Castelnuovo  ieri
 1935 - Abitanti nei dintorni del castello nuovo di Castelnuovo (Foto L.Gattini)   a Castelnuovo ieri

        CASTELNUOVO ED I SUOI ABITANTI NEL XIX SECOLO
I registri parrocchiali sono una fonte privilegiata per seguire non solo l'andamento dei livelli demografici di un centro abitato, ma per vedere più da vicino il variare di tutti quegli elementi che incidono fortemente sull'andamento della popolazione: nuzialità, natalità e mortalità. Come si evince dalle visite pastorali, già dal XVII secolo i vescovi ed i loro vicari raccomandavano ai parroci di Castelnuovo di redigere i libri dei battesimi e delle sepolture, ma è probabile che questi inviti, come generalmente avveniva nelle zone rurali e nei centri minori, fossero disattesi. Dalla fine del Seicento, tuttavia, i verbali delle visite testimoniano che la chiesa di S. Stefano aveva i registri parrocchiali ed essi erano sostanzialmente ben tenuti, secondo quanto osservarono gli arcivescovi nelle loro ricognizioni e bisognosi soltanto di alcune correzioni: così, se nel 1682 il canonico Giovanni Felice Lorenzoni, vicario del presule Francesco Pannocchieschi, ordinò al curato di Castelnuovo di tenere meglio il libro dei morti; nel 1689 egli stesso, nuovamente in vista alla chiesa patronato della Misericordia sottolineava la necessità di indicare nel libro dei battesimi la data della nascita dei fanciulli accanto a quella della loro «rinascita» spirituale. Tra i registri parrocchiali più antichi, conservati presso la canonica della chiesa di Castelnuovo si ha un libro dei battesimi che risale al periodo 1600-1651 e due bacchette dei matrimoni che coprono quasi interamente il XVIII secolo. Tuttavia, essi forniscono solo indicazioni indirette circa il popolamento e per ricostruire i livelli demografici del paese occorre attendere gli Status Animarum, i cui volumi conservati risalgono alla fine del Settecento. Dal 1795, i registri si susseguono senza soluzione di continuità fino ai giorni nostri e ci permettono di osservare la crescita costante della popolazione del borgo. Castelnuovo passò dalle 762 anime del 1795, alle 850 del 1806 per superare il migliaio nel 1822. Nel frattempo, l'incremento demografico aveva determinato la nascita di due insediamenti secondari, dipendenti per la cura delle anime dalla chiesa parrocchiale di Castelnuovo. Uno di questi è il nucleo abitato sorto attorno alla Torre di Castiglioncello; quest'ultima esisteva dalla metà del XVI secolo ed era stata eretta per volontà del Granduca di Toscana perché fosse utilizzata come struttura di guardia. Con il passare del tempo, però, sorse nelle vicinanze di questa un villaggio di pescatori con una locanda ed una piccola chiesa, costruita alla fine del Seicento. L'oratorio di «S. Andrea prope Maris» fu visitato per la prima volta dal presule Francesco Frosini nell'aprile del 1705; alcuni anni dopo lo stesso presule pisano concesse la facoltà di costruire all'interno dell'edificio alcune fosse per la sepoltura per gli uomini che vivevano presso la Torre. Nella stragrande maggioranza si trattava di soldati dell'esercito del Granducato di Toscana, gruppo non esiguo dato che i superiori avevano al seguito le loro famiglie, ma non mancavano nuclei familiari contadini.  L'altro insediamento secondario che sorse nel territorio di Castelnuovo in epoca moderna è il centro abitato di Nibbiaia, dove accanto alle case poderali volute dalla Misericordia fu eretta, ancora una volta per volontà della Domus, una chiesetta, i cui fedeli erano posti sotto la cura spirituale del pievano di Castelnuovo. Nel 1843, contro i 1111 abitanti di Castelnuovo, le anime di Nibbiaia erano 215 e quelle di Castiglioncello 50. La situazione demografica ottocentesca è riscontrabile anche da documenti di altro tipo: esiste ad esempio uno «Stato della popolazione della frazione di Castelnuovo » redatto nel 1810 (dal 1776 Castelnuovo era inserito amministrativamente nell'orbita di Rosignano). Da questo documento risulta che i nuclei familiari del borgo erano 165 e la popolazione complessiva ammontava a 865 anime. Tuttavia in questo stesso anno, gli Status Animarum riportano 174 famiglie e 932 abitanti ed è probabile che questi ultimi dati siano più precisi; in ogni caso l'entità della popolazione mette in luce la crescita constante del paese.  La punta massima di espansione demografica di Castelnuovo fu raggiunta nel 1837, quando gli abitanti di Castelnuovo furono 1390 e rimasero sostanzialmente su questi valori fino alla fine del XIX secolo.
(Da: "L'evoluzione socio-economica di un territorio rurale del contado pisano: da Camaiano a Castelnuovo della Misericordia (secoli X-XIX ) " di Alessandra Potenti)
Lentamente, migliorano anche le condizioni generali, e la qualità della vita: comincia ad allungarsi l'età media e si riduce se pur di poco il fenomeno della mortalità infantile. E' indicativo che nel 1837 Cosimo Pardini, possidente di Castelnuovo, viene esentato dal pagamento delle tasse, a norma di legge, perché padre di dodici figli, tutti viventi.

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