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La Buca dei Corvi vista dal mare A destra il camminamento di accesso al mare ricavato direttamente nella roccia La Buca dei Corvi vista dal mare
La Buca dei Corvi vista dal mare Caratteristiche della roccia detta 'panchina'

La Buca dei Corvi vista dal mare. Nella foto piccola a destra di foto 2, il camminamento di accesso al mare ricavato direttamente nella roccia sotto la collina del Sorriso.

                            L'opinione del geologo
La pietra detta “panchina” (il nome deriva dall'uso per la costruzione di sedute) della Buca dei Corvi di Castiglioncello si presenta in maniera indubbiamente spettacolare ed ha caratteristiche assai simili a quella di tutta l’area costiera del Comune di Rosignano. Si tratta di una calcarenite sabbiosa più o meno cementata a seconda delle località con abbondanza di granuli di provenienza organica (frammenti spesso millimetrici di Alghe calcaree, di Foraminiferi ecc.). Forma un ammasso che da massiccio alla base, assume verso l’alto una stratificazione in genere sottile (fino a centimetrica), pianoparallela o incrociata; il suo spessore di circa 10 m alla Buca dei Corvi e di 10-15 m. a Castiglioncello, si riduce progressivamente verso la parte interna della piana di Rosignano Solvay - Vada. Immersi nella parte basale di questo sedimento possono trovarsi dei fossili marini specialmente Lamellibranchi e Gasteropodi in genere però scarsi o sporadici. Faune abbondanti sono presenti alla base della “Panchina” alla Buca dei Corvi e nelle vicinanze, da sole o miste a un conglomerato trasgressivo. La parte inferiore della "panchina" è ascrivibile al Tirreniano, mentre salendo anche di soli 50 cm. assume caratteristiche laminazioni incrociate e non presenta più fossili marini, assumendo aspetto da spiaggia emersa e di duna dell'inizio dell'ultima glaciazione. Questo episodio continentale a cui è legata gran parte della “panchina” è anche documentato dal frammento di difesa elefantina e dal notevole numero di impronte di capridi e bovidi rinvenuti in questa roccia lungo il litorale fra la Baia Crepatura e i Monti alla Rena (oggi porto) e conservati al Museo Civico di Storia Naturale di Rosignano Solvay (vedi museo). Il passaggio fra l’intervallo marino e quello continentale è assai sfumato e spesso di problematica precisazione. Talora intercalati alla massa della “Panchina” si trovano livelli lenticolari più o meno ampi di brecce odi sabbie argillose rosso-arancio, in genere di origine colluviale. Essi sono stati messi in relazione a variazioni climatiche, come nella tipica successione stratigrafica della Buca dei Corvi.
(Da: "La scienza della terra nuovo strumento per lettura e pianificazione del territorio di Rosignano Marittimo" di Renzo Mazzanti 1986)

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