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Crepatura. Le due baie gemelle. A sx la Baia dei Medici, al centro il Setto divisorio, a dx la Baia di Crepatura. Fianco nord Baia di Crepatura. Il solco di battente a pelo d'acqua, tagliato da una fessura verticale. Fianco Sud Baia Crepatura. Il solco di battente è qui molto profondo (freccia). Fianco Nord Baia Crepatura. Il grande blocco franato per 'mancato sostegno (frecce)'.  Lo Scoglietto al centro delle due piccole baie a Nord e Sud. Lo Scoglietto. La fessura che attraversa tutta la superficie, finchè si slarga dividendosi in due fianchi.    Lo Scoglietto. I due fianchi scavati dai solchi di battente con i residui di copertura che accennano ad una precedente di unione. Lo Scoglietto. La bocca della struttura verso il mare aperto. L'area di costa interessata.

L'apertura (crepa) che da il nome "Crepatura" alla baia e la singolare similitudine con quella più piccola presente più a sud, allo Scoglietto.

                                   La Baia di Crepatura
Le carte topografiche I.G.M. indicano col toponimo specifico di Baia della Crepatura la maggiore delle due appaiate che si aprono, lungo la costa, circa 100 m a Sud della Caletta. Attualmente il lato meridionale della maggiore di queste due baie è ricoperto dai massi che delimitano il fianco settentrionale del porto turistico Cala dei Medici. In origine questa baia, si allargava per circa 75 m e di circa altrettanti si allungava verso l'interno, che presentava, come tutt'ora, una spiaggia di fondo in prevalenza ghiaiosa. Questa adesso si estende  anche al fondo dell'altra baia, molto più stretta, ma di identica lunghezza, che si affianca a Nord del lato settentrionale della prima e che quindi serve da stretto divisorio delle due (figura 1). Quanto sopra per chiarire che la toponomastica I.G.M. ha impiegato coerentemente il vocabolo
«crepatura» per un borro, inizialmente senza nome, che effettivamente scorre per un lungo tratto di circa 500 m. in una profonda e stretta incisione, ma al contrario non è stata altrettanto felice nel chiamare nello stesso modo la maggiore delle baie appaiate di cui sopra. Tanto più che è la più piccola di queste che effettivamente sembra una «crepatura», avendo una larghezza che non raggiunge 20 m con la stessa lunghezza dell'altra di circa 75 m, ma che era larga 75 m prima della costruzione del Cala dei Medici. Per uscire da questo garbuglio toponomastico, indicheremo la piccola e stretta col nome di Crepatura che le compete, mentre chiameremo la grande "Baia dei Medici", visto che ormai il suo fianco meridionale è entrato a far parte del porto turistico dal nome altisonante quanto storicamente fasullo. 
Dati nomi diversi alle due baie, potremo distinguerle più agevolmente. Bisogna infatti precisare che, pur avendo al loro retro un'unica spiaggia, è nella Baia dei Medici che attualmente sfocia il Borro Iurco e non nella Baia di Crepatura. Questa situazione crea dei problemi interpretativi per capire in quale delle due baie effettivamente sia sfociato il borro in passato e per quali cause si siano formate due baie strettamente appaiate nelle stesse rocce, in identiche condizioni meteomarine e con alle spalle un unico botro. Per rispondere al primo di questi interrogativi va anche precisato che l'autore, Renzo Mazzanti, abita dal 1943 vicino a queste due baie e ha sempre visto il botro in questione sfociare nella Baia dei Medici, anche durante piene eccezionali ed in anni (appunto i '40 e i '50) nei quali la spiaggia fu lasciata a se stessa, senza rimpinguamenti e ridimensionamenti come attualmente. Esistono alcune difficoltà nel considerarne per la Baia di Crepatura un'origine identica a quella della maggioranza delle altre e, in particolare, della sua gemella contigua a sud che abbiamo chiamato Baia dei Medici. La struttura apre nuove interessanti possibilità d'interpretazione genetica tanto più che verrebbe superata la necessità di un iniziale sviluppo da una fase paleofluviale, che resterebbe tuttavia sempre valida per la maggiore, ma più profonda Baia dei Medici. L'azione erosiva del mare si dimostra particolarmente efficace entro i livelli dell'alta e della bassa marea che, nel litorale in esame, è di 30 cm. Evidentemente l'azione più intensa è esercitata dall'onda che batte in corrispondenza della riva ed il variare di livello del mare distribuisce appunto questa azione su tutto lo spessore intertidale. Sopra una costa rocciosa molto ripida, verticale o anche strapiombante, l'azione delle onde produce un solco che si sviluppa generalmente al livello di bassa marea. Su di una costa rocciosa in dolce pendio, come è appunto buona parte della costa a Calcareniti di Castiglioncello presa in esame, lo spostamento in senso verticale della linea lungo la quale si esercita l'erosione più intensa produce una notevole migrazione verso mare e verso terra in detta linea. In questo modo l'azione erosiva si esercita su di una fascia, di larghezza varia in relazione all'inclinazione locale della costa, in corrispondenza della quale si verrà a formare la spianata intertidale. Elenchiamo dunque quali sono le possibili analogie della Baia Crepatura con quelle della fessura ampliata sul fondo a solchi di battente dello Scoglietto:
- forma stretta e lunga che si allarga appena verso il fondo;
- presenza sui fianchi settentrionale e meridionale di solchi di battente continui che si laminano verso il fondo, tanto che hanno provocato frane di distacco sul fianco settentrionale e adesso è minacciato anche quello meridionale (figura 4);
- presenza al fondo di un affioramento di Calcareniti di Castiglioncello allo stesso livello del mare attuale con solchi perpendicolari alla riva;
- evidente fessurazione della massa di Calcareniti di Castiglioncello ben visibili sui due fianchi della baia e sulle superfici dei dintorni.    
Esistono comunque difficoltà per la nuova interpretazione:     
- impossibilità  di rintracciare l'eventuale fessura iniziale, visto che ormai almeno il fondale di metà della Baia Caletta è sempre ricoperto di sedimenti attuali.                                
- Vantaggi teorici rispetto all'altra ipotesi di origine:
- differenziazione dell'origine delle due baie, troppo vicine e, in definitiva, diverse per risalire alle stesse cause;
– riconoscimento di una più importante influenza dell'attività marina nel modellamento costiero.   

                            La struttura allo Scoglietto

La particolare morfologia definita come
«fessura ampliata sul fondo a solchi di battente» presente sullo Scoglietto, potrebbe definirsi una struttura in fieri per diventare in un lontano futuro, un'altra Baia tipo Crepatura. Lo Scoglietto è completamente costituito da Calcareniti di Castiglioncello, ha una forma a losanga subcircolare di circa 30 per 20 m e un'altezza di poco più di 1 m. Il bordo di levante è raggiunto per una decina di metri dalla spiaggia, che sta al fondo di due piccole baie delle quali lo Scoglietto corrisponde al setto divisorio, anche se durante le mareggiate rimane completamente isolato. Una spianata intertidale a marmitte slabbrate larga circa un paio di metri circonda tutto lo Scoglietto ad eccezione:
- del piccolo tratto di levante in contatto con la spiaggia, nelle vicinanze ai due lati della quale alla spianata intertidale si sostituisce un abbozzo di solco di battente;
- in corrispondenza di un piccolo tratto, di circa 2 m, che corrisponde alla intersezione sulla linea di riva con una lunga fessura a direzione NE-SO che traversa tutto il corpo SE dello Scoglietto. In corrispondenza di questa fessura, che indichiamo come "ampliata sul fondo a  solchi di battente", il fondale marino non presenta la solita struttura a spianata intertidale bensì è maggiore di quel poco che basta per essere stata abrasa ogni struttura di tipo intertidale e, ovviamente, supratidale.  
Questa "fessura ampliata sul fondo a solchi di battente" è una struttura, per quanto noto, conosciuta solo allo Scoglietto e finora rimasta inedita. Iniziando da terra, cioè subito dopo la spiaggia, corrisponde alla lunga fessura (figura 6) che si vede tagliare a direzione NE-SO, con leggeri ondeggiamenti, gran parte dello Scoglietto e che è interessata da un riempimento verosimilmente di calcite raggiungente lo spessore di circa 1 cm e rientrante in una rete di fessure analoghe, anch'esse talora parzialmente rivestite di calcite. La particolarità di questa struttura consiste nel suo modo di giungere al mare. Infatti, ad iniziare da circa 10 m dal mare, si slarga ampiamente fino a circa 3 m pur mantenendo la stessa direzione (figura 7) mentre in ognuno dei suoi due lati inizia a definirsi un solco di battente; questo, ancora più verso il mare, accenna a riunirsi a quello dell'altro lato in quanto la cavità si restringe finché si forma una specie di galleria a cielo aperto (figura 7), mentre la base di questa fessura ampliata sul fondo rimane nell'ambito della massa delle Calcareniti di Castiglioncello all'altezza della fascia intertidale, ma con una evidente struttura a solchi perpendicolari alla costa, dovuti certamente a una violenta risacca delle onde invadenti la struttura durante le tempeste o la stessa calma ingressione marina durante le alte maree. Non ci sono dubbi che questa struttura è dovuta solo all'attività del mare sia pure in una zona della costa particolarmente adatta in quanto la fessura, che verosimilmente ha indebolito la resistenza ai marosi, ha la stessa direzione verso SO che è quella di provenienza delle mareggiate predominanti. 
(Sintesi da "Codice Armonico 2012" a cura di Renzo Mazzanti e Roberto Branchetti)

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