Celebrazione di "Frate Francesco" nelle sculture e disegni di Rolando Filidei

Filidei è nella sua scultura come un padre è nel figlio, pur differenziandosene profondamente. Basta ascoltarlo per capirlo. Mettersi in ascolto, cioè, di fronte alle sue opere come deve essersi messo lui, ingenuamente, di fronte al legno, all'argilla, alla pietra, prima che fossero sue creature. Allora la gioia di Francesco, i lamenti di Jacopone, i madrigali antichi, lo spirito dei sonetti e i silenzi misteriosi dell'uomo si fanno vivi. I silenzi soprattutto, fatti di riposo, di estasi, di agonia, di morte, di incrollabile speranza.
Un linguaggio duro quello di Filidei, essenziale. Un dire gestuale molto vicino al romanico con modulazioni gotiche, circa l'ansia di Verità e di Bellezza che dentro ci perseguita: circa il bisogno di Dio.

Filidei è un uomo «antico», sincero, buono di animo e di cuore, che sa essere diplomatico ed esplodere fino a divenire puntiglioso; che non ammette compromessi con la propria coscienza.

 

Pagina precedente