Castiglioncello oggi

L'insenatura del Fortullino lungo la costa. Sullo sfondo il Romito.

a Castiglioncello oggi

FORTULLINO. Lungo la via Aurelia, a sud di Chioma e della fattoria di Campolecciano, c'è un piccolo promontorio alla foce del Botro Fortulla, caratterizzato da una folta boscaglia di lecci. Un tempo vi era dislocata una caserma con stalle per i cavalleggeri per la perlustrazione costiera; caserma costruita nel 1764 a spese e con maestranze del Comune di Gabbro, in luogo di una casermetta edificata nel 1613 in Campolecciano un pò più a nord. Nel 1870, perduta ogni funzione militare, il promontorio con gli stabili esistenti, venne acquistato dal banchiere Fenzi, successivamente ne divenne proprietario il sig. Bartolini e questi edificò il palazzo che oggi, restaurato e pur ricordando l'antica caserma, è ripartito in appartamenti estivi (foto in basso) LE FORBICI. Subito a sud del Fortullino: già sede dello stabilimento per l'estrazione della magnesite, poi fabbrica di motociclette Junior di proprietà della famiglia di Pietro Mascagni (attività portata avanti dal figlio), poi adibita a caserma, oggi attrezzato villaggio residenziale. Fu qui che l'8 settembre i tedeschi catturano e trasferiscono immediatamente in Germania tutti gli ufficiali del "Centro addestramento armi contraeree e controcarro" della V/a armata italiana. Di fronte allo stabilimento, sulle "rocce nere" che distinguono questo tratto di costa, il celebre maestro livornese, Pietro Mascagni (1863-1945), si era costruita una residenza in un particolare stile eclettico (foto in alto). Oggi anche questa villa è trasformata in appartamenti estivi.
                                      RICORDI

LE FORBICI. Ho un ricordo particolare di questa località. Risale al 1932, assai prima che vi venisse costruito l'attuale centro residenzale, quando vi era ancora, sebbene chiusa, la fabbrica delle motociclette Junior di proprietà del celebre maestro Pietro Mascagni. Nel 1934 l'edificio era pressoché abbandonato, ma era ancora proprietà del celebre autore de "La cavalleria rusticana", che, di fronte allo stabilimento, al di là della via Aurelia, sulle scogliere colar rame, utilizzando le stesse pietre della scogliera, si era costruito un palazzotto villa, in uno stile particolare, in solide dimensioni cubiche e con larghe gronde alla fiorentina. Preceduto da un piccolo parco di lecci, il palazzotto, di dimensioni contenute (pochi vani su due piani), sovrastava due ampi fondi dai quali si dipartiva, fino in mare, uno scivolo inclinato per la barca. Fu dietro indicazione di un meccanico di Castelnuovo della Misericordia che mio padre, allora comandante la Stazione dei Carabinieri Reali di Rosignano Marittimo, acquistò una FIAT "509" che il "maestro" teneva in un capannone dello stabilimento deserto. Si trattava di una vettura "fuori serie", infatti era del tipo "torpedo" (come in seguito saranno le "'Lancia Lambda"), con ruote a raggi e ruota di scorta a vista sul portabagagli posteriore, il tutto di colar fegato. Per i tempi di allora era una vettura graziosa, in buono stato d'uso, e forse anche conveniente per il prezzo. Così mio padre l'acquistò, anche se, malgrado le "lezioni" del meccanico di Castelnuovo, proprio non se la diceva col cambio, in special modo quando dalle marce superiori doveva passare a quelle inferiori e avrebbe dovuto dare due colpi di frizione con accelerata intermedia (allora le marce non erano sincronizzate). Fu per questo che a me fu possibile rivelare precocemente le mie attitudini...di pilota, sia pure per i piccoli servizi locali, magari sfidando i controlli della polizia stradale (forse allora inesistente). La "509" ha avuto una sua storia, durante la seconda guerra mondiale, lasciata nel "garage" di Caletta quando la mia famiglia venne a trovarsi nel territorio metropolitano occupato dai Tedeschi, la ritrovammo al suo posto, nel 1944, ma...senza le ruote: un biglietto lasciato sotto il tergicristallo (azionato a mano) ci avvisò che erano state rilevate dal nostro medico. Subito restituite, la "509" seguì la sorte di mio padre, richiamato in servizio ad Altopascio. Fu nel marzo del 1945 - mentre io ero al fronte, sulla "linea Gotica" - che, un pomeriggio, di ritorno da Lucca, per servizio, sulla vecchia autostrada Firenze-mare, mio padre sostò la "509" subito dopo un ponte militare, defilata rispetto alla corsia di traffico. La precauzione non fu sufficiente per evitare l'urto di una jeep, guidata da un gruppo di militari americani di rientro da una libera uscita e ancora troppo allegri... La "509" fu scaraventata fuori strada, lungo l'argine dell'autostrada, e buon per mio padre che ne era sceso, perché così, ingloriosamente, finì la bella "509", che era stata di Mascagni...
(Da: "Rosignano e il suo territorio" di Giuseppe Caciagli 1999 scaricabile dal sito)
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