"sono uno di voi"

La visita del Papa costituisce per ogni città un fatto unico al punto di diventare, per tutta la popolazione, un « evento » imprevisto, denso, suscitatore...Definire la visita di Giovanni Paolo II del 19 marzo 1982 come visita a Livorno è improprio, anche se di uso corrente. La città sarà toccata solo in parte, a chiusura di una ricca giornata. Il cuore, il movente della visita è una fabbrica e un centro a 30 chilometri dal capoluogo: la Solvay e Rosignano. Se vogliamo abusare di modi di dire correnti, Rosignano Solvay è il centro dell'«incontro politico», il luogo del confronto «storico», mentre Piazza della Repubblica di Livorno è il luogo del lungo ed inenarrabile abbraccio con una folla straordinaria, il cuore passionale e religioso di quel memorabile giorno di San Giuseppe. Cosa ha pensato, cosa ha detto, come ha vissuto la gente questa venuta? Il breve intervallo intercorso tra l'annuncio e la visita è testimone di atteggiamenti diversi. È frequente cogliere dalla bocca del livornese giudizi su se stesso che lo collocano in atteggiamenti da «bastian contrario » e, all'occasionale frequentatore della città, questi sono motivo di malcelato stupore. E’ solo la facciata di un autentico popolo possibilista e, come spesso si ama definire, un po' anarchico. Queste pagine aiuteranno attraverso le voci dei lavoratori, dei dirigenti sindacali, dei pubblici amministratori, del Vescovo, della stampa e dei bambini (che qui chiamiamo sempre «bimbi») ad intendere le attese. Sono pagine di un certo interesse e, indubbiamente, importanti, anche perché il Papa le ha lette prima di venire qui e ne ha tenuto conto. Il dialogo con la popolazione livornese è iniziato con chiarezza già prima che l'elicottero lo deponesse nel campo sportivo di Rosignano Solvay.                                                           Vincenzo Savio 

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