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		Adunanza 27 febbraio 1921 - I problemi della frazione 
		Il cons. Spinelli lamenta che la frazione di Gabbro sia stata sempre la 
		cenerentola, sia quando apparteneva al comune di Collesalvetti, sia 
		quando è passato a questo. Gabbro ha una sola strada, ma essa è nel 
		massimo disordine, c'è un muro diroccato da molti anni e che sempre va 
		rovinando maggiormente. E' provvista di acqua, ma ha le fonti a un 
		chilometro e mezzo dal paese e i lavatoi senza tetto. L'insegnamento 
		nelle scuole elementari, per i motivi a tutti noti, si può dire che non 
		esista, manca di illuminazione pubblica, di telegrafo e di telefono. 
		Il consigliere Spinelli crede poi necessario ampliare i confini della 
		frazione perché i coloni che risiedono accanto al caseggiato di gabbro 
		fanno parte della frazione di C. Nuovo con grave loro disagio, dovendosi 
		ad esso recarsi per lo stato civile, per le denunce agrarie e per tutte 
		le altre cose di competenze territoriali. 
		Il Presidente replica che per la viabilità e il tetto ai lavatoi potrà 
		farsi utili discussioni in sede di bilancio. Ha comunicato al 
		Provveditore agli Studi la condizione della scuola. L'impianto della 
		luce è iniziato, per la ricevitoria fono-telegrafica il Comune ha già 
		versato le £ 35.000 richieste dal Ministero. La delimitazione delle 
		frazioni spetta alla commissione del censimento e siccome esso avrà 
		luogo quest'anno, potrà al più presto essere studiata la questione posta 
		dal cons. Spinelli. 
		  
		
      
                                                                        
      
      Arriva l'illuminazione 
      elettrica 
      Nel 1926 il Comune rende operativo il contratto 
                con la Società Selt-Valdarno, stipulato in data 15 febbraio, per 
                dotare della pubblica illuminazione anche la frazione di Gabbro. 
      Fino a questo momento le strade del paese venivano 
                illuminate da lampioni azionati a gas di carburo che ogni sera 
                un addetto accendeva e al mattino spegneva servendosi di una 
                lunga scala. Nelle case la luce era prodotta dalle candele o 
                dall'acetilene, cioè gas di carburo o dal 
                lume a petrolio. Dal 1926 quindi, con gioia e soddisfazione di 
                tutti venne installata la luce elettrica nelle strade del paese 
                e nelle case, con la tensione di 160 volt. Fu portata anche la 
                forza motrice di cui si servirono gli artigiani e gli altri 
                lavoratori. Nel 1978 il voltaggio fu portato da 160 a 220 volt.
      Da "Il mio paese Gabbro" di 
      Jacopo Cadore Quochi 
      1979, scaricabile dal sito.  |