Castiglioncello ieri   "Lorenzo prima di Don Milani"

  
Dalla mostra "Castiglioncello - Lorenzo prima di Don Milani" organizzata da Pro Loco Amici di Castiglioncello, Comune di Rosignano e Alando (2017).

                                  
(Si ringrazia la Pro-Loco per la concessione)

               
            

               La famiglia Milani a Castiglioncello

Luigi Adriano Milani dal 1884 è direttore a Firenze del Museo Archeologico Nazionale. Proprio per questo motivo viene richiamato a Castiglioncello  nel momento in cui avvengono i primi ritrovamenti di antichi manufatti etruschi nella zona. l'area di maggiori ritrovamenti sarà quella in prossimità della galleria ferroviaria sotto la piazza che si viene costruendo ai primi del 900.: emerge un'antica necropoli, ma anche negli scavi di fondamenta di altre ville si trovano reperti, così come anfore e suppellettili saranno ripescate dal mare in prossimità degli scogli. Il Barone Patrone, proprietario di una vasta area del promontorio, si avvale della collaborazione del professor Milani per sistemare degnamente tutti gli antichi reperti archeologici e a questo scopo dona a Luigi Adriano la villa "Il Ginepro". Luigi Adriano Milani si prodigò tanto affinché i reperti rimanessero in loco, arrivò a progettare la costruzione di un piccolo museo dalla forma di urna etrusca

e diede vita ad una raccolta di fondi tra le famiglie benestanti dei villeggianti di allora. patrone donò il cucuzzolo del promontorio, la dove in antichità vi era il tempietto greco dedicato ad Atena, per l'edificazione del museino. Purtroppo il professore non riuscì a vederlo inaugurare perché morì poco prima della conclusione dei lavori.
La villa del Ginepro all'epoca era contornata da un vasto giardino che arrivava fino agli scogli sul mare, talmente vasto che quando Luigi Adriano Milani morì, i quattro figli eredi poterono suddividerlo in quattro ampi appezzamenti ed ognuno costruì una villa per la propria famiglia.
Ogni estate i fratelli si ritrovavano per la villeggiatura al mare ed i rispettivi figli formavano una tribù di bambini e ragazzini, tutti cugini, davvero molto unita. Frequentavano la spiaggia del porticciolo, ma spesso si bagnavano direttamente dagli scogli prospicienti il giardino delle loro ville. I cugini Milani, di cui faceva parte anche Lorenzo bambino, scorrazzavano e giocavano assieme nei giardini delle quattro ville che erano comunicanti.
Nelle ville si tenevano spesso festicciole per bambini, sicuramente ogni 1° agosto, quando la cuginetta preferita di Lorenzo, Lalla, compiva gli anni. Venivano invitati tutti i bambini amici dei bagni sulla spiaggia, figli delle famiglie che villeggiavano nelle altre ville del promontorio. Si facevano recite in costume e si faceva merenda facendo arrivare il carrettino del gelataio che poi sarà il Dai Dai.

Quando non si era al mare a tuffarsi, si era in giardino a giocare tutti insieme, oppure si andava in pineta al tennis o si organizzavano gite con pic-nic nella pineta di Vada. Ogni tanto si andava in barca a vela ed a volte in collina dove Lorenzo assieme a Lalla e Letizia Samuelli si arrampicavano per dipingere quadretti ad olio.
Le vacanze duravano tutto il periodo estivo, erano delle vere e proprie villeggiature, in giugno arrivavano i bauli pieni da Firenze accompagnati da parte della servitù, in settembre si ripartiva: ogni famiglia Milani ritornava alle proprie case cittadine pronti ad affrontare gli impegni invernali. Tutti sapevano però che Castiglioncello sarebbe stato lì di nuovo ad accoglierli l'estate successiva e fratelli e cugini si sarebbero ritrovati e divertiti ancora in quel mare meraviglioso.

                                                                                                                                       Emma Paola Bassani

                                                      Chi è Don Lorenzo Milani

Lorenzo Milani Comparetti nasce a Firenze il 27 maggio 1923 e ivi morirà il 26 giugno 1967. Per suo espresso volere sarà sepolto nel minuscolo cimitero di Barbiana, una frazione di Vicchio nel Mugello in provincia di Firenze. L'infanzia e l'adolescenza li trascorre a Firenze, Castiglioncello, villa Gigliola di Montespertoli e Milano. Nel 1941, a diciotto anni, dopo il diploma al Regio Liceo Classico Giovanni Berchet, Lorenzo vuole fare l'artista: a Firenze prende lezioni private dal pittore Hans-Joachim Staude (Port-au-Prince 1904 - Firenze 1973) per potersi così iscrivere all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano. Un'effimera, ma intensa esperienza artistica che dura poco meno di due anni. Durante il 1943, con un percorso interiore purtroppo non più documentabile attraverso le perdute corrispondenze epistolari con la "platonica fidanzatina" Carla Sborgi e con il "con il consigliere spirituale" don Raffaele Bensi, Lorenzo approda alla conversione: nel novembre entrerà nel seminario di Cestello a Firenze. Dopo quattro anni riceve il sacramento del sacerdozio in Santa Maria del Fiore. Alla cerimonia non può assistere il padre Albano morto qualche mese prima. Dal 1947 al 1967 il sacerdote Milani concretizza la sua vocazione sempre nella diocesi di Firenze, prima a San Donato di Calenzano e poi, dal dicembre 1954, a Barbiana, in un "confino" dal quale sono emersi i suoi più importanti scritti (Esperienze pastorali e Lettera ad una professoressa) e soprattutto viene creata dal nulla la Scuola di Barbiana, quella esperienza scolastica tuttora meta di veri e propri "pellegrinaggi".                                                                             Cesare Badini

 

Giocando con il titolo della mostra potremmo aggiungere "Castiglioncello prima di Castiglioncello". Domina una natura bella e selvaggia dall'aria salmastra per via delle violente libecciate con raffiche anche a 100 km/h immortalate da Fattori e da altri macchiaioli, riunitisi in questo paese di pescatori grazie al mecenate Diego Martelli. Egli, una volta caduto in disgrazia, si trova a sanare i propri debiti col barone Patrone, sfuggente figura uruguagio-italiana che edificherà il proprio castello sulla terra presa al mecenate, quello che oggi è conosciuto come Castello Pasquini. Il barone riesce nell'intento di trasformare Casti (già così la chiamavano affettuosamente i Milani Comparetti, un nomignolo che le è rimasto ancora attaccato, come un alone di tenerezza per la gente del posto) in un progetto di turismo elitario. Nasceva il concetto moderno di villeggiatura.

  

La famiglia Milani è una delle prime a usufruire di quella Castiglioncello e per vari mesi dell'anno. Abitano la villa del Ginepro, poi anche quella Belvedere; di fatto, appartiene loro metà "punta" del paese. Arrivarci da Firenze, carichi di libri e provviste era laborioso, finché nel 1910 la tratta ferroviaria Livorno-Vada non rese tutto un po' più semplice,nonostante che a inizio Novecento mancasse ancora acqua e corrente elettrica. La tribù era composta da loro e poche altre famiglie; i bambini del clan Milani imparavano a nuotare gettati all'improvviso dalle barche; si andava in canoa o dopo il mare al tennis (pare senza grossi risultati) ed i più spericolati come Laura Milani Comparetti (Lalla cugina prediletta di Lorenzo) si tuffavano dallo scoglio della mugginara.

"Castiglioncello 21 agosto 1923". Se la storia ha bisogno di date possiamo usare questa per illustrare la prima comparsa di Lorenzo nella località a poco meno di tre mesi. Egli diverrà nel gergo familiare, prima Lore e poi Lorenzino per distinguerlo dall'amico d'infanzia Lorenzo Rigutini, che per via della stazza non potrà che essere ribattezzato Lorenzone. La famiglia trascorre qui periodi felici che coincidono con la nascita dei figli, l'ampio e comunicativo sorriso di Albano, padre di Lorenzo, sembra eternare questa pace gioiosa nella foto in posa serissima pur se in pigiama.

Tratta ferroviaria a parte, era la Lancia Lambda a sei posti dei Milani Comparetti (una delle prime auto fiorentine targa FI 5) a rendere più facile la villeggiatura invogliando a pic-nic e gite: un vero e proprio clan in movimento. Con alcuni must: ad esempio le cassatine gelati in un carretto trainato dal ciuchino del padron Tancredi il quale spronava l'animale al grido di "Dai Dai". La cassatina è tuttora un prodotto caratteristico di Castiglioncello; i Bartoletti che rilevarono l'azienda non poterono che chiamarla Dai-Dai. Forse rappresentava il meritato premio dopo il tragitto in canoa dei fratelli Milani.

Tanti gli stimoli: si dipingeva en plein air (Lorenzo disegnava; in seguito studierà pittura, prima della vocazione; è però incerto se egli abbia dipinto già a Castiglioncello). E fu naturale che Ado (Adriano), Paolo, Lalla e Lore si trasformassero nei moschettieri: Lorenzo era D'Artagnan. Altri abbienti famiglie che villeggiavano qui come quella di Corrado Pavolini (forte della frequentazione di Pirandello o dei D'Amico, altri affezionati ospiti del luogo), testimoniano che dai travestimenti si passava al mettere in scena parodie di opere o pezzi teatrali, con le musiche di un giovanissimo Nino Rota! I Milani ascoltavano inoltre le storie del Sig.Bonaventura raccontate da Sergio Tofano in persona. Grazie a quell'incredibile intrattenimento di cui i piccoli potevano godere, la famiglia decise di donargli la terra su cui egli avrebbe edificato la propria villa tuttora esistente.

Un bambino che ci guarda. Attorno a tre nuclei narrativi - la costruzione di determinato turismo a Castiglioncello, i Milani (e non solo) come esempio di un modello di villeggiatura e Lore medesimo - si determina la figura del futuro priore di Barbiana negli anni dell'infanzia: agiata, stimolante, creativa. Eppure pare quasi un protagonista nascosto e non solo perché da essa non è possibile desumere le future scelte forti, spesso contrastate, o la vocazione. Una sorta di pudore, di introspezione che traspare dagli occhi fanciulli, ridenti e malinconici al contempo, rilasciano una sensazione di mistero, forse soltanto frutto della suggestione certo, perché conosciamo la sua storia a venire. Nell'ultima immagine ci guarda, ci interroga? Una mostra ha senso (oltre che per gli aspetti celebrativi di interesse pubblico e di qualità del materiale esposto) se non ci lascia indifferenti, se ci dona qualcosa e quel qualcosa può essere anche una domanda che ognuno di noi può tradurre come vuole. In uno scenario che un castiglioncellese riconoscerebbe fra mille - la leggerissima increspatura del mare, il tipo di scoglio - Lore è solo Lore in fondo un bambino; un bambino che ci guarda.
Biografia di don Lorenzo Milani nella sezione PERSONE

 


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