Gli ospiti di Castiglioncello  Cronache


Da "Il Tirreno" del 28-07-2001 di Alessandra Bernardeschi

 Com'era bella Sofia... «Pallino» si racconta 30 anni dopo.
Le memorie di Franco Becuzzi, il «mitico» marinaio immortalato da Indro Montanelli

 «Il mio marinaio, o per meglio dire il marinaio dell'amico di cui sono ospite qui a Castiglioncello, si chiama Pallino». Era il 6 agosto del 1968 quando Indro Montanelli, dal Corriere della Sera, presentò agli italiani, o meglio ai lettori del giornale, Franco Becuzzi, per gli amici appunto "Pallino". «A quei tempi - racconta Becuzzi, oggi settantunenne - facevo, per alcune ore al giorno, il marinaio dal conte Bossi Pucci e portavo a giro in barca alcuni ospiti del conte». Tra questi, appunto, una delle penne più illustri del giornalismo italiano, Indro Montanelli. Una vita di mare, quella di Franco Becuzzi: «La mattina, fino alle 10,30, andavo a pesca con il Cinelli; poi dal conte - racconta - mentre l'inverno lo trascorrevo ad aggiustare le barche per farle ritornare come nuove ed a svolgere alcuni lavoretti nelle ville». Ed i ricordi di quegli anni si intrecciano con le fotografie delle giornate interamente dedicate alle battute di pesca; tanti amici, uniti dalla passione del mare; dai modi rudi ma buoni di cuore. «Guardi qua - dice Becuzzi mentre punta con il dito una grossa cernia - pesava una quarantina di chili», e poi cassette stracolme di paraghi; «roba così oggi non se ne trova più», commenta. Fotografie e ricordi; ed in questi giorni inevitabilmente, i ricordi si soffermano proprio sull'amico scomparso: «Montanelli scendeva al porticciolo (Circolo Nautico) verso le 10,30 del mattino; prima andava in piazza a comprare i giornali - racconta con semplicità Becuzzi - Si vestiva sempre con abiti dai colori chiari ed amava andare con la barca a fare il bagno al largo.'Stamani si balla', gli dicevo un po' per burla». E da lì iniziavano lunghe dispute sulla direzione dei venti, sul moto delle onde e sulle previsioni del tempo: «E poi - racconta - partivano risate e battute. Spesso, in barca, Montanelli era accompagnato da Giovanni Spadolini allora direttore del Corriere della Sera; parlavano, discutevano degli ultimi accadimenti, ma c'erano anche i momenti per gli scherzi e le risate». Montanelli è descritto da Becuzzi come uomo schivo: «Non faceva gruppo; era raro che uscisse dalla villa del conte nonostante i numerosi inviti, anche a premi letterari, che gli venivano rivolti. Era un tipo riservato, ma non con me. Spesso mi diceva di andarlo a trovare a Cortina d'Ampezzo; gli rispondevo:'mica è dietro l'angolo' Poi un anno, siamo a metà degli anni '60, una nostra parente andò per l'appunto in montagna a Cortina. Così ne approfittai. Dalla casa di Montanelli c'era un vista stupenda sul monte Cristallo». Poi lo sguardo si fa buio: «Da quando morì il conte, Montanelli non è più venuto a Castiglioncello; ma mi mandava i saluti, gli ultimi anche a Pasqua di quest'anno, attraverso conoscenti comuni». E tra le fotografie ed i ricordi spuntano inevitabilmente altri nomi illustri ed altre storie: «Portavo in barca anche la signora Bice Valori; scendeva in spiaggia con gli amici in tarda mattinata e stavamo fuori fino al pomeriggio; amava pescare». Poi la conoscenza con Alberto Sordi che fino a qualche anno fa aveva una stupenda villa a Punta Righini: «Con lui sono stato in mare a provare una barca», dice Becuzzi; ed ancora, gli ospiti di villa Bologna: «dalla signora Suso Cecchi d'Amico. Lì ho conosciuto Luchino Visconti; Mastroianni e Panelli erano di casa. Ma anche Sofia Loren. Veniva da Pisa con il motoscafo assieme al marito Carlo Ponti; poi, qualche volta, alla sera, la riaccompagnavo a Pisa». La domanda scivola via spontanea: Com'era a quei tempi la Loren? La risposta è scontata: «Avrà avuto 29 forse 30 anni. Pensi a com'è bella oggi; si figuri allora», sorride Becuzzi. Tra i nomi, anche quelli di Nino Rota e dell'allora giovanissima Claudia Cardinale: «Tutti i più grandi del cinema e della cultura. Stavano a villa Bologna e tra un bagno e l'altro, lavoravano. Sono stati anni belli durante i quali mi sono divertito - dice Becuzzi - quando andavo ancora per mare con un motoscafo di dieci metri: per quei tempi era la Ferrari del mare. Adesso tutto è cambiato». Alcuni amici di un tempo non ci sono più; dei rimasti, Becuzzi dice: «Siamo tutti un po' acciaccati. Non esistono più quei momenti; tutto è cambiato». Ma a sentirlo parlare, a vedere quei lampi di entusiasmo che accendono i suoi occhi quando racconta, Becuzzi è ancora il Pallino dal «carattere dell'uomo grosso», magistralmente e ironicamente descritto dal grande Indro Montanelli

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