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                     Il litorale del Comune e le secche di Vada
Il litorale del Comune di Rosignano Marittimo si estende sul Mar Ligure per circa 22 km, con direzione prevalentemente N 345°, salvo il promontorio di Castiglioncello, proteso verso SO per poco più di 500 m a circa 2/5 della lunghezza dal limite nord di Bocca di Chioma. Da quest’ultima località i primi 11 km sono formati da una costa alta e rocciosa (fino a Caletta, in corrispondenza del retroterra “montano”), gli ulteriori 3 km da una costa bassa, ma ancora rocciosa (fino alla Punta Lillatro), gli ultimi 8 km dalla spiaggia di Vada.
Nella costa rocciosa si aprono numerose cale e baie, le prime generalmente in corrispondenza di una o più incisioni vallive in arrivo dalle colline retrostanti: Bocca di Chioma, Cala dei Morticini, Cala Sud del Fortullino, Santa Lucia, Scogli Neri, Buca dei Corvi, Baia del Quercetano, Cala Miramare*, Porticciolo, Caletta, Baia di Crepatura, lo Scoglietto. Molte di queste baie hanno al fondo piccole spiagge.
La spiaggia di Vada non ha una falcatura regolare per le protuberanze di Punta di Pietrabianca — Punta Catena e di Punta del Tesorino, dovute alla rifrazione delle onde sulle antistanti secche rocciose che culminano nei fondali del Faro, 7,5 km al largo di quest’ultima punta.
I fondali marini antistanti questo litorale sono rappresentati nella carta dell’Istituto Idrografico intitolata “Dal Gombo al Canale di Piombino e Isole d’Elba, Capraia, Gorgona” alla scala di 1:100.000; sempre dell’Istituto Idrografico esiste la carta intitolata “Ancoraggi e Secche di Vada” alla scala di 1:25.000.
IL FONDALE - Le bassissime spiagge di Vada, col loro entroterra di dune e di terreni di colmata dei vecchi paduli, vanno viste come una pellicola molto sottile di depositi recentissimi sopra la solita placca di “Panchina” (scoglio), a sua volta sovrapposta alle sabbie e argille. Ciò significa che fra il litorale di Rosignano Solvay e quello di Vada non esistono differenze sostanziali salvo una disposizione topografica, nel secondo ancora un poco più bassa per la “Panchina”. Questa è stata così in gran parte sommersa dai sedimenti recenti più che altro per l’accumulo da parte del mare dei materiali provenienti dalle vicine bocche del Fine (in prevalenza fra Punta Lillatro e Punta del Tesorino) e del Cecina (in prevalenza a Sud di Punta del Tesorino). La “Panchina” è stata rintracciata sulle secche fino verso 5 km al largo della spiaggia di Vada (1981). Essa forma quindi la maggior parte del corpo roccioso interno di queste secche e i pericolosi scogli subaffioranti che si trovano un po’ fuori dalla massa principale di queste ultime, fra la Punta Lillatro e la Punta Catena (“i Catini”).
La parte più esterna delle Secche di Vada e la così detta Secca di Ponente sono invece costituite da calcare marnoso, potente formazione del substrato roccioso antico che è rialzato, poco a oriente del Faro, da una faglia, circa parallela al litorale, contro la quale termina (sotto alla “Panchina”) il bacino delle sabbie e argille. Questo si estende così parte sotto la Piana di Rosignano Solvay — Vada e parte sotto alle Secche. Il corpo interno di queste ultime, più o meno nell’area dove la “Panchina” affiora (o subaffiora), sotto un’esilissima pellicola di “mattes” (specie di “feltro” di rizomi morti e di sedimento finissimo) è ricoperto da una prateria a Posidonia; il corpo esterno (e specialmente i cigli marginali) sono ricoperti da spesse incrostazioni di “coralligeno”. Il resto dei fondali prospicienti il litorale del Comune di Rosignano Mo. è formato in prevalenza da detriti mobili, salvo la fascia più strettamente litoranea (fino a circa 2 m, talora 5 m, di profondità) prospiciente le coste rocciose. Questa fascia ha fondali con rivestitura organica solo frammentaria. I fondali mobili risalgono in genere i canaloni prospicienti i corsi d’acqua, antiche valli, fino ad affiorare alle bocche di alcuni di essi in piccole spiagge di fondo baia. I pochi materiali detritici indispensabili al mantenimento di queste spiagge vengono in parte recati dagli stessi corsi d’acqua, in parte provengono dal disfacimento della “Panchina”, in prevalenza eolica, che sovrasta, a partire dagli 11—15 m di quota, l’immediato retroterra di molte di queste piccole spiagge.
I fondi mobili sono costituiti per la grande maggioranza da fango, banchi di sabbia si trovano sottocosta non oltre i 2 km e, al largo, nell’insenatura sommersa che la Secca di Ponente determina con il lato settentrionale delle Secche di Vada all’altezza del Faro. Coni di ghiaia, in genere piuttosto fine, si trovano poi alla bocca dei corsi d’acqua principali e vengono mescolati e sepolti a poca distanza da sabbia o fango. L’andamento batimetrico dei fondali, salvo l’area delle Secche di Vada nella quale è piuttosto complesso risultando anche da residui di modellamento subaereo é schematizzabile abbastanza semplicemente. La curva dei —50 m si trova circa 3 km al largo di bocca di Chioma da dove si dirige, pressoché con direzione Nord—Sud verso il Faro di Vada, allontanandosi quindi sempre più dal litorale; giunta a circa 3,5 km dal Faro descrive un’ampia curva, prima verso occidente e poi verso NO, al piede della Secca di Ponente. Raggiunta la punta nord—occidentale di quest’ultima devia di nuovo bruscamente per assumere direzione SSE, circa parallela al litorale a 13 km verso il largo, e marcare, prima, tutto il piede esterno della Secca di Ponente e, dopo, quello del corpo principale delle Secche di Vada (fig. sotto). Le curve dei —10 e —5 m nella carta al 100.000 dell’Istituto Idrografico mettono in buona evidenza le valli sommerse del Botro Grande (Baia Caletta) e del Fine. Quest’ultima non si trova in corrispondenza della bocca attuale ma circa 1 km più a Sud, a partire da Punta di Pietrabianca verso il largo...

       
                         Carta batimetrica delle secche di Vada, tratta dai tipi dell'Istituto Idrografico della Marina 

I VENTI - Per la determinazione del regime dei venti in loco ha funzionato dal 1971 al 1977 l’anemometro della Società Solvay, posto a qualche centinaio di metri dal mare. Limitatamente ai venti di provenienza marina, sono regnanti (cioé spirano durante l’anno con maggiore frequenza) il Ponente e il Maestrale, mentre sono dominanti (cioè spirano con maggiore intensità) il Libeccio e il Ponente. Risultati assai simili sono offerti dallo spoglio dei dati della stazione dell’Istituto Idrografico della Marina a Livorno secondo i quali sono regnanti i venti del IV quadrante e dominanti quelli del III.
IL MOTO ONDOSO - Le onde da 210° (Mezzogiorno—Libeccio) (con 5 m di altezza, o dislivello fra cresta e cavo, 65 m di lunghezza, o distanza fra due creste successive, e 0,77 di ripidità, o rapporto fra altezza e lunghezza) sono le uniche con componente al largo diretta da Sud verso Nord. Le onde si frangono con elevata energia assai vicino alla riva fra Bocca di Cecina e Punta del Tesorino, dove la loro componente trasversale esercita una grande azione erosiva; più protetta risulta la spiaggia a Nord di Punta del Tesorino per la presenza delle stesse Secche di Vada che funzionano da frangiflutti fino più o meno all’altezza di Punta Lillatro; a Nord di quest’ultima i frangenti si formano nuovamente molto vicini a riva con grande energia. Le onde da 240° (Libeccio) (con 5,30 m di altezza, 100 m di lunghezza e 0,053 di ripidità al largo) sono le maggiori che normalmente investono il litorale. Sulle Secche di Vada iniziano a frangere un poco a occidente del Faro e a convergere leggermente per la rifrazione sui bassi fondali; raggiungono quindi il litorale con una direzione di provenienza pressoché perpendicolare, ciò che ne annulla l’azione di trasporto lungo riva. Forte è invece l’azione di erosione dei frangenti (alti da 4,50 a 5 m) nella zona compresa fra Bocca di Cecina e Punta del Tesorino e, oltre la protezione del corpo centrale delle secche nella zona de “i Catini”; ancora molto forte è l’azione di queste mareggiate sul tratto di costa prospiciente Rosignano Solvay fino al Porticciolo e sulla Punta di Castiglioncello, come su tutta la falesia a Nord di quest’ultima, investita in pieno da frangenti alti 5,30 m che rompono vicinissimo a riva. Le onde da 270° (Ponente) (con 4 m di altezza, 60 m di lunghezza e 0,066 di ripidità al largo) iniziano a frangere sulle Secche di Vada all’altezza del Faro e a convergere leggermente. Fra Bocca di Cecina e Punta del Tesorino la direzione del moto delle onde, al momento che si frangono (con altezze di 3—3,50 m e molto vicine alla battigia) ha una componente secondo la direzione della linea di riva da Nord a Sud con erosione e trasporto longitudinale verso SE. A Nord di Punta del Tesorino fino a “i Catini” i frangenti risultano piuttosto piccoli (1,80—2,60 m di altezza), paralleli e assai distanti dalla linea di riva, per cui l’azione di erosione e di trasporto è limitatissima. Tutto il litorale a Nord de “i Catini” è invece investito maggiormente dalle onde di questa provenienza che frangono con altezze fino a 3,70 m ed esercitano azione erosiva, ma non di trasporto perché giungono praticamente con direzione perpendicolare alla linea di riva. Le onde da 315° (Maestrale) (con 0,65 m di altezza, 15 di lunghezza e 0,043 di ripidità al largo) giungono con l’angolo di incidenza massimo rispetto alla direzione del litorale, con una componente di trasporto per i materiali solidi da Nord verso Sud. Per il piccolo valore della lunghezza rifrangono solo quando sono molte vicine alla linea di riva e, per la piccola altezza, frangono quando sono vicinissime a questa. Per tali motivi esercitano una notevole azione di trasporto lungo costa da NO a SE, accumulando materiali sopraflutto agli ostacoli che protendono dall’allineamento normale (anch’esso NO—SE) della linea di riva ed esercitando un’azione erosiva sottoflutto. Per riassumere e schematizzare quanto detto qui sopra, limitandoci alle azioni sulle spiagge e sui bassi fondali mobili, più dipendenti dalla dinamica marina, rileviamo che le mareggiate di Mezzogiorno—Libeccio e di Ponente esercitano la maggiore azione erosiva sui due fianchi delle Secche di Vada e, in modo particolare, sulla spiaggia da Bocca di Cecina a Punta del Tesorino; le mareggiate di Mezzogiorno—Libeccio attivano una corrente da Sud a Nord fin da largo; quelle di Libeccio non procurano in pratica trasporto lungo riva, ma riflusso verso il largo; quelle di Ponente attivano una corrente litoranea verso Sud a partire dal fianco meridionale delle Secche di Vada; i mari di Maestrale attivano una importante corrente litoranea verso SE.
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Denominiamo Cala Miramare quella (senza nome nei tipi I.G.M. alla scala 1:25.000) che si apre, fra la Punta Righini e il Porticciolo (località più nota localmente come “Porto Vecchio”), appunto di fronte all’Hotel Miramare di Castiglioncello.
(Da: "La scienza della terra nuovo strumento per lettura e pianificazione del territorio di Rosignano Marittimo" di Renzo Mazzanti 1986)

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