1956 -
La pineta di Marradi -
Lettera aperta al sig. Sindaco
Bisogna che Lei signor Sindaco ne convenga con me.
L'Amministrazione Comunale da Lei presieduta, in
concerto con l'Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo,
almeno fino ad oggi ha sempre messo il suo massimo
impegno per togliere alla nostra pineta, quel suo
carattere di maestà e solennità per il quale il Cantore
di Castiglioncello, il Marradi l'ha resa con i suoi
versi immortale. Il suo Viale è oggi ridotto ad una
pista di autoveicoli, reso pericoloso per quanti
passeggiano, maleodorante per i gas di combustione. La
fiera di agosto di cui l'Amministrazione si picca
volendo mantenere inamovibile la data, nonostante il
parere contrario della popolazione è in aperto contrasto
con la lotta contro i rumori e il dispregio per le
caratteristiche del luogo creato dai nostri padri per la
quiete e la tranquillità del corpo e dello spirito. Mi
perdoni la disgressione torno subito sull'argomento.
Dopo una lunghissima attesa finalmente il viale della
pineta ha avuto un suo quarto d'illuminazione... e di
disillusione della popolazione che ha visto la "Montagna
partorire un topolino". Non solo a me, ma anche a molti
altri sembra che per ispirarsi all'estetica di una
illuminazione in pineta non ci si dovesse basare su
quella del lungomare della Solvay o di Caletta, ma che
bastasse avere presente la definizione che lo stesso
Marradi da: ...la gran selva dei pini il grande viale
- che sull'estatica anima pacata - si inarca austero
come la navata - d'una selvaggia immensa cattedrale.
Chi è compreso della grandiosità: della navata
altissima romita - piena del sacro cantico del mare...
non può non trovare che sono meschini quegli 8-9
lampioncini (anche se dovranno aumentare di numero) che
giocano a nascondino fra secolari pini del Viale. Manca
ogni concetto di grandezza e la stessa loro foggia
modernizzante è in contrasto con "...la gran selva
centenne". Che ne pensa Lei signor Sindaco? Non
ritiene forse che un'illuminazione centrale del Viale,
mentre tutto il resto della pineta avrebbe dovuto
rimanere all'oscuro o essere leggermente illuminato da
luci colorate, usufruendo dei riflettori di proprietà
della Azienda Autonoma, non avrebbe reso un contrasto
molto di suggestivo? E ora cosa fare? Purtroppo cosa
fatta capo ha! Questo però dovrebbe persuadere Lei
signor Sindaco, nell'ipotesi favorevole che Lei continui
ad amministrare il nostro comune, che non si può più
usare lo stesso metro per Castiglioncello come per
le altre frazioni. Castiglioncello come stazione
turistica richiede, da chi è proposto ad amministrarla
tutta una passione speciale, un senso estetico,
un'intuizione e una sensibilità più che data dallo
studio, innata in chi veramente sente il turismo. Nella
certezza che Lei signor Sindaco condivida pienamente il
mio modo di vedere e di pensare (sull'argomento
turistico, si intende), La saluto. Luigi Pancaldi
(Lettera a Il Tirreno
4/1/1956) |