Gabbro ieri
 Gabbro, il paese della pietra verde
  Veduta aerea del paese del Gabbro, sviluppatosi nei secoli lungo le vie verso Livorno, Castelnuovo, la via Emilia a fondo valle, e lungo un itinerario collinare scomparso che andava a Pisa passando da Torricchi. L'area collinare sulla quale sorge il paese è costituita in gran parte dalla pietra verde dal nome:  
"Gabbro"
ed è una roccia eruttiva di colore verdastro, non molto compatta quindi non adatta alle costruzioni, ma più idonea come fondo stradale, ricca di magnesite. I gabbri
 così chiamati nel 1810 dal geologo Leopold Von Buch (lo studioso del periodo Jurassico), sono rocce pesanti, di colore scuro verde o grigio o nero, con struttura granulare a grana media o grossa. Le pietre verdi (rocce ofiolitiche), costituiscono le cime più alte dei rilievi (Monte Pelato, Poggio d'Arco, Monte Auto) che emergono dal paesaggio per la minore erodibilità. Utilizzate nell'antichità per edificare le fortezze d'altura di Monte Carvoli e Poggio alle Fate, hanno avuto il massimo impiego nella prima metà del secolo scorso quando sono stati sfruttati industrialmente i prodotti derivati dalla loro alterazione (talco, steatite e magnesite). La magnesite è un minerale assai usato per la produzione di materiali refrattari resistenti al calore, per la costruzione di forni di ogni tipo.

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