La pineta è nata
con Diego Martelli
a fine '800...
Il viaggiatore di un secolo fa, lasciata la
piazza per andare verso Sud, superata la breve discesa, si trovava,
con i bastioni del castello sulla sinistra, su una strada polverosa
che procedeva, con larga ansa, verso Portovecchio. Sulla destra un
largo pianoro ospitava campi bruciati dai venti di mare e un viale
di pini ben allineati in doppio filare. Anni prima Diego Martelli,
nella spianata davanti alla sua casa che terminava andandosi a
buttare con un salto nel mare, aveva pensato di costruire un parco e
aveva ideato un lungo viale, congiungente i golfi di Portovecchio e
dell'Ausonia, da cui, perpendicolarmente, se ne svolgevano altri più
brevi. E' a quel tempo che i primi pini trovano asilo sulla spianata
dove si raccoglieva fieno o grano. E' a quel tempo che un viale di
pini si parte dalla via del Littorale per salire verso le Spianate
per la strada che collegava Castiglioncello a Castelnuovo. Sarà, in
seguito, il barone Patrone a sviluppare l'idea e ad incrementare il
numero di pini. All'ombra di essi si riuniranno, per molti anni, i
militari regi per i campi estivi, i rari villeggianti con paglietta
od ombrellino e i primi calciatori del paese prenderanno a calci un
pallone ai bordi del mare prima che un vero campo sportivo trovasse
sistemazione dove ancor oggi si trova. Fino agli anni trenta ci
saranno ancora campi ed orti, ma ci sarà anche il circolo del
tennis, il Kursaal e la Casa del Fascio con la sua arena
semicircolare. Proprio durante gli anni trenta la pineta rifulgerà
del suo massimo splendore con la costruzione dei giardini e della
fontana semplicemente chiamata "vasca". Eleganti signore,
impettiti signori e comprese bambinaie sfileranno nei viali alberati
ognuno a mostrare il meglio di sé. Alla fine dell'ultima guerra
anche l'ultimo lembo di terra, quel quadrato tra il tennis, l'Aurelia
e l'Arena sarà riempito di pini ben allineati.
(Da "Castiglioncello un secolo
di immagini" di Claudio
Castaldi e Giorgio Marianelli scaricabile dal sito)
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