Castiglioncello oggi   

Fattoria Conte Millo alle Case Nuove Le Spianate. Il laghetto della pesca sportiva ed il villaggio residenziale Case di podere: casa Giammaria. Laghetto delle Bucacce a Castiglioncello  Il laghetto del Masaccio. Altri bacini artificiali sono il Laghetto alle Case Nuove del 1953 ( a sx) e il Laghetto della Macchia (a dx)

 

Case padronali e poderali, laghetti collinari 

  Tra i vari componenti del resedio, la casa colonica è certamente la più duratura nel tempo ed insieme al suo variegato universo di forme, rappresenta uno degli elementi più caratterizzanti del paesaggio agrario. La difformità continuata nel tempo e nello spazio è la caratteristica principale delle case coloniche, il risultato di uno straordinario adattamento all'ambiente circostante, alle necessità del lavoro e della famiglia. I vani principali (cucina, camere, stalle o magazzini),  rispondevano sempre all'esigenza della sistemazione più conveniente e funzionale, così come i locali secondari, che trovavano sempre il posto e il punto più adatto. Inoltre, scale, scalette e balconi, e perfino botole, permettevano al colono di spostarsi rapidamente entro il fabbricato. In collina, per dominare il circostante podere, la casa colonica era sempre edificata  alla sommità del poggio ed orientata in modo tale da  sfruttare al meglio la radiazione solare nelle diverse stagioni, così da riscaldare i locali durante l’inverno quando il sole è basso sull’orizzonte e tenerli più freschi in estate quando è alto. Due sole fornaci, entrambe da calcina, sono state censite nel territorio circostante.
                                  
   Fornace da calce di Casa Trik Troi
La fornace fu costruita da Biagio Giovanni nel 1907 e venne tassata a partire dal 1° gennaio 1908. Accatastata come “Fornace da calcina a fuoco continuo”, aveva una consistenza di piani 1 e vani 1 ed era ubicata vicino alla casa che il Biagio possedeva in località Trik Troi (sulla strada che da Via Lungomonte sale a Pel di Lupo. Comprata da Niccolai Giovanni nel 1916 e passata per successione agli eredi nel 1934, la fornace cessò di funzionare prima della guerra per esaurimento della cava di sasso da calce che la riforniva. L’impianto, ancora presente nel catasto moderno (1942), era censito nel foglio 67 di Rosignano alla particella 63. Oggi l’area dove si trovava l’opificio (probabilmente demolito o trasformato) ricade all’interno della proprietà di Villa degli Ulivi. 
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                                    Perchè Trik Troi ?

La Selvadonica, dunque, a confine con la strada per Castiglioncello, insieme alla selva o valle di Ribuoni (oggi località Riboni) fece parte del pascolo di Castiglioncello e della tenuta del Monte alla Rena. Il botro Cotone, detto anche Botro di Ridonino, (botro del comune o Rivum dominicum, dominicum era detta, nell'antichità, quella proprietà regia o abitata da un signore che, in seguito, fu frazionata in parti ed assegnata a livellari) che attraversava il bosco del comune, a partire dal territorio del Monte alla Rena, verso il Bargingo, lungo il Poggio Cotone, (Cotone, da cotus, vassallo, custode degli orti, dei campi e delle vigne del castello) incrociava, nel suo percorso, la via di Castiglioncello. Vicino a tale botro, si trova la località Bargingo, l'antica corte regia, di fronte alla quale, sulla collinetta, c'era Richitroi , (Richitroi, forse da richtrones, richter, aiutante del giudice) zona di grande impor­tanza in epoca barbarica, l'odierna Trik Troi (che in arabo, vuoi dire, appunto, strada del bosco). Dagli estimi del XVI secolo, veniamo a sapere che esisteva la presa e pa­stura del Monte alla Rena che inglobava Cotone, Richitroi, ed arrivava alla via di Popogna o via per Serra. (Da "Monte alla Rena fra scienza e leggenda" di Leo Gattini - Carlo Mancini - Renzo Mazzanti - Stefano Rossi scaricabile dal sito)
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  Fornace da calce di Chioma
Nei primi decenni del Novecento una “Fornace da calce a fuoco continuo con capannone e stanza annessa” era ubicata all’inizio della salita che da Chioma conduce a Nibbiaia (S.P. del Vaiolo). L’area dove sorgeva è oggi occupata da una recente urbanizzazione. L’impianto, di cui non si conosce l’anno di costruzione, fu accatastato nel 1914 fra le proprietà di Virgili Giulia in Juvert, per passare nel 1917 a Francesco Menicanti proprietario della fattoria di Campolecciano. Dai riferimenti relativi alla consistenza catastale ed alla rendita accertata, si evince che le capacità produttive della fornace non potevano limitarsi ai soli fabbisogni della fattoria, ma dovevano rivolgersi ad un mercato locale più ampio. Ricordiamo che nei primi decenni del Novecento si ampliava il villaggio di Nibbiaia con il successivo disporsi di nuovi edifici lungo le strade principali (Via del Vaiolo, Via dei Cavalleggeri) e lungo la costa (fra Castiglioncello e Quercianella) sorgevano le prime ville. Si realizzavano anche opere edili attinenti al tratto della ferrovia Livorno-Vada (1910) e venivano costruiti gli impianti per la lavorazione della magnesite estratta nelle vicine miniere di Castiglioncello (1914) e di Campolecciano (1919). Negli anni Trenta del Novecento la fornace era ancora esistente (e forse funzionante) tanto da essere rappresentata nella mappa del catasto moderno (1942) al Foglio 31 di Rosignano M.mo, particella 12, sub. 2. L’anno della sua demolizione non è noto, tuttavia dovrebbe essere avvenuta durante l’ultima guerra o subito dopo, come risulterebbe dalle testimonianze orali raccolte in loco e da una annotazione (scritta a lapis, forse nei primi anni Sessanta), rinvenuta su uno dei registri catastali consultati dove si legge: “fornace demolita da molti anni”.
(Da "Antiche manifatture del territorio livornese" di Taddei-Branchetti-Cauli-Galoppini, scaricabile dal sito)
        
21 novembre 1953 - Inaugurato lago naturale a Castiglioncello
Nel primo pomeriggio si è svolta presso la fattoria Case Nuove di Caletta di Castiglioncello di proprietà del conte dr. Eugenio Millo di Casalgiate, presidente dell'Unione Provinciale Agricoltori, una riunione di tecnici agricoli e di agricoltori, invitati alla inaugurazione di una importante opera di miglioramento fondiario. Nella fattoria Case Nuove, con l'assistenza dei tecnici dell'Ispettorato Compartimentale e dell'Ispettorato Provinciale dell'Agricoltura è stato costruito, nella parte collinosa sottostante il paese di Rosignano M.Mo., un lago artificiale di circa 38.000 mc di invaso allo scopo di rendere irrigui i terreni sottostanti e trasformare così radicalmente le possibilità di coltivazione e le condizioni di vita dei coloni insediati nei fondi. Si tratta del primo esperimento del genere eseguito nella nostra provincia. Ideatore del nuovo sistema è il prof. Massacesi, Ispettore Compartimentale dell'Agricoltura, che ha illustrato ai numerosi intervenuti i concetti fondamentali cui si ispira la progettazione e la esecuzione dei laghi artificiali da lui ideati e da lui dinamicamente e vivacemente propugnati. Fra gli intevenuti: il dr Garbari della Confederazione Generale dell'Agricoltura Italiana, il prof. Luchi, ispettore agrario provinciale, il dr Masini, presidente del Consorzio Olivicoltura, il marchese Berliri Zoppi presidente dell'Unione Agricoltori di Grosseto, il dr. Cionini, vicepresidente dell'Unione Agricoltori di Pisa, l'ing. Cancellieri, vicepresidente dell'Unione Agricoltori di Livorno, il dr. Bonomi, direttore dell'Unione Agricoltori di Pisa, il dr. Moschini, della locale Unione Agricoltori, l'ing. Soresina, dell'Unione Industriali di Livorno e moltissimi altri tecnici, proprietari agricoli e direttori di aziende.
(Il Tirreno Livorno nov. 1953)
   13 febbraio 1960 - Sta crollando una diga presso Castiglioncello - Quindici famiglie abbandonano le loro case.
Una diga che tratteneva oltre ventimila metri cubi d'acqua sta crollando a Caletta di Castiglioncello. Appena ci si è accorti che i sostegni della piccola diga stavano franando, sono state prese misure di sicurezza. Una  quindicina di famiglie hanno abbandonato le loro case in prossimità di Caletta, Casalino, Crepatura e Trik Troi
Nella zona a monte vi sono tre laghetti, il più piccolo dei quali, chiamato lago della Macchia, ha rotto lo sbarramento, provocando qualche allarme. Tuttavia la massa di acqua trattenuta dalla diga non è tale da preoccupare eccessivamente e si spera che il torrente alimentato dal laghetto possa contenere le acque che defluiscono ora con abbondanza. Tale è anche il giudizio dei tecnici dei Genio Civile. Da Livorno sono giunti sul
posto vigili del fuoco e forze di polizia, con camionette e autocarri muniti di attrezzi. Il deflusso delle acque viene seguito con costante attenzione anche perchè a un paio di chllometrl dalla diga passa la ferrovia Pisa- Roma.
(Corriere della Sera)
2024 - Per il laghetto delle Spianate fino a 25 anni di gestione. Ok alle linee guida per il bando volto all'affidamento del complesso.
L'obiettivo resta quello di dare in gestione l'intero complesso. Con una concessione che non potrà essere superiore ai 25 anni. Ed è con l'obiettivo di procedere all'assegnazione entro l'estate che la giunta ha approvato le linee di indirizzo per il bando volto all'affidamento del laghetto alle Spianate. Nella delibera si specifica che le attività oggetto della gestione saranno proposte dall'operatore economico «coerentemente con il bene oggetto dell'affidamento, con previsione di un utilizzo gratuito da parte dell'amministrazione per attività e iniziative turistico-ricreative e culturali di vario genere, per almeno tre giornate all'anno». Inoltre «l'aggiudicazione dovrà avvenire secondo il criterio dell'offerta economicamente più vantaggiosa con applicazione dei criteri di valutazione». Cioè, per esempio, «canone offerto; modalità di gestione che consentano la massima fruibilità dell'immobile da parte della collettività e coerenza tra l'attività che si intende svolgere, le caratteristiche estetiche e funzionali dell'immobile».Il laghetto alle Spianate, lo ricordiamo, è in stato d'abbandono e degrado dal 2017. L'invaso del lago e la rete idrica dell'area hanno da sempre rappresentato una criticità importante soprattutto per il territorio a valle delle Spianate. Proprio per questo il Comune ha avviato nel 2021 una serie di interventi di messa in sicurezza del laghetto dal punto di vista idrogeologico. Un cantiere particolarmente lungo e complesso che è stato ultimato soltanto nelle scorse settimane. Nello specifico è stata completata la realizzazione di una diga ed è stata risistemata l'area verde. L'intervento, complessivamente, è costato circa 600mila euro. Fatto questo, adesso l'attesa è per l'affidamento vero e proprio.
(Il Tirreno 28 marzo 2024)
                                   
Laghetti collinari
Elementi d'indubbio valore paesaggistico, i laghetti collinari svolgono anche un'importante funzione ecologica costituendo preziose riserve d'acqua per la fauna selvatica, specie durante l'estate quando gran parte dei botri e torrenti presenti nelle nostre colline rimangono asciutti. Questi modesti invasi, realizzati nella maggior parti dei casi negli anni '40-'50 del secolo scorso per esigenze connesse alla pastorizia, per certi versi ricordano le antiche "pescine" raffigurate nel plantario allegato all'Estimo di Castelnuovo (1795).

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