Il Tar del Lazio, con una sentenza depositata in questi giorni, ha annullato il decreto di VIA (valutazione di impatto ambientale) del Ministero dell’Ambiente con il quale, nell’anno 2010, era stato dichiarata la compatibilità ambientale del progetto della EDISON spa, per la realizzazione di un grande rigassificatore di GNL (con capacità di 8 miliardi di metri cubi/ anno ) previsto all’interno dell’area industriale dello stabilimento Solvay di Rosignano Marittimo.
Il provvedimento di annullamento della VIA porta sostanzialmente, come sottolineano in una nota per il Comitato del NO Augusto Menconi, per il Forum Ambientalista Paolo Menichetti e per il WWF Toscana Roberto Marini, all’azzeramento dell’intero progetto con il quale Edison aveva inteso attuare tale intervento, e supera, assorbendolo, il provvedimento con il quale lo stesso giudice, aveva di recente annullato il decreto del luglio 2017 con il quale il Ministero per l’Ambiente aveva sottratto alla procedura di valutazione di impatto ambientale l’ultima Variante al progetto del rigassificatore presentata da EDISON nel 2016. In quest’ultima variante Edison aveva previsto di realizzare il rigassificatore all’interno dell’area industriale, senza fornire adeguate garanzie riguardo allo spostamento del deposito di etilene dall’area costiera di San Gaetano.
La vicenda giudiziaria ha avuto uno svolgimento lungo e complesso che si è articolato per ben nove anni e che ha visto fortemente impegnato, il Comitato per il no al rigassificatore di Rosignano, con i suoi tecnici, supportato in sede giudiziaria dal Forum Ambientalista e dal WWF Italia, con il patrocinio degli avvocati Claudio Tamburini e Alessio Petretti . Il Tar del Lazio ha messo in evidenza che la Regione Toscana aveva espresso parere negativo alla realizzazione dell’impianto osservando che l’intervento sottoposto a valutazione era in contrasto con il piano di indirizzo energetico regionale, che prevedeva di soddisfare le esigenze energetiche in termini di programmazione del fabbisogno di metano, attraverso un solo rigassificatore, “tenuto conto in particolare delle esigenze di sicurezza delle comunità locali interessate e che era già stata autorizzata la realizzazione di un rigassificatore nel territorio del Comune di Livorno”.
La VIA, in definitiva, come osservato dalla Regione, e più volte sostenuto anche dal comitato, “avrebbe dovuto contemperare i molteplici interessi in causa, tutelando le caratteristiche ambientali turistiche economiche sociali della costa toscana. Obbiettivo raggiungibile solo evitando la collocazione di un secondo rigassificatore, tenuto conto anche delle interferenze che l’Opera in esame avrebbe avuto sullo sviluppo del turismo e della nautica da diporto”.
In un contesto di questa natura la possibilità di realizzazione dell’impianto proposto da Edison, sarebbe dovuta passare attraverso la realizzazione di un’intesa in applicazione del principio di “leale collaborazione” che la legge richiede per la realizzazione degli impianti energetici, materia di competenza concorrente tra Stato e Regione.
"Un risultato positivo di grande rilevanza ottenuto grazie alla collaborazione e sostegno che centinaia di cittadini hanno portato alle iniziative intraprese dal Comitato, in sintonia con il WWF e Forum Ambientalista", commentano Menconi, Menichetti e Marini. (
L’azienda: «Scelta societaria, nessun cambiamento per i lavoratori». La Rsu: «Da capire se ci saranno ripercussioni»
(2021) Una lettera del fondo ambientalista contesta la decisione di scorporare il business storico: «Temono cattiva pubblicità» |
È datata 28 febbraio 2021 la lettera di Bluebell, a firma di Giuseppe Bivona, fondatore del fondo attivista Bluebell Capital Partners, e arriva in risposta alla decisione di Solvay, comunicata sul sito della multinazionale quattro giorni prima, il 24 febbraio, di scorporare la Business unit Soda ash and derivatives in una nuova società, una legal entity scollegata dalla casa madre. Il business della soda, del bicarbonato e del cloruro di calcio rappresentano il secondo asse produttivo della multinazionale, e tra i più redditizi, dopo esserne stato il core business per quasi cent'anni, lasciando lo scettro ai polimeri speciali. A Rosignano c'è la sodiera più grande d'Europa che ancora, tra lavoratori


L'azienda continua a smentire l'ipotesi di vendita del settore soda. E definisce l'operazione un rafforzamento del business e della presenza a Rosignano. Solvay sostiene che la separazione dell'unità soda ash, pur rientrando in una struttura legale a sé resterà al 100% di proprietà Solvay, e questo - sottolinea - non è altro che un rafforzamento. Lo afferma dallo stailimento di Rosignano il direttore Pier Luigi Deli. «Non c'è nessuna ipotesi di dismissione. L'operazione si inserisce nell'ambito della strategia di crescita e ottimizzazione Grow, in cui i segmenti materials, chemicals e solutions hanno ricevuto mandati distinti ma sempre nell'ottica di un rafforzamento della leadership». La soda, fanno notare da via Piave, è un segmento storico legato al fondatore di Solvay. «L'obiettivo è creare una organizzazione migliore che rafforzi e potenzi la presenza sul mercato»
(2021) Solvay inquina? Per la regione può continuare indisturbata. Bocciata una mozione del M5S che chiedeva bonifiche e impianti di depurazione degli scarti industriali sversati in mare da oltre un secolo. |
"ll
lupo perde il pelo ma non il vizio”
recita un antico proverbio e nonostante
l'infarinatura da new ecologist
indossata nelle campagne elettorali e a
favor di telecamere dai consiglieri PD,
l'anima rimane profondamente ed
economicamente neoliberista, non c'e
niente da fare. Per questo, nonostante
il recente scandalo dei residui tossici
Keu provenienti dai fanghi delle
Concerie di Santa Croce, abbia
dimostrato quanto i cittadini toscani
siano interessati a vivere in un
ambiente sano e non inquinato, oggi il
PD insieme a Lega e Italia Viva, hanno
votato contro ad una mozione presentata
dal
Movimento 5 Stelle che chiedeva di
accelerare la riconversione dello
stabilimento Solvay a Rosignano con
l'installazione di un dissalatore,
provvedere all'installazione di adeguati
sistemi di depurazione e alle bonifiche
dei luoghi.
Lo studio del dati presentati dai vari
organismi di controllo pubblicati sul
sito del Ministero e citati nella
mozione, riporta con tutta evidenza che
la situazione è fortemente critica, sia
sul fronte degli incidenti rilevanti che
si susseguono da anni, gli ultimi a
febbraio e agosto 2020, sia per quanto
riguarda la contaminazione dei pozzi del
quartiere dei palazzoni di Rosignano
segnalata da ARPAT dallo scorso
febbraio. Ricordiamo che nel 2019 Solvay
è stata condannata per disastro
ambientale a Spinetta Marengo per lo
scarico di cromo esavalente. A
preoccupare ancora di più sono le
dichiarazioni del consigliere Anselmi,
intervenuto a nome del PD, come esperto
del problema, il quale ha negato che ci
sia un inquinamento delle acque marine,
che l'azienda versi rifiuti in mare e che
ci siano impatti ambientali, anzi
secondo lui le affermazioni della
consigliera del M55 Silvia Noferi sono
estremizzazioni irrealizzabili, alle
quali ha contrapposto invece
l'istituzione di un tavolo per lo studio
di un qualche indeterminato indirizzo da
dare alla vicenda Solvay. Che le
"sensate" iniziative del Partito
Democratico portino da poche parti lo
dimostra il fatto che ancora oggi dopo
più di un secolo, stia ancora pensando
di come e se organizzare uno studio
epidemiologico sulla popolazione di
Rosignano mentre dati di ricercatori del
CNR come dell'Azienda Sanitaria
Regionale dimostrano che nell'area c'è
un'incidenza maggiore del tumore alla
mammella e malformazioni nei neonati.
Silvia Noferi
Consigliera della Regione Toscana
Firenze, 12 maggio 2021.
(2022) Solvay di Rosignano
un caso esemplare di inquinamento e sperpero delle risorse
Il Gruppo Solvay fu fondato in Belgio da
Ernest Solvay nel 1863. La
multinazionale, con sede a Bruxelles,
opera a livello internazionale nel
settore chimico e delle materie
plastiche. Attualmente è presente in 64
paesi ed ha un numero di dipendenti
complessivo pari a circa 24.100 unità.
Nel 2019 ha realizzato un fatturato di
10.2 miliardi di euro. L’industria
Solvay è particolarmente nota per la
produzione di carbonato di sodio, il cui
processo produttivo viene realizzato
mediante l’applicazione del cosiddetto
“processo Solvay all’ammoniaca”, ideato
dallo stesso fondatore della fabbrica ed
oggi internazionalmente utilizzato. La
multinazionale Solvay rappresenta
attualmente uno dei più importanti
gruppi chimici presenti in Italia. La
forza lavoro italiana è formata da 1.900
unità, distribuite all’interno di sette
siti produttivi localizzati a: Ospiate
(Milano), Spinetta Marengo
(Alessandria), Mondovì (Cuneo), Livorno,
Massa, Rosignano Solvay (Livorno) e
Bollate (Milano). In quest’ultima
località è presente la direzione
nazionale e uno dei più importanti
centri di ricerca del Gruppo su scala
mondiale. Un’attività che da sempre
comporta danni ambientali e di
salute rilevanti, sui quali non vi è mai
stata la volontà politica di fare
chiarezza né tantomeno di agire per
proteggere lavoratori e cittadini.
L’accordo di programma del 2003.
Nel luglio 2003 la Solvay firmò con gli
enti territoriali coinvolti un accordo
di programma che prevedeva
sostanzialmente tre punti: la riduzione
degli scarichi a mare del 70% entro
l’anno 2007 (da 200.000 a 60.000-
tonnellate annue di solidi sospesi); la
cessazione del processo produttivo di
produzione di cloro e di soda caustica
basato sull’elettrolisi a mercurio
(altamente inquinante) e sostituzione
con quello basato su tecnologia a
membrana; la diminuzione dei consumi di
acqua dolce di 4 milioni di metri cubi
l’anno. In aggiunta ai 30 milioni di
euro stanziati in seguito alla firma
dell’accordo di programma del luglio
2003, l’anno successivo la Solvay ha
ricevuto ulteriori 13 milioni di euro di
risorse pubbliche provenienti dal
Ministero dell’Ambiente in
collaborazione con la Regione Toscana,
la Provincia, il Comune e ARPAT e
finalizzate al miglioramento delle
condizioni ambientali dello stabilimento
di Rosignano. Infine, nel 2017, il
Ministero dello Sviluppo economico e la
Regione Toscana hanno dato il via libera
a degli investimenti da parte di Solvay:
52 milioni di euro per un piano di
sviluppo per la “tutela ambientale” ma
tramite Invitalia hanno dato contributi
pubblici per circa 9,5 milioni, che sono
ancora oggi da rendicontare.
Le indagini del 2008 e il
patteggiamento di Solvay.
Nel 2008 l’Associazione “Medicina
Democratica” presentò un esposto alla
Procura di Livorno nei confronti della
Solvay in merito al non rispetto
dell’Accordo di programma del 2003 e
alla presenza di quattro scarichi
abusivi sconosciuti all’ARPAT (Agenzia
Regionale per la Protezione Ambientale
della Toscana) e all’utilizzo di una
procedura finalizzata a diluire i fanghi
di scarico, aggirando così i limiti
all’emissione di sostanze nocive
previsti dalla normativa vigente. Nel
maggio 2013 «dopo quattro anni di
indagini, la Procura di Livorno accertò
lo scarico illecito di fanghi da parte
di Solvay nell’area delle spiagge
bianche attraverso “un sistema di
scarichi non mappati che permettevano
all’azienda di diluire sostanze
come mercurio, piombo, selenio e fenoli affinché
nel momento in cui questi arrivavano a
valle risultavano in regola con i
parametri previsti dalle normative di
legge».
Sversamenti di ammoniaca e morie di
pesci lungo le coste di Rosignano.
Nel corso degli anni si sono verificati
episodi di sversamento ingente di
sostanze tossiche nel tratto di costa
prospiciente l’impianto Solvay di
Rosignano Marittimo. Il 19 giugno del
2007, un black-out elettrico, originò
uno sversamento di azoto
ammoniacale nelle acque antistanti lo
scarico dello stabilimento e l’emissione
di fumo dalla torcia dell’impianto di
stoccaggio etilene e dalla torcia
dell’impianto di produzione polietilene.
L’ARPAT quantificò lo sversamento di
azoto ammoniacale in circa 11,7
tonnellate (in un periodo di 24
ore) rispetto alle circa 3,67 tonnellate
che l’impianto avrebbe scaricato in
condizioni di normale funzionamento. La
stessa Agenzia in un rapporto conclusivo
sottolineò che il disservizio elettrico
occorso, pur rappresentando una
situazione eccezionale, aveva fatto
emergere diversi aspetti critici legati
alla sicurezza dell’impianto e relativi,
in particolare, alle procedure e
dispositivi d’emergenza finalizzati al
confinamento di ammoniaca 11. A distanza
di dieci anni, in data 29 agosto 2017,
in conseguenza di un ulteriore black-out
elettrico, si è verificato un nuovo
sversamento in mare di ammoniaca che ha
determinato una moria di pesci. Le
analisi realizzate da ARPAT
evidenziarono un aumento della presenza
di ammoniaca in mare in una quantità
tuttavia non elevatasi al di sopra dei
limiti di legge. Le analisi effettuate
sui pesci prelevati dall’Istituto di
Zooprofilassi di Pisa non vennero
effettuate in quanto il cattivo stato di
conservazione dei campioni raccolti non
ne permise l’analisi.
Le problematiche ambientali derivanti
dallo stabilimento Solvay di Rosignano:
alcuni dati.
Nella relazione ARPAT Toscana del 7
giugno 2017 (doc. 2049/1/9), citata
nella Relazione Territoriale sulla
Regione Toscana, viene elencato, tra i
siti oggetto di attività di bonifica,
quello di Solvay, avente un’estensione
di oltre 220 ettari, che «presenta una
contaminazione dei terreni, nonché delle
acque sotterranee (falda superficiale e
falda profonda) da arsenico, mercurio,
composti organoclorurati e PCB [policlorobifenili].
In particolare, per quanto riguarda i
composti organoclorurati, le
concentrazioni nelle acque sotterranee
risultano superiori alle CSC
(concentrazioni soglia di
contaminazione) di 3-4 ordini di
grandezza. La contaminazione è dovuta
alle lavorazioni che sono state
effettuate nel corso degli anni nello
stabilimento Solvay e ai rinterri di
scarti delle lavorazioni avvenuti nel
passato. I bersagli della contaminazione
delle acque sotterranee sono: 1) i
lavoratori esposti ai vapori
indoor/outdoor; 2) i pozzi ad uso
irriguo delle abitazioni ubicate nelle
immediate vicinanze del sito; 3) le
acque superficiali del fiume Fine; 4) le
acque superficiali del Mar
Ligure (spiagge bianche di Rosignano e
Vada)».
Scriveva la giornalista Marta Panicucci
nel 2015: «Secondo le stime infatti, nel
mare turchese delle Spiagge bianche
sarebbe concentrato il 42,8%
dell’arsenico totale riversato nel mare
italiano. Ed il mercurio scaricato dal
fosso bianco inquina il tratto di mare
di fronte alla fabbrica fino a 14
chilometri dalla costa. La Solvay dai
primi anni del ‘900 tramite il fosso che
collega direttamente gli impianti al
mare, sversa in mare solidi pesanti e
metalli come mercurio, arsenico, cadmio,
cromo, ammoniaca e solventi organici
potenzialmente cancerogeni». Secondo le
stime per difetto realizzate dal Cnr
(Consiglio Nazionale delle Ricerche) di
Pisa nella sabbia bianca la
Solvay avrebbe scaricato 337
tonnellate di mercurio ed altri veleni
tra i quali figurano arsenico, cadmio,
nickel, piombo, zinco, dicloroetano.
Secondo Legambiente nel tratto di mare
antistante lo stabilimento Solvay di
Rosignano Marittimo sarebbero state
scaricate 500 tonnellate di mercurio,
dato riportato anche nel Verbale
dell’Osservatorio sull’accordo di
programma 2003, vergato presso il
Ministero dell’ambiente nel luglio 2009.
Per sapere quali sono le sostanze
scaricate attualmente in mare dalla
Solvay è necessario consultare la
dichiarazione PRTR raccolta nell’E-PRTR,
l’European Pollutant Release and
Transfer Register, un registro che
contiene le informazioni su inquinanti
in aria, terra e acqua di tutti gli
stabilimenti presenti sul territorio
europeo. Consultando la dichiarazione
relativa all’anno 2016 si evince che
Solvay ha scaricato in mare 2,67
tonnellate di arsenico e derivati (erano
1,449 t. nel 2011), 248 kg di cadmio
(erano 91 kg nel 2011 e 183 kg nel
2012), 1,59 t di cromo e 52,6 kg di
mercurio (erano 71 kg nel 2011 e 46 kg
nel 2012). Rispetto all’anno 2012 nel
2016 è aumentata la quantità scaricata
di cadmio e di mercurio mentre è
diminuita la quantità scaricata di
arsenico e derivati. All’ultima
rilevazione disponibile, nel solo
2017, Solvay dichiara di aver scaricato
in mare 3,88 tonnellate di arsenico, 3,7
tonnellate di cromo, 59 chili di
mercurio e svariati altri inquinanti.
Cloruri.
Un “inquinante” del tutto particolare
riversato in mare sono i cloruri: non
tanto per l’impatto sul mare stesso, ma
per quanto dimostra circa l’inefficienza
del processo Solvay e per lo spreco di
risorse preziose come il sale del
volterrano: 901.000 tonnellate nel 2015,
663.000 t. nel 2016, 890.000 t. nel
2017, secondo le dichiarazioni della
stessa Solvay al Registro europeo, su un
totale di 2.000.000 tonn/anno prelevate
da Solvay dalle saline di Volterra:
quasi la metà del prelievo di salgemma
viene sistematicamente sprecato in mare
, con l’aggravante che lo stesso
prelievo è costato 6,5 milioni di metri
cubi di acqua dolce, sottratta all’uso
prioritario della popolazione.
L’inefficienza del processo Solvay nel
non riuscire a utilizzare tutto il sale
immesso nel processo è d’altra parte
noto da sempre: lo testimonia il libro
celebrativo di Jacques Bolle, “Solvay
1863-1963”.
L’abuso di acqua dolce e la
rivendicazione di un dissalatore di
acqua di mare.
Abbiamo già visto che il Rapporto
Cheli-Luzzati (Università di Pisa)
stimava nel 48% l’uso di acqua dolce del
territorio da parte di Solvay. L’altra
metà della risorsa idrica doveva e deve
soddisfare i consumi prioritari di
popolazione ed agricoltura. Un rapporto
invertito rispetto ai criteri stabiliti
dalla Legge Galli (1994). Nel 2011 la
Provincia di Livorno per
contrastare “l’uso
sconsiderato” dell’acqua da parte
dell’industria (non solo Solvay) alza il
canone del 3%, che viene fissato in
16.932,11 euro a modulo, cioè 3 milioni
di metri cubi, cioè 5 millesimi di euro
al metro cubo. Se abbiniamo questo
canone stracciato dell’acqua dolce a
quello altrettanto stracciato del
salgemma, fissato dal Ministero delle
finanze (oggi Min. Economia e finanze
MEF) in lire 1700 a tonnellata (in euro
0,87 centesimi) nel 1996, si capisce
perché Solvay resista a costruire un
dissalatore di acqua di mare, da cui
ricavi acqua e sale, necessari al suo
stabilimento di Rosignano.
Le emissioni in atmosfera.
Le emissioni in atmosfera di Solvay nel
2016 erano dichiarate in 168 tonn. di
ossidi di azoto, 327.000 tonn. di
anidride carbonica, 6.260 tonn. di
ossido di carbonio, 365 di Ammoniaca
(NH3), oltre ai biocidi contenuti nei
vapori, mai dichiarati dall’azienda. Si
noti che il polo Solvay, comprese le due
centrali elettriche a gas metano, è
il secondo emettitore di CO2 in
Toscana con 2.200.000 tonn/anno,
preceduta dalla geotermia, con 3.000.000
tonn/anno circa, e seguita dalla
raffineria ENI di Livorno con 1.100.000
tonn/anno. Il mercurio disperso in
atmosfera, inoltre, è stato rilevato in
4 grammi per 1000 kg di cloro prodotto,
corrispondenti a 480 kg di mercurio
l’anno in atmosfera.
Grossi finanziamenti pubblici alla
Solvay di Rosignano.
Ai finanziamenti pubblici già visti
sopra, si aggiungono anche i 108 milioni
di euro concessi dal MISE (Governo
Renzi) e dalla Regione Toscana il 1
dicembre 2016, senza alcuna
contropartita, sia occupazionale che
ambientale da parte di Solvay.
Alcuni aspetti epidemiologici.
Rosignano Marittimo è un comune
della costa toscana di 30.807 abitanti,
che ospita con grande disagio dal 1913
l’unica sodiera italiana, con forti
scarichi in aria e in mare (spiagge
bianche), due centrali elettriche a gas,
un impianto per la produzione di cloro e
soda caustica, un altro di polietilene
ed uno di acqua ossigenata. Dal 1953 al
1978 ha marciato nell’ambito Solvay l’impianto
CVM (cloruro
di vinile monomero), chiuso nel 1978 per
un’indagine epidemiologica che
dimostrava gli effetti cancerogeni e
teratogeni dello stesso CVM sulla
popolazione di Rosignano Solvay, la
frazione più popolata (l’indagine è
disponibile presso l’autore e sul sito
di MD Livorno). Fuori dagli impianti,
Solvay ospita con grande disagio dal
1982 la discarica di Scapigliato, una
delle più grandi della Toscana, e dal
2001 il porto turistico Cala dei Medici
per 600 posti barca a motore. Vi
transita l’Autostrada Genova-Rosignano.
Dal sito di ARS (Agenzia
regionale sanità) risultano i seguenti
dati riguardanti il comune di Rosignano.
La mortalità per tutte le cause è in
eccesso sulla Toscana di 13,53 punti nel
decennio 2007-2016. La mortalità per
malattie dell’apparato genito
urinario è
in eccesso sulla Toscana di 2,58 punti,
2007-2016. La mortalità per tumore
alla mammella è
in eccesso a Rosignano sulla Toscana di
9,02 punti, equivalenti al 27,6% di
eccesso nel decennio 2006-2015 nella
vecchia versione del sito ARS. Sulla
nuova versione questo dato di mortalità
non appare più, incomprensibilmente. Su
86 femmine decedute nel decennio
2006-2015 per tumore alla mammella, 23,7
sono decedute in eccesso sulla Toscana.
I ricoveri per tumori sono in eccesso
sulla Toscana di 0,20 punti, 2015-2019.
I ricoveri per tumore alla mammella sono
in eccesso sulla Toscana di 0,19 punti,
2015-2019. Malformazioni: i nati vivi o
soggetti a Interruzione Volontaria
Gravidanza che presentavano almeno una
malformazione nel
decennio 2005-2014 sono in eccesso sulla
Toscana di 4,12 punti. I nati vivi di
basso peso alla nascita sono in eccesso
sulla Toscana di 0,77 punti nel decennio
2009-2018. I malati cronici di
diabete mellito sono
in eccesso sulla Toscana di 4,1 punti
nel 2019. I malati cronici di
demenza sono
in eccesso sulla Toscana di 0,81 punti
nel 2019. Gli Accessi per visite
specialistiche sono in eccesso a
Rosignano sulla Toscana di 61,19 punti
nel 2019.
Mesoteliomi, malattie del sistema
nervoso ed Alzheimer.
Nello studio a
cui partecipò il
cardiologo Claudio Marabotti, 2016, si
traccia un paragone epidemiologico tra
Rosignano (con industria e discarica) e
Cecina: “In tutta la Bassa Val di Cecina
si sono osservati valori
significativamente elevati per i tassi
standardizzati di mortalità dovuti a
mesotelioma, cardiopatie ischemiche,
malattie cerebrovascolari, Alzheimer e
altre malattie degenerative del sistema
nervoso. Nel comune di Rosignano è stato
confermato un eccesso significativo di
mortalità per tutte le patologie di
questo gruppo. Al contrario, il comune
di Cecina mostra solo un tasso
significativamente elevato di mortalità
dovuta a cardiopatie ischemiche.” “Un
legame causale tra la vicinanza agli
impianti industriali e il mesotelioma
sembra confermato dai presenti dati che
mostrano un incremento di mortalità per
mesotelioma solo nell’area
industrializzata di Rosignano
Marittimo.” (…) ” Sia la mortalità per
l’Alzheimer che per le malattie
cerebrovascolari è significativamente
elevata nel comune di Rosignano
Marittimo, ciò suggerisce un possibile
ruolo patogenetico delle sostanze
inquinanti in queste malattie.”
L’Indipendente 13 gennaio 2022
(2022) Bluebell, Wwf, Project e Medicina Democratica chiedono di annullare il decreto con cui il ministro Cingolani ha rinnovato prima del previsto il nullaosta dell'impianto industriale. Il Cnr: sversate 337 tonnellate di mercurio e altri veleni | |||||||||
I finanziamenti.
|
(2022) Lettera aperta dei sindacati: Solvay in regola con gli scarichi. |
Lavoratori e sindacati si schierano in difesa dello stabilimento Solvay di Rosignano dopo gli attacchi della Bluebell. La Rsu aziendale ha scritto una lettera aperta alle istituzioni e ai cittadini in cui evidenzia tutta la sua preoccupazione per il futuro dell'azienda. Il fondo attivista Bluebell Capital Partners di recente è tornato ad attaccare la multinazionale belga Solvay, avviando un contenzioso per inquinamento sull'impianto industriale di Rosignano. Il tema è sotto i riflettori ormai da decenni, in un'area geografica dove la multinazionale belga ha collegato il suo nome al destino dei residenti: Rosignano Solvay si è attrezzata da decenni con scuole e case per i dipendenti.«La Rsu di Rosignano - così comincia la lettera che è stata diffusa con un testo anche in inglese - è preoccupata per la campagna in corso contro Solvay Chimica Italia S.p.A. guidata da Bluebell Capital Partners (Bluebell), un fondo speculativo che fa base a Londra, che possiede una azione della società Solvay. Bluebell accusa Solvay di trascurare l'ambiente a Rosignano, nonostante la nostra Aia (autorizzazione integrata ambientale) sia stata recentemente rinnovata dopo un processo di verifica durato tre anni. Cosa stanno cercando? Quali sono i loro reali interessi? Noi siamo orgogliosi del nostro operato e da quanto l'azienda ha realizzato negli anni. Noi svolgiamo attività estremamente ben regolamentate sia dagli enti locali ufficiali che dagli organismi scientifici indipendenti e abbiamo a cuore l'ambiente, ed è qui che viviamo con le nostre famiglie. Non possiamo più accettare le accuse di Bluebell e siamo uniti insieme alla nostra società ed ai colleghi nel respingerle». I dipendenti si schierano in difesa dell'azienda. «Il nostro stabilimento rilascia esclusivamente effluenti monitorati che contengono solidi sospesi costituiti da calcare naturale. È stato dimostrato più e più volte che tutte le nostre attività sono conformi alle normative vigenti ed il processo di miglioramento delle nostre attività è continuo. Non c'è alcun dubbio che i nostri effluenti siano sicuri. Voi dovete esser consapevoli che Bluebell - spiegano nella lettera - sta esercitando pressioni su di noi come azienda ed anche sui nostri clienti. Dato che è stato stabilito che operiamo in modo responsabile, il proseguimento di questa campagna è infondato a meno che l'obiettivo non sia quello di chiudere Rosignano ed eliminare migliaia di posti di lavoro. Oltre a ciò, tutta questa campagna sta screditando e mettendo in discussione la legge del nostro paese». Il Tirreno 19/05/22
(2023) Solvay si prepara a una fase di rinnovamento sul fronte energetico |
Lo stabilimento Solvay di
Rosignano si prepara a una fase di rinnovamento sul fronte
energetico. Il progetto approvato e finanziato dal Pnrr con oltre 17
milioni di euro per la produzione di idrogeno verde, prevederà
infatti la creazione di un hub dell'idrogeno green, con la
realizzazione di elettrolizzatori nelle aree del parco industriale.
Probabilmente saranno utilizzati pannelli fotovoltaici in grado di
produrre energia pulita, senza la produzione i gas serra, attivando
degli elettrolizzatori per la produzione di idrogeno.Il progetto
vincitore di Solvay e Sapio, chiamato Rosignano HVG, ha ottenuto il
primo posto nella graduatoria di merito, come ha comunicato
mercoledì la Regione Toscana. I progetti dovevano riguardare la
realizzazione di elettrolizzatori per la produzione di idrogeno
rinnovabile e di sistemi ausiliari necessari al processo produttivo,
compresi eventuali sistemi di compressione e di stoccaggio
dell'idrogeno, oppure la realizzazione di impianti addizionali agli
elettrolizzatori.Solvay esprime soddisfazione. «Abbiamo preso atto
di quanto diffuso dalla Regione Toscana - afferma l'azienda chimica
-, circa l'esito favorevole della nostra proposta progettuale di
Hydrogen Valley, presentata in partnership con Sapio per la
realizzazione di un impianto per la produzione di idrogeno verde
all'interno dello stabilimento Solvay di Rosignano. Quanto
pubblicato dal Bollettino Ufficiale della Regione Toscana
rappresenta il primo passo di una procedura complessa, che
necessiterà delle opportune verifiche da parte degli organi preposti
al controllo e delle quali avremo modo di condividere gli esiti».
L'idrogeno verde è prodotto dall'elettrolisi dell'acqua utilizzando
energia elettrica da fonti rinnovabili. Solvay è entrata da qualche
anno nella filiera dell'idrogeno, attraverso la progettazione e la
commercializzazione di soluzioni tecnologiche per le membrane
polimeriche usate negli elettrolizzatori e nelle celle a
combustibile, e ha poi studiato nuove cisterne per lo stoccaggio
dell'idrogeno.
Regione Toscana 31 Marzo 2023.
(2023) Autorizzazione
ambientale alla Solvay, ex ministro indagato per abuso d’ufficio
Il caso che coinvolge Roberto Cingolani, AD di Leonardo e titolare del dicastero della Transizione
ecologica nel governo Draghi.
L'amministratore delegato di
Leonardo ed ex ministro della Transizione ecologica, Roberto
Cingolani, è indagato dalla Procura di Roma per abuso di ufficio.
I fatti oggetto di indagine, a quanto si apprende, fanno riferimento
all'Aia, l'autorizzazione integrata ambientale, concessa il 20
gennaio 2022 dal Mite, ai tempi guidato da Cingolani, allo
stabilimento chimico della multinazionale belga Solvay a Rosignano
Marittimo, in provincia di Livorno.
L'inchiesta prende spunto da un esposto presentato il 21 giugno 2022
dal finanziere Giuseppe Bivona, che con la sua società di
consulenza Bluebell Partners, aveva preso di mira lo stabilimento
della Solvay per via dello sversamento in mare dei residui della
lavorazione della soda, accusando la multinazionale belga di mettere
a rischio l'ambiente. Del procedimento, in cui Bivona risulta parte
offesa, si occupa il Tribunale dei ministri.
Nel suo esposto, firmato anche dall'allora senatore del M5s Elio
Lannutti, Bluebell contestava a Cingolani di aver concesso l'Aia
sullo stabilimento di Rosignano con cinque anni di anticipo rispetto
alla scadenza naturale dell'autorizzazione precedente, non tenendo
in debito conto i rischi ambientali e di mancato rispetto delle
normative legati alle attività di Solvay e nonostante per «stessa
ammissione» del ministero «fossero ancora in corso ulteriori
verifiche sulle questioni ambientali di più ampio respiro».
In più all'ex ministro veniva imputato un conflitto di interessi
legato al fatto di aver siglato, da responsabile della ricerca e
innovazione di Leonardo, appena prima del suo ingresso nel governo
Draghi, un accordo proprio con Solvay, con cui era dunque «in
rapporti di affari». Ai tempi Cingolani si era difeso dagli attacchi
sottolineando come fosse «obbligatorio» procedere alla revisione
dell'Aia, «disposta dal precedente governo nel marzo 2018» e come la
stessa, concessa nel gennaio 2022, avesse ricevuto il parere
favorevole di tutti gli enti coinvolti. Mentre il conflitto di
interessi veniva bollato come inesistente alla luce del fatto che
quello tra Leonardo e Solvay era «un programma di ricerca e sviluppo
non commerciale» che non implicava «alcun finanziamento fra le
parti». Agli scarichi in mare dello stabilimento di Rosignano è
dovuta la colorazione artificiale del litorale circostante, che
assume una tonalità caraibica e al quale è stato dato il soprannome
di Spiagge Bianche.
Il Telegrafo 21 agosto 2023
(2023) Fondazione CR
Volterra contro Solvay. Pepi all'attacco: Portano via e lasciano
solo danni.
Duro attacco da parte
del Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra alla
multinazionale Solvay.
"La visione dai Ponti è devastante" afferma Roberto Pepi, Presidente
della Fondazione, aggiungendo che "l'azione aggressiva da parte
della Solvay sta rovinando questo territorio, loro portano via
lasciano solo danni. Mentre di solito quando c'è una ricchezza di
materie prime le zone interessate se ne avvantaggiano, qui è
successo il contrario".
"Questo patrimonio è diventato un boomerang - prosegue Pepi- tanto
che forse sarebbe meglio non averlo". Il riferimento è ai banchi di
salgemma che costellano il territorio del Volterrano, nel cuore
delle colline della Val di Cecina.
La multinazionale, ricorda la Fondazione, "attiva in Toscana dagli
inizi del Novecento perla sua produzione di carbonato e bicarbonato
di sodio necessita principalmente di calcare e salgemma, è
quest'ultimo viene estratto attraverso
grandi quantità di acqua proprio nel nostro territorio".
Una questione, quella che riguarda l'impatto delle attività di
Solvay sul territorio, che ha visto negli ultimi anni la
mobilitazione del Comitato Difesa Val di Cecina, conferenze dei
servizi infuocate, estenuanti Consigli Comunali aperti,
blocchi di cantieri, ricorsi al Tar, fino al ricorso alla cassa
integrazione da parte della multinazionale stessa.
Della vicenda si è occupata anche RaiPlay qualche anno fa con un
servizio a 360 gradi, dal titolo "Alla faccia del bicarbonato". Del
caso, riguardante la richiesta di tutelare tutto l'affaccio a Sud
dall'impatto dell'attività estrattiva di Solvay, fu interessata,
durante la precedente amministrazione, anche la Soprintendenza.
Ma l'attività, con sempre maggior impatto visivo, non ha subito
rallentamenti o ripensamenti in corso d'opera. Chissà se questo
affondo da parte della Fondazione riuscirà stavolta a riaprire
l'annosa questione.
Agenziaimpress.it Marco Busellì - 18 Settembre 2023
(2023) Solvay - Completato
lo "spin-off" - Alla Syensqo le attività speciali
Definito il nuovo
assetto del Gruppo, nessun cambiamento per i siti toscani. Una
svolta strategica significativa, che cambia Solvay ha
annunciato l’espansione delle capacità di Solval e dell’unità
omologa francese Resolest, specializzate nel riciclaggio dei
residui ottenuti dal processo di depurazione delle emissioni
gassose attraverso la soluzione Solvair, brevettata da Solvay.
Solval, l’impianto di Rosignano che abbatte i residui delle
discariche attraverso l’uso del bicarbonato, avrà una capacità
maggiorata del 30 per cento. Spiega l’azienda che «la crescente
domanda per questa tecnologia avanzata è dovuta all’adozione di
rigorosi standard ambientali che regolano le emissioni in varie
industrie». Così, entro la fine del 2025, Resolest avrà un
significativo aumento del 60% nella capacità di riciclaggio.
Allo stesso modo, a partire da questo mese, Solval vedrà un
sostanziale aumento del 30% della propria capacità. «Da decenni,
Solvay si impegna a realizzare un’economia circolare per i
residui generati dalla depurazione dei gas di scarico attraverso
la tecnologia Solvair - spiega l’azienda in una nota - Più
dell’80% dei residui di Solvair può essere riciclato in salamoia
purificata, che funge poi da materia prima circolare nella
produzione di carbonato di sodio, presso gli stabilimenti di
Solvay a Dombasle in Francia e Rosignano in Italia». Questo
processo innovativo consentirà ad entrambi gli impianti di
ridurre il consumo di salamoia naturale, contribuendo
attivamente alla conservazione di questa risorsa.
Versatile ed ecologico: il
bicarbonato di sodio è conosciuto per i suoi mille usi. Ce n'è
un altro. Ed è il risultato della capacità di innovare di
Solvay. Si chiama Alve-One la nuova unità operativa avviata da
alcune settimane nello stabilimento di Rosignano. È la prima, e
per adesso l'unica al mondo. Qui, si produce un agente
schiumogeno chimico eco-progettato per trasformare l'industria
della schiuma termoplastica. Brevetto e anche linee di
produzione sono top secret, vengono fatte visitare ma non è
possibile scattare fotografie degli impianti. Si stima una
produzione di 4mila tonnellate all'anno, ma il potenziale
promette numeri ben più grandi. In azienda non ci girano
intorno. Si parla di una nuova pietra miliare. Il prodotto, che
ha nel bicarbonato di sodio la sua base, mira a rispondere alla
crescente domanda di agenti espandenti più sicuri e sostenibili
in vari usi industriali e di consumo, a livello globale. Per
farsi un'idea di dove potremmo trovarlo è sufficiente sollevare
la suola di una comune scarpa da ginnastica. Oppure, posare la
mano sul cruscotto della propria automobile. I settori
industriali di impiego sono davvero tanti. Dall'automobilistico
al calzaturiero, dall'edilizia ai beni di consumo, uno su tutti
per realizzare la cosiddetta ecopelle. L'obiettivo Solvay è
quello di ridurre l'impronta di carbonio nei prodotti finiti nel
campo delle schiume, migliorando al contempo gli standard
generali di salute e sicurezza per proteggere sia le persone che
l'ambiente. Le alternative già esistenti sul mercato, tutte di
origine petrolifera, oltre a un maggior impatto ambientale sono
nel mirino di autorità sanitarie per sospetta tossicità. C'è
molto del saper fare di Solvay. Ma c'è anche la capacità di fare
rete e dare spazio ad aziende del territorio. La realizzazione
dell'impianto, caratterizzato da un'automazione avanzata, è
stata facilitata dalla collaborazione con Cooperativa Etruria
Nord, che ha coordinato l'investimento e ne curerà la gestione,
e OMP che ha collaborato con il colosso della chimica di base
nella progettazione e realizzazione dell'impianto. Dal progetto
alla prima produzione sono serviti 10 mesi. «L'inaugurazione
della nostra unità produttiva Alve-One a Rosignano riflette
l'impegno di Solvay nel fornire soluzioni innovative e
sostenibili, a diretto vantaggio dei nostri clienti e della
società». Il primo lotto di produzione è stato realizzato alla
fine di febbraio. Il bicarbonato di sodio fa da vettore a una
serie di reagenti per ottenere l'agente schiumogeno chimico che
mescolato alla materia plastica consente di fabbricare la suola
di una scarpa da ginnastica o un isolante per l'edilizia. Le
soluzioni Alve-One hanno ricevuto il riconoscimento come
alternativa sostenibile ai materiali termoplastici espansi da
varie organizzazioni: Segretariato Internazionale della Chimica
(ChemSec), la Fondazione Solar Impulse che l'ha riconosciuta
come una Soluzione Efficiente, Inovyn che l'ha premiata con un
Premio per l'Innovazione e France Chimie, che l'ha premiata con
il Premio Pierre Potier. La cerimonia di inaugurazione
dell'impianto si è svolta alla presenza del sindaco di Rosignano
Daniele Donati e altre autorità politiche, quali la deputata
Chiara Tenerini, e numerosi ospiti tra cui partner industriali e
clienti Solvay. Tra i partecipanti, anche i principali attori
che operano nel settore della schiuma termoplastica, compresi
quelli della pelle artificiale per l'automotive e la moda, i
rivestimenti murali, i materiali per imballaggio e isolamento,
calzature, tappetini per yoga e altri settori dell'abbigliamento
sportivo. Ad accogliere gli ospiti, insieme al direttore dello
stabilimento di Rosignano Nicolas Dugenetay, Mark van
Bijsterveld, membro dell'executive leadership team del Gruppo
Solvay e Raffaele Calabrese De Feo, direttore di Solvay Italia.
«Siamo felici di inaugurare l'impianto all'interno del sito di
Rosignano - afferma Dugenetay -. AlveOne rappresenta il
risultato concreto della sinergia di competenze e
professionalità da parte del team Solvay e dei dipendenti delle
tredici aziende che hanno contribuito con successo alla sua
realizzazione, tra cui due nostri partner altamente qualificati
come Cooperativa Etruria Nord e OMP. È inoltre il frutto di una
visione imprenditoriale orientata verso la chimica sostenibile,
che ancora una volta oggi siamo orgogliosi di condividere con le
istituzioni, i nostri partner industriali e i nostri clienti».
M. Morandini Il Tirreno 19/4/24.
la fisionomia del Gruppo Solvay. La multinazionale belga, infatti,ha
completato con successo, in seguito al voto dell`assemblea degli
azionisti avvenuta l'8 dicembre scorso, lo spin-off delle sue
attività Specialty verso la società Syensqo. Non si tratta di una
vendita a un soggetto terzo, ma della creazione di una società ad
hoc alla quale sono state conferite le specialità polimeriche e i
compositi, oltre a Novecare Technology Solutions, Aroma Performance
e Oil&Gas, attività con vendite nette intorno a 7,9 miliardi di euro
nell'esercizio 2022 e circa 13mila addetti in una trentina di paesi.
Solvay mantiene invece tutte le attività nella chimica di base,
oltre al marchio storico dell'azienda.
Per i siti toscani, compreso quello di Rosignano, la modifica
dell'assetto del Gruppo non comporterà alcun cambiamento.
«Un momento cruciale nella importante storia di Solvay».
Così il Gruppo, con una nota diffusa commenta il completamento dello
spin-off
verso la società Syensqo. «Solvay si prepara a entrare in una nuova
fase di crescita sostenibile, concentrandosi sulle aree di business
principali e riaffermando la sua dedizione alla leadership di
mercato, alla decarbonizzazione e alla responsabilità sociale»,
spiegano dal Gruppo.
Pierre Gurdjian, presidente del consiglio di amministrazione di
Solvay ha espresso il suo entusiasmo per il completamento
dell'operazione, dichiarando: «Sono entusiasta del successo dello
spin-off,
una mossa strategica che sottolinea il nostro impegno per il valore
a lungo termine. Questa decisione riflette il nostro impegno a
creare un valore duraturo per i portatori di interesse e a garantire
il successo continuo di Solvay. Facendo leva sulla nostra leadership
e sulle nostre intuizioni, guideremo con fiducia Solvay verso il
futuro».
Philippe Kehren, CEO di Solvay, ha aggiunto: «ln Solvay, la nostra
missione e quella di sfruttare la potenza della chimica per creare
prodotti sostenibili per le sfide più urgenti del mondo. ll nostro
impegno prevede l'introduzione di innovazioni di processo e di
prodotti sostenibili, il tutto riducendo al minimo la nostra
impronta ambientale. Con la semplificazione determinata dalla
separazione, Solvay è pronta a rafforzare la sua comprovata
esperienza di solidi margini di settore al top del segmento, di
generazione di cassa e di rendimenti interessanti». ll 13 novembre
2023, Solvay ha presentato la sua visione durante il Capital Market
Day, delineando ambiziosi obiettivi finanziari per il 2028.
Gli obiettivi erano incentrati sul raggiungimento di una crescita
dell'EBITDA a una cifra media, sulla generazione di liquidità
stabile, sul pagamento di dividendi da stabili a crescenti, il tutto
mantenendo un rating di credito invest-
ment-grade.
«ll completamento della scissione parziale - spiegano dal Gruppo -
ha avuto effetto il 9 dicembre 2023. Solvay e
Syensqo hanno iniziato ad essere negoziate come entità separate su
Euronext Bruxelles e Parigi con i rispettivi simboli ticker l'11
dicembre 2023».
«Vorrei cogliere l'occasione per augurare ai nostri colleghi di
Syensqo
un futuro di successo come società autonoma».
ha aggiunto Pierre
Gurdjian.
«Questo e un momento storico, che evidenzia il successo della
profonda trasformazione di Solvay negli ultimi 5 anni», ha affermato
Ilham Kadri ex CEO di Solvay e ora
CEO
di Syensqo.
Il Tirreno 12/12/23
(2024)
Solval, ampliamento del 30% dell’impianto di depurazione -
trattamento e recupero residui industriali e di discarica
«In Solvay, ci
impegniamo a fornire soluzioni sostenibili che rispondano ai
bisogni essenziali dell’umanità. L’elevata domanda per la nostra
rivoluzionaria tecnologia Solvair sottolinea il suo ruolo unico
nella purificazione dell’aria e nella conservazione delle
risorse naturali», ha dichiarato Philippe Kehren, Ceo di Solvay.
Aggiungendo: «Siamo entusiasti di contribuire alla
trasformazione e alla sostenibilità di varie industrie,
promuovendo in Solvay una crescita aziendale responsabile. Ciò
si integra perfettamente con la nostra dedizione verso
un’economia circolare, supportando iniziative come l’European
Green Deal e dimostrando il nostro costante impegno verso la
sostenibilità». Solval è un impianto attivo a Rosignano da 25
anni «ed è all’avanguardia nel trattamento e nel recupero di
residui da produzioni industriali», aggiunge Nicolas Dugenetay,
direttore dello stabilimento di Rosignano- «Questo ampliamento
della sua capacità, che valorizza il riciclo dei materiali, è un
passo avanti nel percorso per la circolarità. Gestiamo le nostre
attività con una visione sostenibile di lungo periodo, in
sintonia con le strategie di sviluppo del territorio programmate
dalle istituzioni». Le soluzioni brevettate a base di sodio di
Solvair consentono a diverse industrie, come gli impianti di
termovalorizzazione, le centrali elettriche, la produzione di
cemento, la manifattura del vetro e le navi mercantili, di
eliminare efficientemente oltre il 99% degli inquinanti. Ciò
garantisce il rispetto delle più stringenti normative sulle
emissioni atmosferiche attualmente in vigore. Nel 2016, Solvair
è stato riconosciuto come una soluzione ecologica dalla World
Alliance della Solar Impulse Foundation.
Il Tirreno 17/1/24
(2024)
Solvay avvia l'impianto Alve One per
un eco agente schiumogeno