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									GLI AUTISTI 
									Come non parlare della macchina che ha 
									portato il Papa dal campo sportivo lungo 
									tutti i viali Solvay, fino alla foresteria, 
									e del piccolo pullman che ha provveduto agli 
									spostamenti nell’interno dello stabilimento? 
									Brunero Favilli, autista del Sindaco di 
									Rosignano Marittimo, ha preso il Papa e lo 
									ha portato dal campo sportivo fino alla 
									foresteria. Ci ha detto che il Santo Padre è 
									stato affabile e sereno, ma che lui, in 
									definitiva non ha visto molto della gente 
									che gremiva i viali dove il Santo Padre 
									passava; doveva stare attento alla macchina 
									che lo precedeva e dare ascolto al suo 
									vicino di guida, uno della gendarmeria 
									vaticana. La jeep era stata messa a 
									disposizione dalla FIAT: una campagnola 
									torpedo (cioè scoperta) di colore beige 
									chiaro, munita di guardamano e con moquette. 
									La Fiat aveva messo a disposizione, per il 
									seguito, anche altre due vetture con 
									autista. Tutte le macchine erano state 
									provate per alcuni chilometri in prima ed in 
									seconda marcia (quella era la prevista 
									velocità del corteo papale). Quando diciamo 
									FIAT vogliamo dire filiale di Firenze e 
									concessionaria di Rosignano Solvay. 
									Nell’interno dello stabilimento l’autista 
									era un dipendente della Società: Franco 
									Tognotti. Il pullman da lui guidato ha 
									portato il Papa ed il suo seguito dalla 
									foresteria alla sodiera, dalla sodiera al 
									polietilene, dal polietilene al consiglio di 
									fabbrica, da qui al cortile centrale, dal 
									cortile centrale di nuovo alla foresteria. 
									Dopo la colazione ha ripreso il Papa ed il 
									suo seguito alla mensa ed ha portato tutti 
									al piazzale dove l’elicottero era in attesa 
									per trasferire il Pontefice a Livorno. Il 
									Santo Padre, non appena è salito sul pullman 
									nel primo sedile vicino al Tognotti lo ha 
									salutato dandogli la mano e domandandogli se 
									era dipendente della Solvay ed ogni volta 
									che risaliva in pullman aveva sempre delle 
									parole per il suo autista; parole 
									affettuose, di tono allegro e sereno.  |