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                      Fausto Patrone, diverrà ben presto 
              protagonista delle notevoli scoperte archeologiche che Luigi 
              Adriano Milani realizza a partire dal 1903 nel parco del castello 
              e nelle aree adiacenti e sarà figura decisiva nella vicenda del 
              Museo Archeologico di Castiglioncello. In un rapporto al Ministro 
              della Pubblica Istruzione Fiorilli, datato 29 luglio 1903, il 
              Milani così scrive: "Da qualche tempo era stata richiamata la 
              mia attenzione sui travamenti di oggetti antichi che si erano 
              fatti con frequenza nei lavori edilizi del Barone Fausto Patrone a 
              Castiglioncello. Recatemi sul luogo nel maggio decorso ho veduto 
              che gli oggetti usciti da quegli sterri corrispondono a quelli che 
              abbiamo nel museo dell'eredità Martelli e spettano ad un ampio ed 
              importante sepolcreto dell'età etrusco-romana e romana, il quale 
              da quello che mi è dato finora di giudicare, a partire dal 
              castello Patrone, edificato pochi anni orsono a mezza costa del 
              Poggio di Castiglioncello, sul sito ove era l'antica Villa 
              Martelli, si estenderebbe fino alla sottostante strada provinciale 
              (antica via Emilia)". Ottenuta 
              l'autorizzazione ministeriale, nell'agosto del 1903 il Milani da 
              inizio alle indagini di scavo, che si protrarranno fino alla metà 
              di settembre. Le prime tombe affiorano in prossimità del muro 
              ovest del parco del castello e per circa un mese i lavori 
              proseguono ininterrotti portando in luce prevalentemente tombe a 
              pozzetto di incinerati poste a poca profondità dal piano di 
              campagna. Sul finire dei lavori di scavo l'indagine si sposta 
              sull' "Arce del Poggetto" (ove poi sorgerà l'edificio del piccolo 
              Museo Archeologico), in seguito ad alcune segnalazioni di 
              strutture: vi si rinvengono frammenti di vasi a vernice nera, pesi 
              in piombo, pesi fittili in forma di piramidette e ciambelle, 
              definite "ex-voto", alcune monete di età repubblicana; emergono 
              poi strutture a secco poggiate sulla panchina naturale, nelle 
              quali il Milani identifica le fondamenta di un edificio 
              ellenistico-romano. Il 12 settembre la campagna di scavi viene 
              ufficialmente interrotta. 
              (Sintesi da: "La necropoli 
              ritrovata" di Gambogi-Palladino scaricabile dal sito)  |