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      QUALCHE PASSO INDIETRO... 
      Verso la metà del
                  XVIII secolo anche la borgata rurale di Nibbiaia appariva
                  notevolmente cresciuta e la Misericordia ordinò che presso
                  l'oratorio del villaggio si stabilisse un cappellano che «nei
                  giorni festivi dica la santa messa nell'oratorio di Nibbiaia
                  ed assista spiritualmente quegli abitanti, acciò non
                  rimangano nell'ignoranza dei misteri per esser le case
                  distanti dalla chiesa parrocchiale di S. Stefano quasi tre
                  miglia, sì per la lunghezza del viaggio come ancora per le
                  strade disastrose, cattive et impraticabili massimamente
                  nell'inverno». Essendo questa la
                  condizione delle strade, spesso i contadini di Nibbiaia erano
                  costretti a seppellire i defunti nella macchia perché era
                  impossibile per loro trasportare le salme fino a Castelnuovo.
                  Su iniziativa di Giovanni Rovai, era stata costruita presso il nascente villaggio una cappellina detta di S. Maria al Monte Carmelo (o del Carmine)
                  che era patronato della famiglia autrice della sua
                  costruzione. La «priora
                  dell'edificio era Chiara Rovai, moglie di Giovanni la quale
                  faceva raccattare nella parrocchiale e spende l'elemosina
                  in suppellettili per detta chiesina senza parteciparne il
                  curato». In questo stesso
                  periodo, data l'impossibilità dei contadini di Nibbiaia di
                  recarsi a Castelnuovo per dare sepoltura ai propri defunti, la
                  cappellina di Nibbiaia fu dotata di una parziale cura delle
                  anime: l'arcivescovo, su richiesta della Misericordia, consentì
                  la costruzione di fosse per i defunti all'interno della
                  cappella. I documenti della Pia Casa che testimoniano i lavori
                  di costruzione non riportano la data, ma si può dedurre che
                  il periodo fosse quello delle allivellazioni leopoldine
                  (1784-85) poiché il fattore, spesso con tono spazientito
                  sottolineava che non spetterebbe a lui occuparsi di queste
                  questioni, ma al nuovo proprietario della fattoria che, con
                  tutti i poderi della Misericordia, era stata messa
                  all'incanto. In questo stesso registro è riportata anche la notizia che il Comune di
                  Rosignano, che dal 1776 comprendeva anche il popolo di
                  Castelnuovo e il villaggio di Nibbiaia, aveva deciso di
                  costruire una strada barrocciabile e calessabile che dal
                  Campaccio giungesse a Nibbiaia: i Governatori osservarono che
                  se questo fosse accaduto qualche anno prima la Misericordia
                  avrebbe risparmiato i soldi per la ristrutturazione della
                  cappellina e la costruzione del camposanto presso il villaggio
                  nibbiaiolo. 1883 - Viene 
                  costruita la canonica della chiesa di S.Giuseppe, sempre a 
                  cura della Pia Casa della Misericordia di Pisa. 
                          
                          (Da: "L'evoluzione socio-economica di un territorio rurale del contado 
      pisano: da Camaiano a Castelnuovo della Misericordia (secoli X-XIX ) " di 
      A. Potenti).  |