Cheti Gino. Dal militare, alla guerra, alla prigionia

Un cavaliere di nome e di fatto.  Si è svolta in Comune una cerimonia cui ha partecipato il sindaco A. Nenci, inerente l’assegnazione delle onorificenze all’ordine al merito della Repubblica italiana a mio padre Cheti Gino. Mi fa piacere che, a seguito di una mia missiva indirizzata al Presidente della Repubblica in cui raccontavo le traversie di mio padre durante la II Guerra Mondiale, le istituzioni abbiano deciso di conferirgli l’onorificenza di cavaliere della Repubblica.  Mio padre, spesso mi ha parlato di quei lunghi anni, conservando una lucidità nel raccontare di quegli episodi legata ai momenti dove, in nome dell’amore per la famiglia, in nome di un sentimento che potesse costruire un paese migliore, ha resistito alle angherie, alla crudezza ed all’assoluto non senso della maggior parte di quei giorni passati in guerra prima ed in prigionia poi, in un campo di concentramento in Germania. Nei suoi racconti di quel difficilissimo periodo che mi hanno accompagnato da quando ero piccolo, ha sempre scorto ed evidenziato il lato migliore di quegli anni passati nel campo di concentramento e, credo di aver compreso che mio padre è riuscito proprio in quel frangente, in mezzo alla cattiveria ed all’odio, a costruirsi delle “isole felici”, a testimonianza, così mi ha sempre detto, «che i valori della solidarietà e dell’amicizia possono vincere anche le situazioni più brutte». Perciò, nell’occasione di questa cerimonia, mio padre ha voluto fare dono al sindaco di Rosignano M.mo, di alcune sue pagine, un breve e semplice scritto dove ricorda con serena lucidità quel periodo, pagine che qui mettiamo volentieri a disposizione del concittadini.
Gino Cheti classe 1920 è deceduto nell'ottobre 2013 a 93 anni. 
Roberto Cheti figlio di Gino.                           
 

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