di rifinitura a villa Celestina sullo sperone a sinistra dei bagni.

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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