Castiglioncello oggi

Ex Villa Menicanti (Campolecciano) oggi condominio.

L'edificio nacque come fattoria, dotata di casa per il fattore, poderi e di un mulino da grano sul Botro Fortulla, e fu costruita intorno alla metà dell’Ottocento dall’avvocato Gaetano Lami. Dopo alcuni passaggi di proprietà (Tommaso Lloyd: 1874, Sidney Sonnino: 1884), fu acquistata da Menicanti Adolfo (1898), che nei primi anni del Novecento vi costruì una villa padronale e, poco distante da questa, una chiesetta oggi abbandonata. Adolfo Menicanti sposò Bisà una delle due figlie del pittore Corcos, con villa sul promontorio in via Monti (Vedi).
                  Case padronali e ville
Fra i primi e più intraprendenti possidenti del Comune, ricordiamo il Conte Francesco Mastiani, che nel 1827 avviò imponenti miglioramenti agrari nelle sue proprietà. Le innovazioni introdotte dal Mastiani, in termini di nuovi macchinari e rotazioni colturali aggiornate, fecero da stimolo allo sviluppo dell'agricoltura in buona parte del territorio comunale e, successivamente, anche nel piano di Vada, dove un suo erede: il Cav. Teodoro Tausch Mastiani Brunacci con fattoria a Rosignano, ebbe a livello 106,5 ettari a Sud del "Rio di Ricavo" dell'ex-Tenuta Arcivescovile. Un altro grande allivellatario della tenuta, il commerciante Gaetano Fabbri, in quegli anni (1843) costruiva una villa oggi conosciuta come "Villa Graziani"; altrettanto faceva il mercante livornese Raffaello Caputi, edificando una casa padronale al Cason Nuovo. Nel 1874, Giacomo Barabino da Sestri Ponente, "…fattivo propugnatore della rigenerazione delle bonifiche Vadesi…", acquistava i beni di un altro ex-livellario, Luigi Beder Lunger, e vi costruiva una "casa per fattoria" lungo il viale della Torre, destinata a divenire la villa che oggi porta il suo nome . Nel 1861, Diego Martelli ereditava la tenuta di Castiglioncello (835 ettari di terreno che si estendevano fino alle colline di Castelnuovo), e vi ospitava un gruppo di pittori denominati i "macchiaoli", che avrebbero immortalato, nelle loro opere, spaccati della campagna locale, rendendola famosa nel mondo. La casa di fattoria si trovava dove oggi è posto il Castello Pasquini. In quegli anni, sempre nell'area di Castiglioncello, preludio all'architettura Liberty che tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento avrebbe interessato  quel tratto di costa, alcune case coloniche venivano trasformate in ville: era il caso dell'odierna Villa Magrini e  di Villa  Millo, presso le Case Nuove. Intanto, al Gabbro, il marchese Vittorio De Ghantuz Cubbe acquistava (1886) una vasta proprietà fondiaria comprendente: Villa Mirabella, la relativa la fattoria - con locali per lo stoccaggio e la lavorazione dei prodotti agricoli (frantoio) - e diciotto poderi. All'impianto del Nuovo Catasto Terreni (1939), fra le più importanti fattorie del Comune avevamo quella degli Zolli al Ricavo (490 ettari); la fattoria Magherini - Graziani (ex-Fabbri), a Vada (258 ettari); la fattoria Grandi (già dei Salvetti) a Rosignano (397 ettari); quella dei Vestrini (ex-Mastiani), sempre a Rosignano (543 ettari). Nelle colline di Castelnuovo primeggiava, con oltre 40 poderi, la Fattoria della Madonnina dei Sampaolesi, già di proprietà Forti (925 ettari). Un caso particolare era poi quello della Soc. Solvay che, al Paese Nuovo, risultava proprietaria di una vasta estensione di terreni intorno allo stabilimento (578 ettari), con numerosi poderi organizzati in fattoria. (Da: "I segni storici del paesaggio rurale" di Roberto Branchetti)
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