Nel 
									corso dell’iniziativa è stato presentato un 
									protocollo d’intesa che la Provincia e il 
									Comune di Rosignano hanno elaborato con la 
									collaborazione delle associazioni di 
									volontariato e ambientaliste e dei soggetti 
									privati che operano nell’ambito del turismo 
									e della produzione agroalimentare. 
									“L’obiettivo comune - ha sottolineato 
									l’assessore provinciale a turismo, 
									agricoltura e parchi, Paolo Pacini – è 
									quello di realizzare a Casale Poggetti un 
									"Centro di documentazione scientifica" sul 
									Parco dei Monti Livornesi, che guardi, da un 
									lato al rafforzamento delle attività di 
									educazione e ricerca ambientale, dall’altro 
									alla rivitalizzazione dell’agricoltura e 
									della conservazione della biodiversità, con 
									un occhio anche alla diversificazione 
									economica in chiave turistica”. Ed è proprio 
									sull’aspetto di una diversa fruizione del 
									Centro e del Parco che si incentrano i 
									principali impegni definiti nel protocollo. 
									“Pensiamo al recupero di alcune coltivazioni 
									e delle produzioni collegate, alla 
									valorizzazione delle possibilità ricettive, 
									a partire dal turismo scolastico e 
									naturalistico, alla creazione di pacchetti 
									escursionistici per famiglie e appassionati. 
									Insomma, si tratta di inserire il Casale 
									Poggetti e il Parco dei Monti Livornesi in 
									un circuito che consenta la partecipazione 
									alla promozione di un‘offerta turistica 
									integrata, con il coinvolgimento 
									dell’associazionismo e dei soggetti 
									economici che operano nei vari settori”.
									
									Durante 
									l'inaugurazione sono stati liberati alcuni 
									rapaci recuperati dal centro CRUMA della 
									Lipu.
									Come si raggiunge il Casale Poggetti: arrivati 
									nel paese di Rosignano M.mo portarsi in 
									piazza Gori, proseguire per un breve tratto 
									girando a destra in piazza Carducci ed 
									ancora a destra scendere verso Villa 
									Pertusati. Lasciare le macchine nella 
									adiacente area di parcheggio e proseguire
									
									
									imboccando via de Filippo che fiancheggia 
									sulla sinistra le strutture delle Case 
									Popolari (Loc. Il Vignone). Arrivati in cima 
									alla salita si prosegue sulla destra 
									entrando nell'area di maggior interesse 
									naturalistico del Parco Provinciale dei 
									Poggetti. Il sentiero in questo tratto si 
									apre su un crinale che consente una vista a 
									360° ed un particolare una vista insolita 
									del borgo e del Castello di Rosignano M.mo. 
									Al termine di un rettilineo in posizione 
									dominante si incontra il Casale dei Poggetti.
									
									La 
									piacevole passeggiata è di circa 800 mt 
									e ne vale la pena.
                        
              Il Sistema delle Aree Protette dei 
									Monti Livornesi
																								Il Parco Provinciale dei Monti Livornesi fu istituito con Del.C.P. n. 936 del 19.02.99 in attuazione
																								del 2° programma regionale triennale delle aree protette; esso è costituito da più ambiti territoriali
																								distinti e separati tra loro, situati nei Comuni di Collesalvetti, Livorno e Rosignano Marittimo, per
																								una superficie complessiva di circa 1330 ettari. A tali ambiti si aggiungono quasi 2.000 ettari di Aree Naturali Protette di Interesse Locale (A.N.P.I.L.), istituite nel 1999 dai Comuni sopra menzionati, con lo scopo di formare un più ampio sistema di aree soggette a tutela ambientale. È nato così il Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi, oggetto di specifico protocollo di intesa sottoscritto nel 1998 dalla Provincia di Livorno e dai Comuni di Livorno, Collesalvetti e Rosignano Marittimo, con una estensione pari a circa 3300 ettari. In realtà la creazione del Sistema delle Aree Protette dei Monti Livornesi è stata la conclusione di un lungo e talvolta difficile percorso culturale, politico ed amministrativo iniziato a partire dalla seconda metà degli anni settanta. Quella che doveva essere un’occasione di tutela e di valorizzazione di una parte pregiata di territorio si è trasformata, negli anni successivi, in un fallimento della programmazione e gestione da parte degli Enti pubblici, in particolare della Provincia di Livorno, che è di fatto il gestore del parco. I sentieri e i percorsi all’interno del parco nel corso del tempo si sono deteriorati, i controlli sono scarsi e gli abusi sono proporzionalmente elevati. La maggior parte dei cittadini non conosce e non utilizza questo patrimonio naturalistico, storico e culturale. Fortunatamente alcune associazioni di volontariato, a carattere prevalentemente ambientalista, hanno cercato di mantenere in vita il parco con iniziative, visite e attività di educazione ambientale. Le stesse associazioni stanno lavorando ad un progetto per la costruzione della “Comunità del Parco”, attraverso una serie di azioni che vanno dalla rimappatura dei sentieri alla creazione di uno spazio virtuale interattivo finalizzato sia alle segnalazione degli abusi che alla promozione dell’area protetta e alle attività in essa svolte. È in corso una collaborazione tra Provincia e associazioni per la costruzione di un percorso comune per la rinascita del Parco.
																								In realtà il Parco dei Monti Livornesi può e deve costituire un investimento economico, sociale ed educativo per tutta la provincia e non solo. In estrema sintesi attraverso la valorizzazione del Parco si possono creare anche opportunità occupazionali, per esempio, nei settori del turismo e dell’educazione ambientale o dell’agricoltura biologica, anche attraverso la realizzazione di progetti comunitari e di azioni pilota, sperimentali e innovativi. Tutta questa attività dovrebbe integrarsi e andare a costituire una rete operativa (anche per la ricerca di fondi) con il sistema delle aree protette della Toscana. Inoltre, può essere l’occasione per un nuovo patto tra politica (intesa come Amministrazione) e cittadini (associazioni di volontariato) per la costruzione di progetti condivisi e la gestione del territorio.
																								Tuttavia, uno dei punti deboli del Parco e del suo sviluppo è l’assenza di una struttura che sia centro amministrativo, direzionale, divulgativo, educativo e di ricerca. In pratica manca il cuore e la mente per dare concretezza a un progetto che, altrimenti, è destinato a rimanere sulla carta. La cosa curiosa è che in realtà questa struttura esiste già ed è il Museo di Storia Naturale di Villa Henderson. Il museo provinciale ha la storia, i settori espositivi, i laboratori all’avanguardia, la biblioteca e tutte le caratteristiche per diventare il Centro Operativo del Parco. Se si aggiunge che la gran parte delle collezioni naturalistiche (botaniche, zoologiche, mineralogiche e paleontologiche), patrimonio importantissimo per tutta la collettività, provengono dai Monti Livornesi e che all’interno del Museo sono attive numerose associazioni di volontariato che svolgono un’importante azione divulgativa e sociale (alcune anche di ricerca) non si comprende perché quanto suggerito sopra non sia stato ancora stato fatto. È necessario fare progetti adeguati per accedere a finanziamenti comunitari cospicui (come alla fine degli anni ’90 e i primi anni del decennio passato), costruire le reti con altri parchi e musei per consentire una vera (e non sulla carta) collocazione a livello nazionale e internazionale, sia del parco che del Museo, non sono state valorizzate le risorse umane presenti. La politica non può occuparsi di Ambiente e Cultura solo a parole, vederla come un costo che grava sui bilanci degli Enti pubblici, ma deve assumersi, come in tutti gli altri settori, la responsabilità delle scelte, nel nome del bene comune. Le risorse economiche si possono trovare, iniziando già a lavorare sulla nuova programmazione comunitaria (2014 – 2020), anche per condividere e coinvolgere la Regione Toscana (settore politiche comunitarie, settore cultura e settore ambiente) in questo processo, allo scopo di avere maggior possibilità di finanziamento.