Gli ospiti di Castiglioncello  Cronache


Da "Il Tirreno" del 23-07-2008 di  Dino Dini

Demiro Marchi,  Romolo Monti e quella grossa occasione persa

  Può darsi che lo spirito longilineo ed elegante di Demiro Marchi, il sindaco della ricostruzione, si aggiri assai amareggiato nelle sale del castello Pasquini durante le caldi notti di questa estate e anche fino al 2 novembre, quando chiuderà la mostra “da Fattori a Corcos a Ghiglia”, come ogni anno curata dall’assessorato alla cultura del comune di Rosignano. Di questa bella mostra fa parte la ricca raccolta di opere di proprietà della famiglia Monti, che comprende dipinti di Mario Puccini, Oscar Ghiglia e una scultura in bronzo di Medardo Rosso che gli eredi hanno gentilmente messo a disposizione. Perché parlo di spirito amareggiato di Marchi? Perchè egli fra la fine degli anni ’50 e gli inizi degli anni ’60 ebbe la irripetibile opportunità di acquistare l’intera collezione di Romolo Monti, padrone dell’Hotel Miramare di Castiglioncello. L’amministrazione comunale potrebbe oggi vantare una grande ricchezza non solo sul piano economico, ma anche e sopratutto su quello puramente culturale. Sono pochissimi a conoscere i particolari di questo ormai lontano episodio della vita cittadina e credo che valga la pena ricordarlo proprio perché per molti sarà forse una vera e propria rivelazione. Le cose andarono in questo modo. Romolo Monti, personaggio di eccezionale spessore per lo sviluppo della vocazione turistica di Castiglioncello, come è noto aveva raccolto nel tempo una notevole quantità di opere d’arte.
 Poiché aveva bisogno di fondi per alcuni grossi lavori di cui l’albergo necessitava, propose al sindaco Marchi l’acquisto in blocco di tutta la collezione da parte dell’amministrazione comunale. Il prezzo richiesto per la transazione era più che equo. La sua offerta era si determinata da una necessità economica, ma anche dalla certezza che l’acquisto da parte di una pubblica istruzione, avrebbe garantito l’integrità della raccolta senza la dispersione delle opere. Demiro Marchi, un primo cittadino senza dubbio assai lungimirante in molti settori della vita pubblica, comprese subito che quella sarebbe stata una grossa occasione per arricchire il patrimonio non solo materiale ma sopratutto culturale del comune. Forse i componenti della giunta di allora non si convinsero della bontà dell’operazione o forse altre motivazioni ostacolarono la transazione, fatto sta che tutto finì in un niente di fatto. Nel luglio del 1962 Romolo Monti concluse il suo cammino di vita e della vendita non si parlò più.
 In varie occasioni ho sentito Marchi dispiacersi di non essere riuscito a portare a termine l’acquisto.
 La mostra è stata inaugurata sabato scorso e fra i tavoli della “Limonaia” non c’era solo lo spirito di Marchi che si amareggiava. Anch’io ero in un certo modo afflitto da un piccolo dispiacere. Oggi quella raccolta di grandi opere avrebbe potuto essere patrimonio di tutta la cittadinanza se a quel tempo si fosse capita l’importanza di quella offerta.

Torna all'indice cronache

Torna alla biografia di Romolo Monti