Sono ufficialmente iniziate le procedure relative allo studio
che permetterà ai tecnici del dipartimento di scienze
agrarie dell’Università di Pisa di valutare lo stato
di
salute degli alberi all’interno della pineta Marradi e dei pini
che si trovano lungo alcune strade del territorio comunale. In
questi giorni, attraverso apposita strumentazione, i tecnici
stanno valutando l’età e lo stato di salute dei pini che
compongono la pineta di Castiglioncello. Ogni albero viene
misurato, analizzato e quindi numerato e catalogato. Una volta
terminata la mappatura e la georeferenziazione delle piante, lo
studio verrà presentato all’amministrazione comunale di
Rosignano. «Ma non solo – dice l’assessore alla qualità urbana
Piero Nocchi – tutti i risultati saranno pubblicati sul sito
Internet del Comune cosicché i cittadini possano prenderne
visione». L’analisi di salute permetterà anche di valutare se vi
siano zone dove gli alberi possono creare eventuali problemi di
sicurezza per le persone che abitualmente frequentano il polmone
verde di Castiglioncello. L’obiettivo è quello di mantenere il
“sistema pineta” negli anni a venire. Lo studio commissionato
all’Ateneo pisano costa all’amministrazione comunale rosignanese
40.260 euro anche se il finanziamento è di 60 mila perché una
parte andrà all’agronomo Jacopo de Santis di Castiglioncello che
ha il compito di presentare, dopo l’esito degli accertamenti
effettuati dai tecnici, un piano di riqualificazione del verde
dell’intera pineta Marradi.
(Il Tirreno febbraio 2015)
Pineta Marradi da risanare via al taglio degli
alberi
Inizierà nel mese di ottobre 2016, con
l'abbattimento di almeno 31 pini, il piano di
risanamento della pineta Marradi. Piano che riguarda
un totale di 328 piante (considerate malate o troppo
vecchie e quindi pericolanti). Una pineta che è il
simbolo di Castiglioncello perché profondamente
radicata nella sua storia. Fu infatti Diego
Martelli, il mecenate dei pittori macchiaioli, che
nei primi del '900 piantò i primi pini su quella
spianata che termina con un salto sul mare. Un
progetto che portò a compimento il barone Lazzaro
Patrone che fece costruire anche il castello
Pasquini. Una pineta che oggi, secondo quanto
dichiarato dal professor Damiano Remorini
dell'Università di Pisa durante un'assemblea
pubblica che si è tenuta nel maggio scorso, ha
bisogno di interventi di risanamento. Tagli,
potature e cure, che non possono più essere
rimandati. Secondo quanto riportato dallo studio dei
tecnici dell'Università di Pisa dipartimento di
Scienze agrarie, sarebbero 328 le piante, tra pini,
lecci ed altre specie, che dovrebbero essere
abbattute all'interno dei sei ettari e mezzo che
compongono la pineta. «Al momento - assicura
l'assessore alla qualità urbana Pero Nocchi che da
oltre un anno segue il progetto - saranno abbatti 31
pini. Una decisione presa assieme ai tecnici
dell'Università dopo aver valutato lo stato di
salute delle piante nonché il loro grado di
staticità». Insomma si tratta di pini ammalati da
tempo che potrebbero creare problemi di sicurezza
soprattutto in determinate condizioni meterologiche.
I 31 alberi da abbattere si trovano in parte della
zona di pineta dietro al Tennis Club, locale
riaperto alcuni mesi fa e che sarà oggetto anch'esso
di lavori di restyling, in parte sparsi all'interno
della stessa pineta. «Agli abbattimenti - spiega
ancora Nocchi - seguiranno le potature.
Parallelamente, laddove sarà possibile intervenire
sin da subito, prenderà anche il via il progetto di
riqualificazione idraulica e di sistemazione di
muretti, vialini e sedute». Un piano complessivo,
come più volte hanno spiegato gli amministratori,
che avrà lunghi tempi di realizzazione. Proprio per
il valore paesaggistico, ambientale nonché simbolico
della pineta Marradi, sono molti i cittadini che
seguono il progetto sin dal suo inizio. Un progetto
di cui si parla da anni e che ha avuto il via con
una analisi effettuata, pianta per pianta, dai
professori universitari incaricati dal Comune. Lo
studio ha rivelato che la pineta è composta da 1589
alberi. Di questi il 78% sono pini mentre il 13%
sono lecci. A questo numero si vanno ad aggiungere
altre specie come, ad esempio, una ventina di cedri.
Ogni albero è stato classificato e, di ogni albero,
è stato valutato lo stato di salute. Da qui una
classificazione: dei 1213 pini presenti solo 486
godono di buona salute, 395 hanno problemi che si
possono risolvere con interventi agronomici, 256
sarebbero da abbattere mentre 76 avrebbero bisogno
di cure urgenti. Anche i lecci non stanno meglio.
Dei circa 300 presenti, 61 sarebbero da abbattere
mentre altri avrebbero bisogno di cure per non fare
la stessa fine. In particolare l'area che presenta
la necessità di maggiori interventi è quella tra il
viale principale della pineta e villa Celestina. Un
piano dunque ad ampio respiro, che non potrà
concludersi in pochi mesi visto che all'interno
della pineta si trovano altre strutture, come il
campo di calcio, il minigolf, il cinema all'aperto
solo recentemente passate dal Demanio al Comune e
per le quali sono previsti progetti di
riqualificazione o riutilizzazione. Per non parlare
poi di Villa Celestina.
(A.Bernardeschi
Il Tirreno 14 settembre 2016) |