Gli ospiti di Castiglioncello  Cronache


Da "Il Tirreno" del 13-12-2015 di Dino Dini

 «Godi l’onda» gridò il Vate mentre rapito scrutava l’orizzonte
La villeggiatura a Castiglioncello insieme alla Duse e le grandi feste nella pineta di Villa Celestina

Per tanto tempo s' è detto, ripetuto e anche scritto che Gabriele d'Annunzio, durante le sue vacanze a Castiglioncello, ospite della famiglia Bulgari, gioiellieri in Roma, avrebbe dato il nome Godilonda alla loro splendida dimora che sorge sulla punta estrema del promontorio tra la caletta della Cianciafera a sud e la baia del Quercetano a nord. Ma questa affermazione è completamente priva di fondamento per vari motivi. Prima di tutto c'è da considerare che i Bulgari acquistarono quella residenza nel 1945 ed è evidente che d'Annunzio non può essere stato ospite di questa famiglia essendo scomparso nel 1938. Quindi la denominazione Godilonda che il poeta ha effettivamente inventato è datata negli anni precedenti, anzi quel nome comparve molto tempo prima. Infatti esistono due cartoline illustrate della collezione Diego Scaramal che riportano un timbro postale del 1904 su una e del 1909 sull'altra. In ambedue le foto si vede la villa e a poca distanza la Torre Medicea con la didascalia che dice testualmente: Villa Godi l'onda e la Torre di Castiglioncello. Il nome sarà più tardi contratto in Godilonda. Sul finire dell’800. D'Annunzio nato nel 1863 a Pescara, cominciò a frequentare Castiglioncello sul finire del 1800 quando abitava nei pressi di Firenze in una sontuosa dimora rinascimentale che aveva battezzato La Capponcina. La sua relazione con la Duse era già iniziata nel 1895 e la coppia durante l'estate si spostava a Castiglioncello dove aveva stabilito una relazione amichevole con l'apprezzato pittore Eduardo Gordigiani figlio dell'altrettanto grande pittore Michele. La frequentazione del poeta con la famiglia Gordigiani era davvero un'amicizia molto stretta, perché, come scrive Cecilia Cantini nel suo libro "Castiglioncello-Un itinerario tra storia e cinema" pare che d'Annunzio, nonostante la relazione con l'attrice, facesse un'assidua corte alla giovane Giulietta sorella di Eduardo. L'ignara Eleonora, come si conviene al classico triangolo lui, lei e l'altra, era per di più diventata una cara amica della stessa Giulietta: un intreccio veramente dannunziano. Le cartoline. Ma torniamo alla villa ed al momento in cui d'Annunzio creò il suo nome. Vista l'esistenza delle cartoline datate, è molto probabile che quel momento si collochi poco prima del 1904. Nel 1903 infatti il poeta pubblica la raccolta "Alcyone", dove compare una lirica intitolata "L'onda" chiaramente ispirata a quello sperone roccioso di Castiglioncello. Per avere un'idea della forza di questa lirica basta citare pochi versi: "... L'onda si spezza/precipita nel cavo/del solco sonora/spumeggia, biancheggia/s'infiora, odora...". Tom Antongini, segretario del poeta e suo biografo, ci racconta «Nomi, soprannomi e titoli, nella sua vita ne avrà inventati diecimila!». Leggendo i rutilanti versi di quella lirica, è facile immaginarlo affacciato sulla terrazza naturale a picco sul mare, inebriato dai mille profumi mediterranei del giardino e incantato dal perpetuo ritmo delle acque, levare la mano verso l'orizzonte e regalare al vento il solenne invito: «Godi l'onda!». Illustri ospiti. Non si sa a chi appartenesse allora la villa e il parco circostante, ma certamente l'immaginifico e la Duse, furono ospiti o affittuari di quella residenza. Risulta invece che nel 1906 il tutto era diventato di proprietà dell'ingegner De Montel progettista della ferrovia Livorno-Vada che verrà inaugurata nel 1910. Non sappiamo se anche De Montel ospitò D'Annunzio. Comunque il poeta pescarese si era così innamorato della bellezza pura e un po' selvaggia di Castiglioncello che molti furono i soggiorni estivi che lui trascorse in questa località. Quelli erano gli anni in cui la sua fama aveva raggiunto il culmine. Il Vate, come veniva enfaticamente appellato, non era conosciuto solo per i suoi romanzi, primo fra tutti "Il piacere", per le sue poesie specie quelle della raccolta "Alcyone", per i molti drammi teatrali e per le opere liriche come "La Parisina" con musica di Pietro Mascagni. Egli era ammirato anche per le sue innumerevoli vicende erotico-sentimentali, per i suoi gesti teatrali in politica e nella vita privata, per gli scandali veri o presunti, per le sue imprese militari impersonando in tal modo un vero e proprio modello da imitare. La grande fama. Il pubblico vedeva in lui e nei protagonisti delle sue opere l'incarnazione delle proprie aspirazioni. Per non parlare dell'influenza che egli esercitò a livello di costume, della moda, del modo di vivere e persino di come corteggiare una donna. Acclamato come un eroe nazionale, era talmente famoso che della sua popolarità fu geloso persino un uomo di potere come Benito Mussolini. Negli anni '30 frequentò sicuramente i ricevimenti e le feste che si tenevano a villa Celestina di proprietà dell'allora ministro delle Colonie Attilio Teruzzi. A quelle riunioni mondane presenziavano eminenti personaggi politici, attori, scrittori e giornalisti. Al magnifico parco di villa Celestina d'Annunzio dedicò un brano di prosa che fu poi usato come didascalia di una foto del viale d'ingresso della villa pubblicata sulla copertina della prestigiosa rivista di architettura "Domus". Il brano diceva: "La pineta è tutta fiorita di violette, c'è l'odore della resina mescolato all'odore dei fiori. Dentro la selva dei fusti altissimi penetrava a zone magnifiche il sole, e pe'l chiarore s'allontanavano fughe di portici favolosi". Nuotate in piscina. Nel 1932 Godilonda cambia ancora padrone. Il nuovo proprietario diventa il conte Coletti di Firenze che aveva sposato una Carter figlia di un ricchissimo banchiere americano. Davanti alla villa era stata costruita una piscina riscaldata e per gli ospiti erano a disposizione dei morbidi accappatoi bianchi da usare dopo il bagno. A fine nuotata veniva offerto a tutti un tè o un liquore. Nel gruppo degli ospiti spiccava naturalmente la figura del poeta. Esiste anche una foto che lo ritrae avvolto in uno di quegli accappatoi. Da allora non ci sono più notizie di soggiorni dannunziani a Castiglioncello. Il grande personaggio si era ritirato a Gardone Riviera nella villa Cargnacco a cui aveva dato nome Vittoriale. Qui morì improvvisamente il 1° marzo 1938 seduto alla sua scrivania. Per dare un'idea dell'enorme notorietà della sua figura, basta dire che la notizia il giorno dopo era su tutti i giornali del mondo, alcuni quotidiani in America uscirono persino listati a lutto. Insomma si può dire che fra i tanti illustri ospiti che negli anni hanno scelto Castiglioncello come luogo di vacanza, il più famoso di tutti è stato senz'altro Gabriele D'Annunzio. La famiglia Bulgari che acquistò Godilonda subito dopo la seconda guerra mondiale, la tenne fino alla metà degli anni '70. Gli ultimi avvenimenti. Nel 1982 la costruzione divenne un residence-hotel e più tardi fu dotata anche di una beauty-farm. L'impresa alberghiera ebbe un tracollo economico e la villa diventò un rudere. Dopo anni di abbandono villa Godilonda l'anno scorso è stata acquistata da una società russa che sembra voglia ristrutturarla in un hotel di lusso. Visto che a Castiglioncello non c'è nemmeno una viuzza che porta il nome di D'Annunzio, si spera che i russi mantengano il nome Godilonda come unico motivo di ricordo di quel grande protagonista della cultura e della storia italiana.

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