Gli ospiti di Castiglioncello  Cronache


Da "Il Tirreno" del 26-04-2009 di  Dino Dini

  Montanelli, Pallino e quella foto storica
L’incontro col mito del giornalismo nel luglio del 1960
Le confessioni raccolte sulla scogliera di Punta Righini
 

In questi giorni si è celebrato in tutta Italia il centenario della nascita del grande giornalista Indro Montanelli che negli anni Cinquanta-Sessanta era solito trascorrere lunghi soggiorni estivi a Castiglioncello ospite della famiglia dei conti Bossi Pucci. Lo incontrai un pomeriggio davanti al dancing “Il Cardellino” che passeggiava con il suo cane. A quel tempo ero un giovane e inesperto cronista locale, ma ebbi la faccia tosta di avvicinarlo e di chiedergli un appuntamento al giorno dopo per intervistarlo.
 Lui mi domandò per quale giornale, gli risposi che l’intervista sarebbe stata pubblicata su “Il Tirreno” a quel tempo diretto da Lucio De Caro che Montanelli conosceva bene, ed accettò.
 L’incontro si svolse la mattina dopo sugli scogli di Punta Righini sotto il cocente sole di quel luglio del 1960. Quando arrivai lui era già lì con il suo cane al quale aveva messo nome Gomulka in onore (si far per dire) dell’omonimo segretario comunista polacco di quel tempo. Del mio incontro con Montanelli avevo avvertito il fotografo Pino Perrone detto “Nick Vampata” che da lontano, con il teleobiettivo, ci scattò una foto divenuta poi storica perché apparsa su moltissimi quotidiani e riviste.
 Sapendo come Montanelli fosse riservato e anche un po’ scorbutico, mi ero raccomandato con Perrone che lo scatto passasse inosservato. E così fu.
 La conversazione si rivelò molto cordiale e a tratti anche divertente. Durò più di un’ora e mezzo e il mio taccuino si riempì di annotazioni che mi permisero di fare il pezzo per il giorno dopo.
 La cosa che più mi colpì fu la descrizione delle sue giornate di vacanza. Dopo le 11 due ore di mare e dopo le 18 una passeggiata in pineta.
 Per il resto della giornata rimaneva inchiodato a lavorare davanti alla sua Olivetti “Lettera 22”.
 Fra l’altro mi disse che stava scrivendo un soggetto cinematografico sulla “dolce vita” di Roma antica che aveva come titolo provvisorio “Cinque donne a Roma” ma il soggetto non fu mai realizzato. Invece l’anno prima, nel 1959, era uscito “Il generale della Rovere” diretto da Rossellini e tratto dal suo omonimo libro. Il film aveva avuto un grande successo.
 Qualche giorno dopo apparve sulle colonne del “Corriere della Sera” uno spassoso pezzo di Montanelli inititolato “Pallino”. Pallino era il marinaio della barca dei Bossi Pucci che il giornalista usava ogni tanto per piccole crociere lungo la costa. “Un giorno o l’altro ti sistemo io!” gli aveva detto più volte Indro Montanelli e un giorno infatti mantenne la promessa con quell’articolo. Durante le sue gite in barca il giornalista non mancava di rivelare tutta la sua schietta toscanità. Una volta si fece portare nella zona di Campolecciano davanti a una bella villa abitata da un notissimo uomo politico. Chiese a Pallino di avvicinarsi il più possibile agli scogli, poi andò a prora e facendo megafono con le mani manifestò tutta la sua disapprovazione per il personaggio, urlando al suo indirizzo con quanto fiato aveva in gola epiteti e apprezzamenti non proprio lusinghieri.
 Insomma anche durante le vacanze quello spirito libero non perdeva l’abitudine di esprimere il suo anticonformismo e il suo dissenso.

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