Castiglioncello ieri e oggi 

1960 Il campo sportivo di Castiglioncello in pineta Marradi

  Il campo sportivo nasce nel 1919, ma la prima squadra di calcio del Castiglioncello nasce nel 1908 e gioca a Caletta dove ora c'è il parco giochi al lato della Coop. La storia del campo di calcio è densa di avvenimenti importanti durante la lunga vita della “Unione Sportiva Castiglioncello” (all‘inizio “Libertas") nata il 27/12/1919 dalla fusione di due società preesistenti lo Sporting Club Italia e la Tirrena (foto piccola). Il paese ha vissuto momenti di intenso campanilismo a partire dagli anni 50. Il “Campo” ha ospitato anche incontri di tipo mondano, con le partite giocate dagli attori che villeggiavano sul promontorio, come Paolo Panelli nelle vesti di “massaggiatore’ Vittorio Gassman, Umberto Orsini, ecc. e con un pubblico che sembrava prestato dal grande cinema. (Altre notizie su  USCastiglioncello.it)
Domenica 18 gennaio 2009 lo stadio è stato intitolato al capitano della squadra Francesco Bellagotti deceduto a 32 anni in un incidente sul lavoro con una toccante cerimonia. Francesco era il capitano del Castiglioncello, ma aveva vestito le maglie di tante squadre della provincia tra cui anche quella del Piombino. Il sindaco Nenci ne ha ricordato la figura per poi procedere all’intitolazione dello stadio al suo nome. Il presidente del Castiglioncello Vasco Pantani ha donato al padre del calciatore, Adalberto, una targa ricordo. Graditissima è stata anche la targa fatta fare dai giocatori azzurri per onorare la memoria del capitano. Anche il Piombino ha voluto partecipare attivamente alla cerimonia regalando al padre la maglia di Francesco, col suo nome, di quando militava nel Piombino. (Da il Tirreno del 19/1/2009)

                            Tanti auguri, vecchio Castiglioncello
La gloriosa società ha brindato ai 90 anni di storia. La festa azzurra. Di un piccolo grande club. Il più vecchio del comune di Rosignano Marittimo. A introdurla, in una riunione conviviale al Bersagliere di Caletta, è stato Pier Luigi Deri, da sempre uno dei pilastri del direttivo dell’Us Castiglioncello.

 
La ricorrenza. Deri ha esordito rilevando come la società abbia raggiunto un traguardo davvero prestigioso: 90 anni di vita con una continuità che solo la II Guerra mondiale è riuscita a interrompere. E la soddisfazione è maggiore perché il traguardo è tagliato con gli azzurri al comando, pur provvisorio, del campionato di Prima categoria. Insomma, una novantenne in ottima salute.
 
La nascita. La vecchia Unione, che si è nutrita della passione di tante persone, è sorta il 27 dicembre 1919 dalla fusione di due società già esistenti nel paese di neppure mille anime e il primo statuto è datato 20 aprile 1920.
 
Un bell’inizio. Nei primi anni, quando la passione contava più dei soldi, il club seppe inserirsi in campionati al vertice del dilettantismo regionale; vedi la partecipazione (1920-’21) al girone unico di Promozione toscana con avversari del calibro di Pro Livorno, Carrarese, Vigor Viareggio o nel 1925-’26 ad un campionato che vedeva tra l’altro in lizza Carrarese, Pontedera, Pietrasanta.
 
I suoi campioni. È in tale contesto che da Castiglioncello partono giocatori che militeranno in campionati professionistici come Vittorio Bini, Bruno Deri, Ricciardo Mastalli, i fratelli Mazzini e Natalino Faccenda; l’ultimo è stato quello ad aver fatto miglior carriera come giocatore del Milan.
 
L’iter fino ai giorni nostri. Nel secondo dopoguerra le cose si fanno più difficili, perché il paese è piccolo ed i mezzi scarsi; è un barcamenarsi quindi in campionati modesti, finché nel 1956-’57 viene vinto il campionato di 2ª divisione e finalmente nel 1960-’61 gli azzurri tornano nell’élite del calcio dilettantistico toscano (con loro Cecina, Ponsacco, Cascina, campione italiano dilettanti). Seguono ottimi tornei, poi alla fine degli anni 60 c’è un periodo di crisi e la squadra rivede la 2ª categoria. Occorre giungere alla stagione 1976-’77 per vincere il campionato e tornare in Prima. Alcuni anni tranquilli, dopo un rimbalzare tra 2ª e 1ª categoria (anni 80). Retrocessione in 2ª nell’84-85 e immediata risalita col successo in campionato; nuovo scivolone nell’86-’87 e vittoria nell’87-88. Dopodiché buoni campionati di Prima fino al 1999-2000 che segna una caduta che relega la squadra in 2ª categoria dove disputa tornei di vertice, ma perde regolarmente gli spareggi per risalire. Finalmente il ritorno in 1ª categoria nel 2004-2005 per poi retrocedere l’anno seguente perdendo l’ennesimo spareggio. Quindi la storia recente: nel 2006-2007 la bella cavalcata in Coppa Toscana che fa guadagnare la promozione perché finalista; infine, dopo 2 sofferte salvezze, il torneo in corso che sta andando oltre le aspettative. E la storia continua.
 
I personaggi. Ripercorsa per sommi capi la storia sportiva del Castiglioncello, Deri ha giudicato doveroso menzionare le persone che l’hanno permessa. «Non ho certo la pretesa di ricordare tutti - ha affermato - anche per incompletezza delle conoscenze; ma certamente nel periodo tra le due guerre c’è da ricordare i presidenti Stefano Galli, Giuseppe Bini e Probo Magrini. Nel dopoguerra come non ricordare Rino Rossi, che ebbe il merito di ripartire dopo il conflitto e poi nei primi anni 60 riportò la società ai massimi livelli regionali; Romolo Biotti presidente della promozione ’56-’57, Elio Sani vera colonna del’Unione per molti anni, Ferretti presidente della promozione ’76-’77 e inoltre l’attuale presidente che sta battendo tutti i record di durata. Infine desidero ricordare due persone che, con modestia, tanto tempo hanno dedicato al sodalizio: il compianto Roberto Parra e Piero Bellani, fortunatamente ancora vivo e vegeto, senza la cui opera difficilmente il Castiglioncello sarebbe potuto andare avanti. E voglio chiudere col ricordo del nostro capitano Francesco Bellagotti; chissà come avrebbe gioito se avesse potuto disputare questo campionato».
 
I presenti. A giocatori, consiglieri col presidente Vasco Pantani, tecnici e sportivi hanno fatto da degna cornice il sindaco Alessandro Franchi e il delegato allo sport Viriano Franchi, il consigliere regionale (in rappresentanza del presidente Bresci) e il delegato provinciale Figc Bruno Perniconi e Roberto Tramonti, il presidente del Rosignano Sei Rose Silvestro Polzella. (F. Cavallini Il Tirreno del 27-12-2009)  
     Sospesa l'attività sportiva perché il campo non rispetta le prescrizioni del Coni.
5 marzo 2012 - Egregio Signor Sindaco,
Siamo un gruppo di sportivi e tifosi del Castiglioncello preoccupati ed arrabbiati per la piega che stà prendendo la vicenda del campo sportivo "F.Bellagotti" del nostro paese.
E' dall'inizio dell'anno che è stato vietato l'uso dello stesso alla società "U.S.D.CASTIGLIONCELLO" (società più antica del nostro comune!!!) che si era vista rinnovare la convenzione nell'estate 2011 per altri tre anni. Senza che niente sia cambiato, ciò che andava bene pochi mesi prima non và più bene all'inizio del 2012. Già questa cosa appare curiosa, dove stà l'errore e chi l'ha fatto? Comunque sia il Castiglioncello si è trovato senza campo dove proseguire le proprie attività. Riteniamo che una amministrazione debba risolvere i problemi e non crearli. Molti di noi erano presenti alla cena dei 90 anni della società di ormai tre anni fa e tutti ricordano le promesse mosse proprio dalla sua persona sull'adeguamento degli spogliatoi, cosa chiesta da una vita, ma sà non ci sono mai i soldi ....I dirigenti della società ci hanno invitato a pazientare dicendo che c'era da parte vostra la volontà di risolvere il problema, ma sono già passati due mesi e le voci che sentiamo in giro non ci piacciono. Sono stati vietati pure gli allenamenti su detto campo e si pensa ad una società itinerante, cosa ridicola assai che ci fa molto arrabbiare. Una società senza un luogo di riferimento ove gli sportivi possono trovarsi vicino ai calciatori ad incoraggiarli e sostenerli non può andare avanti; è inutile che parliate di non voler far morire la società se poi le decisioni vanno in tal senso e anche le non decisioni. Su questo garantiamo NOI, la società non morirà mai, potete scommetterci! Siamo a chiedere, come sportivi, cittadini e tifosi che non sia chiuso l'impianto senza averne realizzato un altro in altra zona del nostro paese per l’esigenza dell'"U.S.D. CASTIGLIONCELLO", ricordando che dagli anni 70 del secolo scorso si parla di spostare la struttura, e che anche qui ci sarebbe da arrabbiarsi molto, parlando solo dei tanti soldi gettati per un improbabile campo alle spianate, e nel frattempo ci sia perlomeno una sistemazione decorosa degli spogliatoi, cosa chiesta da anni con raccomandate cadute nel nulla e senza risposta alcuna. Detto questo ricordiamo che la squadra si trova in zona play-off e che senza questo intoppo caro Sindaco e cara giunta e giocando tra le mura amiche potremmo ambire anche a qualcosa di più, ma a voi tanto cosa importa? Questo è quello che chiediamo e non ci sembra di chiedere la luna!!! In attesa delle vs. decisioni che auspichiamo vadano nel senso giusto, cordialmente salutiamo. GLI SPORTIVI. Alla tabaccheria della stazione c'è una raccolta di firme.

21 marzo 2012 - Il Comune ha manifestato la propria difficoltà ad effettuare sul campo "F. Bellagotti" un intervento definitivo in grado di ottemperare a quanto richiesto dal Coni, per rendere l’impianto omologato ai fini dello svolgimento regolare delle partite di campionato. Questo avrebbe significato una spesa molto ingente, circa 350mila-400mila euro, per il completo rifacimento di larghe porzioni del campo. Tutti, responsabili dell'U.S. Castiglioncello compresi, hanno quindi convenuto che non è opportuno intervenire sull’impianto sportivo con una cifra così consistente, ritenendo che in futuro la struttura debba essere usata per altri scopi, previsti anche dagli strumenti di pianificazione, parcheggio in primis. Da qui è emersa quindi un’ipotesi diversa, ovvero andare ad effettuare un intervento più leggero,,con lavori di risanamento igienico-sanitario degli spogliatoi del campo, che potrà consentire lo svolgimento degli allenamenti, così come richiesto da U. S. Castiglioncello. Al tempo stesso si è concordato che le partite di campionato 2012/2013 si svolgeranno presso lo stadio Ernesto Solvay, in alternanza con la squadra del Rosignano. Si tratta di una soluzione temporanea dal momento che c’è l’impegno da parte dell’Amministrazione Comunale ad individuare soluzioni definitive in altre parti del territorio che permettano di utilizzare il solito campo da gioco per gli allenamenti e per le partite.(Fonte CRM)
                           Quando nel campo giocavamo noi
Spesso, le sere d’estate, con Maurizio Tafi, al campo sportivo dove c’era il Luna park con tutti quei giochi di abilità e prove di forza, l’autoscontro cioè i “batti- batti” e la giostra volante cioè il “calcionculo”. Senza Maurizio non c’era gusto e non perché quasi sempre pagava lui, ma perché Maurizio era lui stesso un’attrazione; per descriverlo, uno di noi, Giorgio Marianelli, l’ha paragonato a un personaggio dell’Iliade: Diomede. Maurizio era proprietario dei bagni “Tre scogli” e con lui c’era sempre Varese Nannetti che “da Maurizio” faceva il bagnino. Varese in quegli anni giocava nel Castiglioncello, un tipo magro, scattante; in quella formazione c’erano molti bravi giocatori fra cui suo fratello Mario, Ivo Ureni, Roberto Berti detto “il maglio” e poi Ciabattini, Gambarelli, Favilli il portiere. E intorno al campo-le gradinate erano due scalini ricavati nel tufo lato monte-tanta gente dislocata a gruppi secondo le abitudini, pressappoco così: a monte lato farmacia i calettani (Ubaldo Venturi,Bruno Mannari eccetera), più avanti i portovecchini (Tosello Cecchini, Alessandro Terreni, Valerio Scartoni, Giorgio Marianelli ecc.), all’estremità di quel lato quelli Castiglioncello alto (Albo Branchetti, Marcello Lucchesi ecc.), dietro la porta lato fontana (qualcuno a disturbare quando c’era il portiere della squadra avversaria), lato mare, poiché a quei tempi anche lì c’era spazio per gli spettatori, i castiglioncellesi della piazza (Duccio Bongini, Galli ecc.), nell’angolo lato stazione al culmine della scarpata, fra l’erba alta i cosiddetti “bastardi a fare casino” con trombe e “pernacchiometri”, e qui per i giovani lettori bisogna dire cos’è un “pernacchiometro”: venti centimetri di cameradaria da bicicletta rivoltata ad una estremità alla quale si soffia stirando l’altra, il rumore che ne esce non lascia dubbi. Pochi anni prima al campo sportivo avevamo visto le esibizioni con gli aereoplanini pilotati con dei fili: giravano in cerchio facendo piroette e diffondendo il ronzio del loro piccolo motore. Ed ancora anni prima al campo erano state allestite alcune tappe della gimkana con le Vespe. Nei pomeriggi d’inverno, quando non c’era l’allenamento, i ragazzi e anche i giovanottelli ci andavano a giocare-nella metà lato fontana- (Gigi Lucaccini, Paolo Branchetti, Carlo Buti, Niccolò Benini, Paolo Pizzi…-una ventina circa-), si facevano “le madri”, cioè la scelta dei giocatori decisa da due che avevano fatto il conto. Le porte venivano segnate con le giacchette. Per bere s’andava alla fontina, la cannella vicino al Tennis. D’estate quando i gruppi di amici, bagnanti e locali s’erano consolidati si organizzavano partite fra i frequentatori dei vari bagni, Etruria contro Salvadori, Tre scogli contro Belvedere, Bagnetti, e via dicendo con tutti gli altri, a volte anche i bar; formazioni e partite quanto mai strampalate, avere la palla al piede nella metà campo avversaria suscitava un coro di incoraggiamenti da parte del pubblico che emozionava il giocatore fino a bloccarlo: quello si impappinava e perdeva la palla. Non sempre il campo era tracciato, e allora l’arbitro faceva a occhio. Ci furono anche dei tornei con giocatori di quelli per davvero e le partite degli attori. Cinquant’anni fa-esatti-ci fu la partita fra la troupe del Sorpasso e una formazione mista di locali e villeggianti; verso la fine dell’incontro la rappresentativa dei cineasti aveva incassato fin troppi gol senza aver fatto quello della bandiera quando dalla tribuna un signore che mi stava vicino chiamò il guardalinee, si avvicinò alla rete che recinge il campo e i due si scambiarono qualche parola, dopodiché il guardialinee chiamò l’arbitro e gli indicò il signore con cui aveva parlato, il giudice di gara guardò interrogativamente lo spettatore che gli disse: “Un rigore per il dottor Risi”, il regista lì accanto, accennò una garbata espressione di conferma per quella richiesta.

       SETTANT'ANNI DI STORIE AL CAMPO SPORTIVO di CHIARA CASTALDI
Cronistoria di un luogo cult per l'attività sportiva di Castiglioncello.

A giugno 2018 l’amministrazione comunale di Rosignano Marittimo ha presentato ai cittadini una nuova proposta per la riqualificazione dell’ex campo sportivo di Castiglioncello. Il progetto è giunto in Comune qualche mese fa, come ipotesi di project financing da parte di un gruppo di aziende private. Esso prevede la realizzazione di una piazza al piano strada, ossia la via Aurelia, con zone verdi e di un sottostante parcheggio su due livelli. Un’ipotesi di lavoro che s’inserisce in una più ampia strategia di riqualificazione della frazione e, in particolare della Pineta Marradi fulcro e luogo di attrazione della località. Alcuni anni fa il Comune aveva addirittura bandito un concorso d’idee sul tema; i progetti che ne scaturirono furono esposti in una mostra al Castello Pasquini con tanto di questionario di gradimento sottoposto ai visitatori. Di quest’area nevralgica, il campo sportivo rappresenta certamente uno dei tasselli più ricchi di storia; una storia lunga almeno settanta anni, nei quali esso ha fatto da palcoscenico a diversi eventi. Una sola fonte, non identificata, fa coincidere la nascita del campo sportivo con la fondazione della “Unione Sportiva Castiglioncello", risalente al l9l9, ma non vi sono riscontri tangibili. Il signor Bruno Osti, che da ragazzo giocò nel Castiglioncello, racconta: «il mio babbo mi diceva sempre che prima che ci fosse il campo sportivo, la squadra giocava nello spazio, sempre all'interno della pineta, dove adesso sorge il minigolf». Altre fonti indicano come luogo di gioco della squadra, l`area adiacente al parco Berti Mantellassi, nei pressi dell'attuale  supermercato Coop, a confine fra Rosignano Solvay e la frazione di Caletta. Entrambe le ipotesi sono verosimili dato che la squadra del Castiglioncello nacque dalla fusione di due società preesistenti lo “Sporting Club Italia” e la “Tirrena”. Sicuramente nel campo dell'attuale minigolf ha giocato “La Sportiva” come  veniva chiamata confidenzialmente l'U.S. Castiglioncello,  che peraltro al momento della fondazione si chiamava “Libertas”. La fusione portò alla stesura dello statuto che fu approvato dai soci nell’aprile dall'anno successivo alla creazione della Società. A esso segui l’affiliazione alla Federazione  Italiana Gioco Calcio. Osti sostiene anche che nel periodo fascista il “Campo sportivo" era utilizzato per le attività ginniche del regime. «Ci facevano le adunate dei balilla - afferma - e gli addestramenti degli avanguardisti››. La testimonianza trova riscontro in un documento datato agosto 1931 inerente il "Progetto di livellamento recintazione  del campo sportivo". E’ indirizzato al “Sig. Podestà del Comune di Rosignano Marittimo” a nome del “Sig. Segretario  Politico". “A seguito precedenti comunicazioni verbali avvenute nel suo ufficio il 14 mese corrente alla presenza di questo Direttorio ¬ si legge nel documento - pregiami rimettere alla S.V. Ill.ma la pianta del progetto di livellamento e recintazione di questo Campo Sportivo, nonché il relativo preventivo della Ditta Ghignola. Siccome tali lavori dovrebbero essere ultimati tempestivamente per l'inizio del campionato di calcio, di prossima apertura, si gradirebbe l’assicurazione della S.V. Ill.ma nell’appoggio che Ella dichiarò di dare". In altre parole, il referente del fascio, chiede al Comune un supporto finanziario per la realizzazione di un progetto di miglioramento del campo. Non sappiamo se il progetto sia andato a buon fine; certo è che la nostra fonte orale, il signor Osti, racconta: «Ricordo che con altri amici e colleghi di squadra, dopo il lavoro, con pala e piccone aiutavamo a livellare il campo che era in pendenza››. Dopo l'arresto nel periodo bellico, intatti, nel Dopoguerra insieme alla società civile, anche il campo sportivo riprende vita. Stavolta gestito dalla “Sportiva” e dedicato, in primis al gioco e agli allenamenti della locale squadra di calcio. In quel periodo, la pendenza del campo non era l`unico inconveniente: «Dopo l`allenamento dice Osti ci tuffavamo nella vasca della fontana della pineta, o utilizzavano gli spogliatoi del Tennis. A quei tempi ci si accontentava». Anche per quanto riguarda le gradinate non erano messi meglio; erano due scalini ricavati nel tufo lato via Aurelia. Qui la tifoseria si distribuiva nei vari spazi, in base alla provenienza. Nelle postazioni lato sud stavano i calettani, più avanti quelli di Portovecchio, più avanti ancora, quelli di Castiglioncello alta; infine dietro la porta dal lato della fontana i castiglioncellesi della "piazza". Come abbiamo anticipato il Campo sportivo è stato teatro anche di altri eventi. ll più noto e importante, nonche' il più longevo, è stato il Concorso ippico. Si svolgeva negli anni '50 e '60 e in parte anche negli anni 70 a settembre ed era organizzato dall`Azienda autonoma di soggiorno, Richiamava atleti di primo piano dell`ippica nazionale: Raimondo D`lnzeo, campione olimpionico a Roma nel 1960, due volte campione del mondo nel 1956 e nel 1960; insieme a lui anche il fratello maggiore Piero: venivano chiamati i “fratelli invincibili” dell`equitazione proprio perché nelle competizioni, Raimondo era solito contendersi il podio con il fratello Piero e con un altro campione, Graziano Mancinelli, anche lui presente ai concorsi di Castiglioncello. Nel pubblico, composto da appassionati e addetti ai lavori provenienti da tutta Italia, i nomi non erano da meno: “ Vittorio Gassman, Marcello Mastroianni, Paolo Panelli, Alberto Sordi, Bice Valori, il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, il giovane direttore del Corriere della Sera, Giovanni Spadolini, Indro Montanelli, il campione di tennis Nicola Pietrangeli, il musicista Armando Trovajoli, le sorelle Kessler, il regista televisivo Enzo Trapani. Nei primi anni ‘50, invece, il campo sportivo, ospitò delle esibizioni di aeroplanini a motore pilotati con dei fili. Sempre negli anni “50, ma verso la metà, il campo sportivo diventava una delle stazioni delle gimcane che si svolgevano fra i giovani nella pineta; per la precisione, lo si doveva attraversare in vespa. A cavallo col decennio successivo ospitò invece la “Troupe di Kramer" e gli “Harlem Globetrotters", due team di fuoriclasse, rispettivamente del tennis e della pallacanestro, che giravano il mondo esibendosi. Negli anni ‘60, per qualche stagione, nel campo fu allestito un luna park. Nello stesso decennio ospitò match calcistici di “vip” contro “local” e anche di squadre composte da professionisti di diversi club di serie A o B, che passavano le vacanze a Castiglioncello e si divertivano a organizzare qualche partita. Negli anni inoltre, il campo ha ospitato i più tradizionali tornei dei bar o dei bagni. Nel 2009 il campo è stato intitolato a Francesco Bellagotti, capitano della squadra del Castiglioncello, deceduto a 32 anni in un incidente sul lavoro.

       28 agosto 1931 - Progetto di livellamento e recintazione del campo sportivo.

Al Sig. Podestà del Comune di Rosignano M.mo.
S nome del Sig. Segretario Politico Dottor Probo Magrini ed a seguito precedenti comunicazioni verbali avvenute nel suo ufficio il 14 mese corrente alla presenza di questo Direttorio, pregiami rimettere alla S.V. Ill.ma la pianta del progetto di livellamento e recintazione di questo Campo Sportivo, nonchè il relativo preventivo della Ditta Ghignola. Siccome tali lavori dovrebbero essere ultimati tempestivamente per l'inizio del campionato di calcio, di prossima apertura, si gradirebbe l'assicurazione della S.V. Ill.ma nell'appoggio che Ella dichiarò di dare. Sentitamente ringraziando, devotamente La ossequio. Il Segretario Politico.



La grande bandiera del Castiglioncello compie 80 anni: auguri Pierluigi Deri

Una lunga storia d'amore iniziata nel 1958 con le giovanili «Ora voglio coronare un sogno: avere il nostro campo»
Ottanta volte auguri a Pierluigi Deri, dirigente storico del Castiglioncello capace di aggiungere vita agli anni e non solo anni alla vita. Tra poche bandiere e molte banderuole che popolano il mondo del calcio svetta il suo profilo di uomo perbene e di cultura, pronto a trasferire con garbo la propria conoscenza al mondo dello sport e agli azzurri, con i quali ha scritto un lungo capitolo di storia iniziato nel 1958 da dirigente delle giovanili.Ieri, nella casa a pochi passi dal mare, ha festeggiato con la moglie Fernanda, i figli Francesco e Leonardo e il nipote Marco. Un compleanno sobrio, com'è nello stile di questa persona squisita divenuta nel tempo personaggio. «Sto bene - dice al telefono - e resisto, ma la situazione è critica. Siamo in zona arancione e vivo confinato in casa. Quando posso, faccio volentieri due passi al mare per rilassarmi. Sono sincero: un'emergenza sanitaria globale non me l'aspettavo. Penso ai continui progressi della medicina moderna, eppure combattiamo con una pandemia. Il calcio è fermo e sono dispiaciuto: solo i bambini piccoli svolgono qualche esercizio al campo, senza però entrare negli spogliatoi. Mi auguro che il quadro sociale cambi e un giorno i campionati riprendano alla presenza del pubblico. La soluzione è il vaccino, sebbene le dosi siano poche e serva pazienza».In società, Deri è stato quasi tutto, anche vicepresidente. Ha conosciuto centinaia di giocatori e vissuto giornate che soltanto lo sport sa regalare a chi lo ha scelto come compagno di viaggio. Dal 2008 è segretario ufficiale, in realtà questo è un compito che ha sempre svolto perché i rapporti con il comitato e la federazione spettavano sempre a lui, profondo conoscitore dei regolamenti, delle carte e dei cartellini. Un prezioso tuttofare che, sessantatre anni dopo l'inizio della sua avventura, sogna un campo nuovo di zecca per il sodalizio azzurro, punto di riferimento per generazioni di ragazzi che, dal vivaio, hanno raggiunto la formazione maggiore centrando obiettivi in sequenza. «Forse è la volta buona - prosegue - e magari fra tre anni lo avremo, grazie alla collaborazione del Comune e del delegato provinciale del Coni Giovanni Giannone, con il quale ne parlammo l'anno passato alla presenza del sindaco Daniele Donati appena saliti in Promozione. Non c'è ancora niente di certo, ma qualche ipotesi affiora: per esempio, la zona vicina alle Spianate, dove un terreno potrebbe ospitarlo». Sì, perché l'impianto storico accanto all'ingresso dell'ex discoteca Ciucheba non è più adatto. Serve davvero il gioco di squadra tra istituzioni e dirigenti per compiere un deciso passo avanti e arrivare al manto in sintetico, un'ottima idea.Laureato in Scienze biologiche, Pierluigi ha insegnato matematica e scienze alle medie di Rio Marina, Suvereto e alle Giovanni Fattori di Rosignano Solvay, arrivando alla pensione nel 1997. «Un messaggio ai giovani? Coraggio e sangue freddo, visto che il quadro sociale è complicato e a scuola i ragazzi indossano per forza la mascherina oppure seguono le lezioni da casa con comprensibile avvilimento. Alla fine saranno due anni penalizzanti, dove recuperare le competenze non sarà facile. Li capisco, perché per loro è pesante». Vero. Ieri, la piccola festa in casa con Barbara, moglie di Francesco, e Marina, fidanzata di Leonardo. Ancora auguri di cuore, professore Simbolo storico di una società e punto di riferimento anche per il futuro. Michele Falorni Il Tirreno 27/2/2021

                                                      

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