Castello Pasquini

Presentazione della mostra “ Da Courbet a Fattori. I principi del vero”. Da sinistra: Cosimo
Ceccuti, Francesca Dini, il Sindaco Alessandro Nenci, l'assessore Alessandro Franchi, Valeria Tesi
(Foto P. Pagnini)

                   “L’alzaia” di Signorini, eccezionale pezzo in mostra
L’apertura internazionale del movimento macchiaiolo, il suo aggiornamento sulle tematiche del realismo francese è al centro della mostra “Da Courbet a Fattori. I princìpi del vero” aperta fino al 1 novembre 2005. L’esposizione promossa dal comune di Rosignano e curata Francesca Dini prosegue la linea di valorizzazione della pittura di macchia legata alla scuola di Castiglioncello iniziata cinque anni fa. Dopo aver reso omaggio a Giuseppe Abbati, sondato la maturità del movimento, riscoperto la produzione al Gabbro di Silvestro Lega e la personalità di Zandomeneghi, l’attenzione si rivolge in modo più mirato ai legami con la cultura francese, puntualmente ricostruiti da Francesca Dini e incentrati sugli scritti di Proudhon come tramite ideologico con il realismo di Courbet. Il percorso inizia infatti mettendo a confronto le opere dei paesaggisti di Barbizon con quelle dei macchiaioli come Signorini nell’Uliveta di Antignano e Costa, che avvicinano il gruppo ad un sentimento della natura lontano dai manierismi accademici. Il nucleo di opere di Courbet, caposcuola del realismo e figura sottesa ai “Principi sull’arte e la sua destinazione sociale “ di Proudhon, mostra come l’adesione alle tematiche della contemporaneità, della natura e dell’uomo anche negli aspetti più umili, sia il tramite per un capolavoro come “L’alzaia” di Signorini. Un pezzo unico, esposto dopo che se erano perse la tracce dalla fine dell’Ottocento e ricomparso grazie al favoloso acquisto in asta nel 2003 per 4 milioni di euro, che vale da solo una visita alla mostra (entro il 25 settembre, poichè la società proprietaria invierà il dipinto alla Biennale internazionale d’antiquariato a Palazzo Corsini di Firenze fino al 9 ottobre, quando tornerà a Castiglioncello per essere di nuovo visibile dall’11). Lo stretto dialogo tra i pezzi della sala in cui “verità, carattere, sentimento” avvicinano la poetica macchiaiola ai fondamenti del realismo francese, costituisce il nucleo dell’esposizione che riunisce qui i suoi gioielli come “La portatrice” di Zandomeneghi, altro dipinto ritrovato un anno fa ed esposto per la prima volta dagli anni Trenta, il carro con i buoi realizzato da Abbati a Castiglioncello, la celebre “Visita” di Lega e alcuni pezzi di Fattori con cavalli scattanti sul litorale, che richiamano i cervi nella neve di Courbet. Le sale che terminano il percorso, oltre il seguito del naturalismo toscano con Gioli, Ferroni e Cannicci, presentano gli sviluppi delle maggiori personalità della macchia - Signorini a Riomaggiore e Settignano, Lega al Gabbro e Fattori in Maremma - con pezzi di grandissima qualità. (Federica Lessi da "Il Tirreno" del 7-9-2005)

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