Gli ospiti di Castiglioncello  Cronache


Da "Il Tirreno" del 25-07-2006 di A. Bernardeschi

Sulle orme dei Macchiaioli - La storia della Perla nel libro nero delle opere rubate. Il critico d’arte Carlo Pepi sta distribuendo a Castiglioncello il catalogo della raccolta che gli è stata trafugata. Tanti Fattori

All’interno del garage le “Quattro gomme lisce” dei fratelli Ciucchi è esposta una collezione di vecchie fotografie; cartoline di una Castiglioncello di fine ’800 quasi irriconoscibile ai giorni nostri. Tra queste balza agli occhi la casa del pescatore sulla baia di Portovecchio: un paesaggio scarno, senza vegetazione, con poche barche a vela, in legno. La stessa angolatura, la stessa umile casetta, lo stesso paesaggio che ritroviamo nel catalogo delle oltre duecento opere trafugate nel marzo scorso al critico d’arte nonché collezionista Carlo Pepi.
 
Gli artisti della macchia. Con una differenza: quelle linee scure tratteggiate da una matita quasi sbiadita dal tempo, sono di Giovanni Fattori, l’artista della “macchia”. Un fotogramma, un disegno, che da soli bastano a far capire come il furto di una parte della collezioni Pepi abbia colpito, quasi interrotto, il filo culturale e storico che lega Castiglioncello e le frazioni collinari ai pittori Macchiaioli. Se non bastasse, i ladri si sono portati via, sempre di Fattori, il disegno di una “spiaggia di Castiglioncello” ma anche “L’inaugurazione del monumento di Fantacchiotti a Vada”; tra le acqueforti la “Donna del Gabbro”. Sparito anche l’olio su tavola di Luigi Bechi “Interno con focolare”, dove lo studio della macchia e della luce, esaltano l’interno di una casa colonica di Castiglioncello di proprietà di Diego Martelli. Tra i post Macchiaioli Giovanni Bartolena “lavandaie a Campolecciano” fino ad arrivare ai primi del 1900 con l’olio su masonite di Giovanni March che immortalò l’allora deserta baia di “Caletta di Castiglioncello”.
 
Una perdita culturale. “Questo furto - dice Carlo Pepi - è una grave perdita anche per Castiglioncello. Vede - spiega il collezionista durante un afoso pomeriggio castiglioncellese - la mia collezione, la più grande, è soprattutto una raccolta incentrata sul valore storico ed artistico dei “Macchiaioli”, non tanto sul valore venale di queste opere. Il mio sogno è sempre stato quello di creare, proprio a Castiglioncello, luogo sacro per l’arte pittorica, un centro artistico. Un centro studi, polo per i giovani, per il quale potrei mettere a disposizione la mia collezione, i miei libri, i documenti originali degli artisti. Potrei organizzare mostre tematiche partendo da Fattori arrivando a tutti i suoi allievi compreso Italo Griselli che abbracciò il futurismo e a tutti quelli artisti delle avanguardie. Un filone nato a Livorno, magnifico ma poco conosciuto. La mia intera raccolta è composta da 10mila opere ed è incentrata sulla metà dell’800 toscano, con tutti i Macchiaioli e i loro seguaci, con 700 opere di Fattori”.
 
Il libro nero. Pepi sta distribuendo agli amici il suo “libro nero” dove sono raccolte e fotografate tutte le opere trafugate: “Opere invendibili - dice - come le otto cartoline litografiche di Giovanni Fattori che io avevo al completo, o le prime tre opere attribuite all’artista”. Una passione, quella di Pepi, che si accende, come per incanto, quando si ferma a pagina 12 del suo libretto. Indica un disegno a matita di Silvestro Lega: “Signore ai bagni Pancaldi”. “Siamo nell’agosto del 1895 ed è l’ultima opera di Lega - racconta - in quell’occasione gli amici del maestro, già molto malato (morirà dopo un mese) e poverissimo, si adoperarono in una colletta per aiutarlo. Lega accettò, non senza umiliazione, quella povera somma. In quel mentre una mamma giunse ai bagni in cerca di suo figlio che trovò, piangente di commozione per aver assistito alla scena, all’interno di una cabina. Quel bambino di undici anni altri non era che il grande Amedeo Modigliani”.
 
Il bimbo Amedeo. Aneddoti e tante storie che scaturiscono dai documenti autografi (bigliettini di ringraziamento, cartoline, lettere..) dai disegni e dai quadri alcuni dei quali esposti alcuni anni fa a Castiglioncello durante una mostra organizzata al Castello Pasquini; documenti che legano il territorio comunale alla storia ed alle vicende artistiche ed umane dei Macchiaioli, oggi più che mai tornati alla ribalta della critica a livello mondiale.

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