Gabbro ieri
              Barrocciaio (Arch. Biagini)

                     Le attività commerciali
Il commercio era alimentato dalla lavorazione di uva da tavola, che veniva venduta al mercato di Livorno e nei vari mercati nazionali ed esteri. L'uva a Livorno veniva portata con barrocci trainati da cavalli o ciuchi, che partivano dopo la mezzanotte per essere alle prime luci dell'alba al mercato. Ora, pochi quintali, affluiscono al mercato con autocarri. Anche una parte del vino prodotto veniva e viene tuttora esportato. A proposito del vino non si può fare a meno di ricordare quando, prima del 1930, i così detti « cestanti » coloro che trasportavano il vino in fiaschi o in damigiane col barroccio appositamente attrezzato e pieno di sonagli, una volta giunti all'inizio della via delle Capanne, chiedevano ai possessori di cavalli o di buoi, che il loro cavallo venisse
«trapelato» (aiutato), per superare le asperità della salita che portava in cima alla Malavolta. Le donne gabbrigiane, servendosi di barrocci per il trasportò, andavano in città a vendere polli, conigli, uova ecc., che nei giorni precedenti avevano comprato dai contadini e dai possidenti della zona. Oggi, i pochi rimasti a fare questo commercio, si servono di autocarri. Il latte veniva acquistato ogni mattina di buon'ora, da Dario Pesci e da Cesare Demi, nella zona di Gabbro e di Castelnuovo della Misericordia e trasportato poi col barroccio a Livorno. In paese il latte di mucca, di pecora, veniva distribuito a domicilio con appositi misurini, da venditori ambulanti  con un carretto e poi in bicicletta; il latte di capra era usato da alcuni possidenti di caprette che provvedevano da soli alla mungitura. Un certo Adone Rossi, fino al 1973, portava a Livorno, col barroccio, le fascine di legna per scaldare i forni, e nel pomeriggio, sonnecchiando, sul barroccio tornava a casa. Al Gabbro si svolge anche un'attività commerciale rilevante relativa alla produzione di miele, da parte dei due principali apicultori Licurgo Buselli e Enzo Filippi, nonché casearia dovuta alla presenza nella zona di numerose pecore. Il paese è ricco di negozi e per la evoluzione di questi dal 1916 al 1979 vedere «appendice» nel testo scaricabile. Alcuni gabbrigiani, dopo il 1945, aprirono negozi a Livorno; bar, trattorie ecc. tra cui quella rinomata, per alcune specialità culinarie "da Rosina" di Dario e Rosa Pesci & Figli. 
Da:"Il mio paese Gabbro" di Jacopo Cadore Quochi 1979, scaricabile dal sito 

Gabbro ieri