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          La messa a coltura di 
                  queste terre probabilmente ebbe inizio nell'Ottocento ed interessò il versante di Nibbiaia, 
                  ma la fase culminante di sviluppo agricolo si verificò nei primi decenni del 
                  Novecento come mostrano le carte catastali del 1939. Con 
                  l'abbandono delle aree collinari, iniziato negli anni '50-'60, molti di questi campi 
                  furono lasciati ed oggi la zona si presenta in gran parte 
                  rinaturalizzata. I suoli, un tempo coltivati con la massima 
                  cura dai nibbiaioli, che qui 
                  sfruttavano le piccole polle presenti un po' in tutta la zona, 
                  sono ora invasi dalla vegetazione spontanea; solo i terreni 
                  più vicini alle case forniscono ancora un prodotto agricolo 
                  genuino, molto apprezzato localmente. Ben poco si riesce a 
                  leggere delle coltivazioni originarie, i vecchi oliveti sono stati assorbiti dal 
                  ritorno della macchia mediterranea con la quale si confondono; 
                  rimangono alcuni vigneti e, qua e là, "alberi da cima", ovvero 
                  ceppaie di salici, piantate nei 
                  terreni più umidi per ottenere "cime" necessario 
                  alla legatura delle viti.  |