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                     Stando ai
        tre stemmi che adornano il collo della cisterna di castello, sia per la
        forma degli scudi, sia per le imprese che vi sono scolpite, si dovrebbe
        dedurre che la cisterna rimonta al 1300, se non prima. Lo stemma di
        mezzo con le sei rose, è quello del Comune di Rosignano; lo stemma di
        destra, col leone rampante, potrebbe rappresentare l' impresa della
        Mensa, arcivescovile pisana; lo stemma di sinistra, a scacchi smussati,
        e forse vaj, potrebbe essere della famiglia dell'Arcivescovo che,
        all'epoca della costruzione della cisterna, reggeva la diocesi pisana.
        In tal caso la cisterna sarebbe stata costruita dagli Arcivescovi pisani
        e dal Comune. Si nota che uno stemma col leone rampante è scolpito,
        nell'architrave di un camino in una stanza a terreno nel podere della
        Villana (in Via della Villana n.d.r), ed e probabile che quel podere
        fosse una volta di proprietà della Mensa arcivescovile pisana e la casa
        allora servisse da dimora di agenti della Mensa, o da villeggiatura di
        prelati pisani. Nel battistero di Pisa in un pilastro è scolpito lo
        stemma della Mensa appunto col leone rampante e con la scritta: «MCLIII
        - Mensa Aug.» Congetture ed induzioni sui due stemmi se ne potrebbero
        fare e se ne son fatte in quantità. Lo storico Repetti reputa che lo
        stemma, a scacchi o a vaj sia della famiglia Pitti (1400), ma questa
        famiglia fiorentina ha lo stemma a liste ondulate e non a scacchi, ne
        vaj. Altri hanno attribuito quello stemma a Ludovico il Bavaro che nel
        1327 era Signore di Pisa e quindi di Rosignano; ma gli scacchi della
        casa di Baviera sono a losanga. Circa al leone rampante dello stemma di
        sinistra, alcuni vogliono che sia della repubblica pisana, mentre è
        noto che Pisa aveva ed ha per impresa un'aquila, o la croce pomata, cioè
        con i bracci terminati a tre punte munite di palle. (Nencini 1925)
              
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